"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

lunedì 31 gennaio 2011

Giornata di orientamento number one

Prima giornata di orientamento: tutti gli studenti di quarta scientifico e pedagogico e seconda liceo classico in auditorium per le coordinate base.
Prima di Natale avevamo già scelto un'area di interesse generale e io mi sono infilata nella lista di architettura e dei beni culturali. Mi interessano i beni culturali, più di architettura, comunque va bene. Più che altro perchè l'organizzatissima scuola che frequento non si è degnata di spiegare nella prima circolare che ci è arrivata cosa mai comprendesse "Comprensione verbale e non verbale". Come dire. "Area medico-sanitaria" ci arrivo, ma dimmi cosa si fa, che mi oriento meglio. Comunque.
Interventi di rito di preside, vicepreside, coordinatore del progetto, responsabile del centro di orientamento, laureate di Scienze Diplomatiche... il tutto per capire che: lavoro ce n'è poco, le donne vengono pagate di meno rispetto agli uomini, l'inglese è importante, quelli che guadagnano di più sono i piastrellisti e i test di medicina sono difficili. Una gran giornata produttiva, sì.
Speriamo che domani che si va in facoltà le cose siano un minimo più interessanti.

domenica 30 gennaio 2011

Libri

La lista dei libri che mi hanno fatta crescere, ovvero i libri che mi sono piaciuti di più.

  • Il mondo di sofia (J. Gaarder)
  • L'eleganza del riccio (M. Barbery)
  • La trilogia di Alexandros (V.M. Manfredi)
  • Il delfino (S. Bambaren)
  • I principi d'Irlanda (E. Rutherford)
  • Il codice da Vinci (D. Brown)
  • La profe (A. Landi)
  • Durante (A. De Carlo)
  • Strane creature (T. Chevalier)
  • Esasi culinarie (M. Barbery)
  • In nome della madre (E. De Luca)
  • I pilastri della terra (K. Follet)
  • Odissea (Omero)
  • Il profeta (K. Gibran)
  • Ragione e sentimento (J. Austen)

sabato 29 gennaio 2011

"Cosa vuoi fare da grande?"


Da domani incomincia la settimana di orientamento... che strada prendere dopo il diploma?
Di idee ne ho tantissime e spaziano dalla prof all'archeologa, dalla veterinaria all'avvocato. La cosa certa che so è che non voglio studiare lingue e non voglio diventare un medico.
Insomma: sono molto disorientata.
Ho paura, penso al futuro come ad un salto nel vuoto, un bivio del quale vedo solo l'inizio male illuminato. Mi sento come sulle montagne russe quando arrivi in alto e stai per cadere: la sensazione che ho dentro la pancia è la stessa.
La domanda che mi infastidisce di più in questo periodo è: "cosa vuoi fare da grande?".
Non lo so, cosa voglio fare da grande. Non lo so bene. Se poi dici un'idea parte subito l'elenco delle cose negative che dovrai affrontare se la sceglierai: "dovrai fare da pendolare, non troverai lavoro, le richieste oggi sono altre, studierai tanto per niente... " e poi i consigli furbi: " ma perchè non vuoi fare la farmacista/dottoressa/interprete/vigilessa?" PERCHE' NO. Perchè non voglio studiare sui cadaveri, in chimica ho problemi sui sali, figuriamoci quando gli argomenti saranno più difficili, e, per quanto utili possano essere, non mi sento proprio portata per le lingue.
Io vorrei fare un lavoro che mi permetta di aiutare qualcuno o qualcosa. Un cane o un' opera d'arte. Un bambino o un padre che ha perso tutto. Una statua dimenticata.
La strada è mia. Il futuro è mio.
Solo che tra tante voci, tra tanti buoni consigli, alla fine non riesco a sentire ciò che dice il sussurro del cuore. E rischio di perdermi, tra questa caciara.
"Cosa vuoi fare da grande?"
Vivere.

venerdì 28 gennaio 2011

La storia del nonno

Ieri, Giornata della Memoria.
Posso dire che è un giorno che non sopporto? Lo posso dire. Ma non è cattiveria, anzi. Provo un forte senso di dolore quando penso alle famiglie divise, ai dolori atroci e a tutto il resto.
Il fatto è che fin da bambina mi sono sempre state raccontate storie più diverse senza "edulcorare" i passaggi più cruenti, mi sono state mostrate foto di cadaveri e scheletri, durante la gita in quinta elementare le maestre mi hanno portata dentro la Risiera di San Saba tra le lacrime. E crescendo queste sensazioni sono rimaste, si sono amplificate sempre di più.
Ma io voglio ricordare questo giorno con una bella storia a lieto fine. Una storia vera, la storia del nonno.

