"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

venerdì 18 luglio 2014

La storia dello zio con la pallottola

Di lei si dice che è noiosa, che è una perdita di tempo, un cumulo di date da imparare a memoria e dimenticare dopo una verifica; di lei si hanno varie opinioni, vari approcci di studio. A volte ti chiedi a cosa pensavi quando hai deciso di imbarcarti nell'impresa, a volte non ce la fai più. 
Un giorno il professore ti da un compito per casa e cominci ad chiedere al nonno di quella storia di famiglia che ti hanno sempre raccontato, domandi anche a tutti gli otto zii, metti insieme una breve relazione e il gioco è fatto. Però poi ti incuriosisci, prendi appuntamento per caffé con lo zio più preparato, scopri qualche particolare in più, ti mostra una foto e adesso hai un volto da far corrispondere al nome dello "zio della pallottola vicino al cuore". Ma non basta, vuoi andare più in fondo e scoprire ancora qualcosa. Allora chiedi consiglio ai colleghi dell'ufficio e ti danno un numero di telefono e poi telefoni e poi l'ufficio che hai chiamato ti dà un altro numero di telefono e poi telefoni e poi ti dicono che devi rivolgerti ad un altro ente e poi telefoni all'altro ente e ti dicono che devi mandare una mail e poi mandi la mail e poi aspetti. Fino a quando, una sera, tra la posta da leggere, c'è anche qualcosa di speciale. "Cordiali saluti" e quattro allegati: un pdf sul sistema delle ricerche d'archivio e tre foto dei documenti che hai chiesto. Sei impaziente, salti il pdf e ti butti subito sui documenti. Scopri il nome dei trisnonni, scopri che lo zio era alfabetizzato (e rifletti che non è una cosa da poco per un contadino nato nel 1889), che era alto e forte. Cerchi di decifrare una calligrafia d'altri tempi e, per quello che riesci a capire da sola, ti sembra che abbia avuto molte avventure. Scopri che la storia della pallottola è vera, c'è scritto proprio nell'ultima foto, in basso. C'è anche scritto quando l'ha presa ma non riesci a capire dove. Il giorno dopo fai vedere le foto in ufficio perché ormai quella storia, la tua storia, ha incuriosito un po' tutti. Ti spiegano cosa vuol dire una formula, cos'è successo in una certa data, cosa fa il reparto di fanteria a cui lo zio apparteneva, cosa dovevano subire i prigionieri e attraverso una ricerca incrociata scopri anche in che punto geografico lo zio ha preso la pallottola che lo ha reso famoso. E, all'impovviso, ti si allarga il cuore. Perché senti proprio tuo il mestiere che hai scelto, perché quella è la tua prima, vera ricerca, perché hai scoperto qualcosa di te, qualcosa che, chissà, un giorno potrà interessare anche al cuginetto che oggi gioca con le macchinine. Appena esci dall'ufficio chiami subito il nonno e glielo dici: "Ho scoperto come si chiamavano i tuoi nonni e la pallottola dello zio, te la ricordi? E' tutto vero, ho i documenti. Quando torno a casa ti dico tutto." Lo senti sorridere dall'altra parte del telefono. E poi, una volta in terraferma, con il computer davanti, gli racconti la storia dello zio che, infondo, è anche la vostra. "Noialtri veci no se ricorden pì tant, ma par fortuna che l'é i zoveni che i tien da cont e che i sgarufa e dopo i ne conta 'a storia".

Di lei si dice che è noiosa, però sai che emozione quando ti restituisce un po' di te...

giovedì 10 luglio 2014

Ma era bella, bella davvero

Nuvole grosse e giornata impegnativa all'orizzonte, piccole scocciature a cui far fronte, nuovi equilibri da cercare, un temporale in lontananza, la borsa e il cuore pesante. Accanto a me, all'imbarcadero, un bambino in un passeggino strilla forte. Per calmarlo suo papà fischietta un motivetto ...era una casa molto carina, senza finestre, senza cucina... il bambino smette di piangere e comincia a sorridere. E' un attimo: arriva il loro vaporetto, si confonfo preso con gli altri passeggeri e salgono in fretta. Sorrido piano e canto anch'io... ma era bella, bella davvero, in via dei matti numero zero...