"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

venerdì 22 novembre 2013

Lo sconosciuto

[in viaggio verso la fine del treno]
 
Salgo in treno con insolita calma, dopo aver letteralmente attraversato tutta la città con la valigia e dopo essere stata impacchettata tra le persone sul vaporetto per l'intero percorso. La festa di questi giorni ha riversato molta gente lungo le calli e i campi ma le bancarelle stracolme di ogni sorta di dolci e il sole dopo l'acqua alta mi mettono di buon umore. 
Dicevo. 
Salgo in treno con insolita calma e mi accoccolo nel posto vicino al finestrino, come al solito: un posto privilegiato per godersi lo spettacolo della città che piano piano scompare nella laguna e nel cielo. Vorrei sfogliare il mio Marieclaire nuovo di zecca anche se sono contrariata perché il giornalaio aveva finito Cosmopolitan. Poco dopo arriva un signore sull'ottantina, presumo, capelli e barba bianchi, tra le mani ha una borsa marrone scuro, color castagna, dalla cui tasca sul retro sbucano gli schemi di una settimana enigmistica. Assomiglia a Socrate. Mi chiede di spostarmi nel sedile accanto, perché vorrebbe allungare le gambe. E io mi sposto, ma solo per buona educazione, perché vorrei continuare a guardare fuori leggere il mio mensile frivolo e lasciar scorrere i pensieri, veloci come il treno che non è ancora partito. Non so come cominciamo a parlare. Femminicidio, politica (per principianti), guerra, destino, religione, famiglia. E non so come mi trovo a citare Seneca in latino. Non so quale angolo del cervello abbia custodito un intero passo delle Lettere a Lucilio. Nel frattempo il treno ha cominciato la sua corsa e non mi interessa nemmeno più quello che c'è fuori dal finestrino. Mi interessa il signore che ho qui davanti, le sue domande scomode, le considerazioni non scontate intervallate da un "mi scusi, sa, io sono un po' eretico" che dice con un sorriso e mi suona come una specie di intercalare. Mi incuriosisce che, nonostante abbia molta vita dietro si sé sia alla ricerca di risposte che, lo sa, non saranno definitive, perché il tempo gli farà cambiare ancora prospettiva, gli farà imparare ancora un po' di più. "Forse la sto disturbando, mi dispiace", dice dopo un po', probabilmente perché non sto rispondendo alle sue domande perché non sto ribattendo alle provocazioni con altre provocazioni. Io non ho risposte. Non ne ho mai avuta nemmeno una, in realtà. Però nelle gambe ho la forza necessaria per cercarle. Continuo ad essere affascinata da questo signore che sta facendo lavorare il mio cervello, da questo tizio che assomiglia a Socrate che non la smette più di parlare. Arriva, per me, il momento di scendere. Recupero la mia valigia e infilo il giubbotto. Lo sconosciuto di alza, mi stringe la mano e mi saluta. 
Scendo dal treno con insolita gioia, dopo aver fatto lo slalom tra le altre valigie e gli altri passeggeri che devono scendere. Mi accoglie il buio delle sei, una pioggia fine fuori dalla banchina.
Dicevo. 
Scendo dal treno con insolita gioia e mi torna in mente una frase di John Lennon: "Life is what happens to you while you're busy making other plans".  

domenica 17 novembre 2013

Mòeghea


[fonte foto: web]
 
Il riassunto di questa soleggiata domenica di novembre può essere fatto con una bellissima parola lagunare: mòeghea. 
Per gli abitanti di terraferma: "dacci un taglio". 

domenica 10 novembre 2013

Un ricordo in bianco e nero

E' una foto in bianco e nero, questo ricordo. E' una foto che non ricordavi nemmeno fosse stata scattata, rimasta in un cassetto del cuore. E all'improvviso spunta fuori mentre eri alla ricerca di altro. Sbuca come le cose importanti. 
In primo piano, un abbraccio in un pomeriggio speciale, un naso rosso e una divisa, un camice colorato, gli occhi chiusi e un sorriso. In secondo piano, sfocate, due divise bianche, due donne, una alta e l'altra un po' più bassa. Questo è quello che si vede ad un primo sguardo. Ma io so che ci sono due età diverse, due paia d'occhiali, due storie. So che c'è una parola sussurrata, una lacrima ribelle. Tutto questo c'è, ma non si vede. 
E oggi torna, potente come un'onda sugli scogli, dolce come una tazza di the alla melissa.

sabato 9 novembre 2013

Gli ormoni in subbuglio


[fonte foto: web]
 
Televisione, the alla pesca, copertina, capelli spettinati, caramelle, film mentali da oscar. 
Gli ormoni in subbuglio hanno i loro lati positivi. 

lunedì 4 novembre 2013

Nel mio elemento

"Avrai avrai avrai il tuo tempo per andar lontano" così canta Baglioni a tutto volume mentre io sfreccio in autostrada in una giornata decisamente calda e luminosa per essere novembre. La pianura diventa sempre più pianura, il traffico aumenta e io mi sento bene. Inspiro, espiro. Sorrido perchè sto bene. E sto bene perchè sono nel mio elemento: la macchina. Mi piace guidare, trovo che sia proprio una forma di terapia. Se c'è qualcosa che non va ho capito che girare la chiave, accendere l'autoradio e andare placa qualunque tristezza e qualunque arrabbiatura. Mi piace il traffico, anche se a volte mi trasformo da madamigella dalla bocca pulita a scaricatrice di porto della peggior specie, e quando sono ferma al semaforo osservare gli autisti accanto a me. Mi piace scoprire nuove strade e nuovi posti, lasciarmi guidare dalla curiosità e dall'intuito senza impostare per forza il navigatore. Mi piace il senso di assoluta libertà che provo con un volante in mano, l'adrenalina di poter scegliere la mia strada, di essere indipendente. Non so da dove arrivi questa passione... sarà che sono nipote di mia nonna, che odia cucinare ma alla guida è un centauro. Sono uscita dall'autostrada, vago per strade piene di semafori e autovelox, c'è sole e sto cantando. Potrei andare in capo al mondo, mi basterebbe fare il pieno di benzina. Però tra ottocentocinquanta metri sarò arrivata a destinazione.