Nonno era del '21 e ha partecipato alla seconda guerra mondiale. Per una serie di sfortunati eventi era finito dentro un campo di lavoro qui in Italia; dopo due settimane di soggiorno in questo posto, un pomeriggio un ufficiale italiano dall'aria cattiva è entrato nello stanzone dove soggiornavano i prigionieri annunciando a qualcuno di loro (tra i quali mio nonno) che la mattina seguente sarebbero stati fucilati. Ma il nonno aveva fatto amicizia con un contadino che abitava vicino al campo dove era lui e nel suo abituale incontro serale con il vicino nonno gli annunciò che sarebbe morto di lì a poche ore: era il suo ultimo incontro con l'amico. Ma quest'uomo, a prova della grande amicizia lo ha aiutato a scappare regalandogli dei suoi vestiti. Così, quella sera, nonno è tornato libero. La vita ha fatto il suo corso, nonno ha messo su famiglia e i campi hanno smesso di funzionare. Diventato anziano, un giorno, andando a buttare la spazzatura ha notato un uomo, anche lui anziano dall'aria familiare. Anche l'altro signore aveva notato il nonno. Qualche chiacchiera, mezza parola buttata lì e il nonno ha scoperto che l'altro uomo era proprio l'ufficiale che avrebbe dovuto ucciderlo. Da quel giorno sono diventati grandi amici. Quando questo signore è morto nonno è andato al suo funerale e quando è morto il nonno la moglie del suo amico è venuta a casa a fare compagnia alla nonna.

Mi piace ricordare così, questo giorno.
Mi piace credere che anche nell'asprezza e nella tristezza di una situazione drammatica siano spuntati i fiori di tante belle amicizie.

mercoledì 26 gennaio 2011

Pagella

"Prof, cos'ha sopra la cattedra?"
"Le vostre pagelle".
"..."
"Ma ve le darò alla fine dell'ora".
Sapete quanto è durata l'ora di grammatica latina? Considerando l'aion (la percezione soggettiva del tempo) due ore, al posto di 50 minuti.

Però... ne è valsa la pena.
Una dignitosa media del 7 che per il primo quadrimestre mi va più che bene.
Sono soddisfatta.
E da domani... si stringono i denti per alzare di un voto almeno la metà delle materie.
Forza, LaFlautista! (Me lo dico da sola)

lunedì 24 gennaio 2011

Quello che non sopporto

A volte stilare una lista può essere veramente terapeutico.
Ecco la lista di tutto quello che non sopporto.

  • i ritardatari
  • quelli che si lamentano e non agiscono per migliorare la situazione
  • prendere un voto inferiore a 7 in italiano
  • perdere l'autobus
  • i formaggi
  • i pranzi e le cene che non finiscono mai
  • il fumo
  • l'opportunismo
  • il paciocco di ghiaccio e fango sui marciapiedi dopo una nevicata
  • i rumorosi in autobus
  • i film di guerra
  • il libro di matematica
  • le promesse non mantenute

Sì, deve essere tutto.

domenica 23 gennaio 2011

Ricchezza


"L'uomo è ricchezza". Alceo

Cincin!


Finalmente una giornata di sole!
Dopo tutto il grigiume di questi giorni sopra casa mia il cielo è di un azzurro così intenso che sembra già primavera.
Ieri sera sono andata alla festa di compleanno di un mio compagno di classe, il primo tra noi che festeggia i 18 anni. E' stato molto divertente. Praticamente c'erano solo i miei Klassencameranden e abbiamo passato insieme delle belle ore.
Il nostro rapprestante di classe, poi, ci ha annunciato che si è aperto uno spiraglio sull'argomento "gita". Praticamente c'è una remota possibilità di andare nella Capitale ma solo nei tre giorni che la Regione ci dà di vacanza a marzo per carnevale. Come dire. "Piuttosto di niente, è miglio piùttosto". Ovviamente la classe ha accolto la notizia con grandi festeggiamenti e ai brindisi per il compleanno di Federico si sono sono aggiunti quelli per la nostra desiderata gita.
Cincin!

giovedì 20 gennaio 2011

Mitosi











Ieri pomeriggio a casa mia c'erano due bambini. Io dovevo studiare biologia ma tra urla e pianti all'inizio è stato piuttosto complicato.
Poi ho trovato il sistema: abbiamo costruito insieme un modellino con le varie fasi della mitosi con carta, nastro adesivo di carta, pennarelli e mollette.
Così loro si sono divertiti e io ho studiato per l'interrogazione di sabato.


lunedì 17 gennaio 2011

Ciao nonna Bruna


Nonna Bruna, non mi piace questo momento.
Tu non eri la mia nonna, ma ti ho adottata tanti anni fa, ricordi?
Figura minuta e ricurva, dagli occhi vispi e dalla risata facile. Un granello di pepe. Sempre seduta nella penombra della tua cucina, avevi sempre per noi un bicchiere di tè freddo al limone senza zucchero (una porcheria, nonna Bruna, ma perchè ti ostinavi a non darci dell'acqua di rubinetto, piuttosto?).
Tu che odiavi l'inverno e avevi la stufa accesa anche in agosto sei stata chiamata adesso, hai visto il mondo per l'ultima volta tutto bianco.
Tu che avevi paura di soffrire te ne sei andata dormendo, spegnendoti come una candela in una stanza buia.
Tu eri l'unica persona con cui riuscivo a parlare delle mie cotte di bambina e avevi deciso da sola che il giorno in cui mi sarei sposata tu mi avresti portato il velo... e ridavamo insieme e ti dicevo di non avere fretta perchè il tempo... il tempo avrebbe fatto il suo corso. E lo ha fatto. La stirpe degli uomini ha il destino veloce, dice un signore che si chiama Pindaro, ma il ricordo, l'affetto, l'amore, quello è per sempre.
Ti immagino accanto al sole, a vantarti con le tue amiche perchè sei stata ascoltata e non hai sofferto tanto.
Guardaci, ogni tanto, e pensa a noi, se puoi.
Lassù sarai felice, io lo so.
Ciao nonna Bruna.

Giorni

Ci sono dei giorni in cui non vorrei sentire, vedere o dire niente.
Vorrei starmene per i fatti miei a pensare e basta, senza dovermi giustificare, per questo.
A quanto pare però solo a Stella, la mia cagnetta, è dato questo privilegio.

mercoledì 12 gennaio 2011

Pizza e musica

A conclusione delle fatiche natalizie, ieri sera sono andata a cena con il coretto.
Alla mia destra, la dottoressa-organista, di fronte, Carlo-il-direttore. Tante risate, tanti ricordi, tanti racconti di aneddoti delle prove (primo tra tutti, il giorno che ci siamo arrabbiati, raccontato, ovviamente, con un sorriso), della "storia" del coro.
Che strano vederci senza spartiti, leggìo, strumenti... Tutti attorno ad un tavolo, con una pizza fumante davanti a parlare di noi. Perchè infondo, cosa sappiamo l'uno dell'altro?
La musica, per me, è anche questo.
Condivisione.
Di emozione e di melodia.
E di grissini.

lunedì 10 gennaio 2011

Premio Sunshine Award


Signore e signori, grazie.
Vasetto di margherite ha vinto il Premio Sunshine Award! Grazie in particolare a Marta Traverso che mi ha conferito questo questo premio e al suo Prove Tecniche di sogni... Non male per una novellina come me.
Dunque adesso tocca a me.
Regole del premio:

1. Ringraziare coloro che hanno dato il premio... (per sicurezza lo faccio un'altra volta: grazie Marta!)
2. Scrivere un post per il premio... appena fatto
3. Passarlo a 12 blog che riteniamo meritevoli
4. Inserire i link dei blog scelti. (Dato che non ho idea di come si inserisca un link metterò semplicemente i nomi e poi, miei cari, cercate nella lista dei blog che seguo e andate a fare una visita)
5. Dirlo ai premiati... adesso lo faccio.


I blog che ho scelto sono:

Lolla e i suoi Campi di Fragole..
Piccolalory e Giorno per giorno
Daniela e il suo Coltello del Banjas
Chiara e Le lucertole mi fanno il solletico
Mariabei e le sue Meraviglie della Scozia
Alchemilla e la Casa di Alchemilla
Occhi di Notte e Sotto i fiori di Lillà
Merins e A tempo e a luogo
Bussola e In lungo e in largo
Maria Ianiciello e Cultura e culture blog
Alessia e I feel like talking off
Queen B e Neverland

Grazie a tutte queste persone che mi fanno sorridere e mi riempiono il cuore di moltissime cose belle.

domenica 9 gennaio 2011

Vita di Galileo


"Vita di Galileo" di Bertolt Brecht è un testo drammatico in quindici scene che parla della vita e della carriera dello scienziato.
Dapprima Galileo è docente presso l'università di Padova, poi si trasfersce nella medicea Firenze.
All'inizio però le risorse economiche non sono molte, anche perchè spende i suoi soldi per comprare nuovi libri e il lavoro presso l'università non gli frutta molto. Un giorno però, Ludovico Marsili, giovane di ricca famiglia venuto dall'Olanda, parla a Galileo di un nuovo strumento, un tubo formato da due lenti che permette di vedere tutto più vicino e che si trova già ad Amsterdam. Galileo non ci pensa due volte e con l'aiuto del giovane discepolo Andrea ne costruisce uno che venderà come una sua invenzione alla Serenissima. (La quale, in seguito, scoprirà che è già sul mercato ma non prenderà provvedimenti).
Con il suo nuovo strumento, il telescopio, Galileo scopre dei fenomeni celesti che confermerebbero le teorie di Copernico: la Luna è molto simile alla Terra, che, come gli altri pianeti, non brilla di luce propria; Giove ha delle lune; ma soprattutto conferma che la Terra non è stabile al centro dell'universo, ma è un puntino, uno tra tanti, che ruota attorno al sole. Questa affermazione, come è noto, gli costerà cara. Infatti nel marzo del 1616 l'Inquisizione pone all'indice le teorie copernicane, nel 1633 la stessa Inquisizione convoca a Roma Galileo e nel giugno dello stesso anno lo scienziato, per paura degli strumenti di tortura, abiura la sua dottrina. Il discepolo Andrea non la prende bene perchè Galileo non ha difeso i suoi studi e il suo lavoro.
Galileo trascorre gli ultimi anni della sua vita a Firenze, dove continuerà a studiare e dove, di nascosto, scriverà il suo ultimo grande manoscritto: "Discorsi su due nuove scienze: la meccanica e la caduta dei gravi". Manoscritto, questo che donerà ad Andrea quando lo verrà a salutare per la prima volta dopo il giorno in cui ha abiurato per dirgli che andrà in Olanda a studiare. Il maestro dimostra così al discepolo che non ha completamente disertato, ma ha assolto all'unico imperativo della scienza: "contribuire alla scienza".
Il mio giudizio è più che positivo.
Il testo è scorrevole e i temi quantomai attuali, sotto certi aspetti. Il dibattito su determinate tematiche (ovviamente diverse da quelle di un tempo) tra scienza e religione è vivo ancora oggi. Puntando il suo telescopio verso il cielo, Galileo vuole scoprire cosa lo circonda, credere solo ai suoi occhi, seppur offuscati, per capire, per non restare nell'ignoranza, per scoprire la verità che "è figlia del tempo, non dell'autorità".

sabato 8 gennaio 2011

Suonare

Suonare è terapeutico. Le ore passano velocemente, riprovi un esercizio infinite volte fino a che non viene, non dico perfetto, ma accettabile; innumerevoli note lunghe, ben tenute, per provare e sistemare l'intonazione. Il tutto per... Per arrivare a lezione il sabato pomeriggio e il maestro dice che hai fatto un ottimo lavoro. Anche se il brano non è venuto pulitissimo. Son soddisfazioni.
Suonare è dimenticare di avere mille cose da fare perchè al momento stai muovendo le dita e producendo una melodia. Una melodia che nasce dal cuore prima che dalla bocca e dalle mani. Che passa per i polmoni e finisce nell'aria uscendo dallo strumento. E genera emozione e torna al cuore. Anche se quello che stai eseguendo è un esercizio ripetitivo e cattivissimo con diecimila diesis. (Io non sopporto i diesis).
Suonare è lasciarsi trasportare lontano, dove c'è soltanto musica e il tempo si perde.

Che meraviglia.

giovedì 6 gennaio 2011

E Paaaaaaaaaaaaaaaaaaan e Vin!

Nei miei luoghi la tradizione impone che la notte del 5 gennaio si accendano i falò.
Il grande cumulo di paglia, legna, canne di bambù sormontato da una croce simboleggia l'anno vecchio che se ne va, l'allungarsi, a poco a poco, delle giornate.
Dal falò (o come diciamo noi "Pan e Vin") i contadini capiscono se il raccolto andrà bene o male in base alla direzione che prende il fumo: se fa verso nord o verso il Lago di Garda l'anno sarà buono, se andrà verso il mare (a sud) o verso oriente l'anno andrà male; si dice infatti: "...se 'l va' a la matina, ciapa el sac e va' a farina".
Nel paese d'origine del nonno il rito del Pan e Vin è molto sentito: le famiglie della borgata lo costruiscono e le donne preparano la pinza; la pinza è un dolce contadino tipico della mia zona, fatto di farine diverse, uvette, fichi, pinoli... e si mangia solo nel tempo di Natale e solo con il vin brulé.
Ieri sera quindi abbiamo partecipato a questa bella tradizione.
Una processione di fiaccole parte dalle tre case principali della zona, aperta dalla donna più vecchia che grida una filastrocca propiziatoria molto lunga. (Quella che segue è l'unica strofa che sono riuscita a trascrivere ieri sera, perciò mi scuso e se qualcuno ne sa altre, le aggiunga pure).
Pan e vin e bisatele,
che le biave le vegni bele.
Da lontan e da vissin,
e Pan e Vin

Poi tutte le fiaccole si mettono attorno al falò e dopo la benedizione del don del paese, l'uomo più vecchio e il ragazzo più piccolo accendono la pira. Poi lo accendono anche gli altri.

Infine, mentre il Pan e Vin brucia, le donne cantano le lintanie rigorosamente in latino e gli uomini cercano di capire la direzione della fuliggine. Mio nonno ha detto che questo non sarà un anno buono per il raccolto perchè il fumo si è diretto verso est.



La filastrocca propiziatoria cantata all'inizio dalla donna più vecchia viene ripresa da tutti alla fine. Il rito si conclude con balli, canti e brindisi vari.
E' una tradizione molto bella per noi, questa, perchè avvicina e riunisce la famiglia, ci riporta tutti indietro nel tempo...
Non solo a quando il nonno e gli zii erano piccoli e il Pan e Vin era l'evento dell'anno ma a tempi ancora più remoti, a quando i primi uomini si riunivano attorno al fuoco e cercavano nei segni della natura degli indizi per capire il futuro. In quei momenti, mi viene da pensare, l'uomo si metteva in contatto con un Essere che, pur percependo, non riusciva a comprendere fino in fondo.
Il fuoco ha da sempre intimorito e nello stesso tempo affascinato gli uomini... e ieri ha affascinato anche me, con le sue storie che vengono da lontano, con i gesti e le parole antiche dei miei zii.



martedì 4 gennaio 2011

Teoria

Suono da sei anni e da sei anni studio teoria musicale. Puntuale arriva sempre l'appuntamento settimanale del martedì con il quarto d'ora di solfeggio.
La cosa che mi piace di più del solfeggio (e della musica) è che tutto è perfettamente inquadrato e ogni nota e ogni alterazione ha il suo perchè.
Oggi sono partita da casa con due libri e sono tornata indietro con sei. Li ho moltiplicati: incomincio la preparazione per dare l'esame di teoria e solfeggio... in tempi decenti, spero.
Quindi, cari miei, da oggi si fa sul serio.
Prima comincio, prima finisco. Più studio, meno tempo ci metto.
Aggiungiamo questo alla lista infinita di buoni propositi.
E speriamo in bene.

sabato 1 gennaio 2011

Benvenuta Vita

Caro Daniel,
benvenuto alla vita.
Benvenuto in questo giorno di sole freddo e di buoni propositi. Benvenuto in questo mondo oggi, quando tutti noi ci proponiamo di essere degli uomini migliori.
Vedrai, ti piacerà vivere.
Scoprirai un mucchio di cose meravigliose.
La prima è l'amore. Quello di mamma, di papà e di tua sorella che tanto ti hanno atteso in questi mesi, che hanno immaginato il tuo volto per molto tempo e adesso ti tengono in braccio. Quello dei nonni, degli amici. Quello dell'Amore.
Scoprirai la natura, con i mille volti delle nuvole e del mare, i monti che in inverno sembrano pandori, i tramonti infuocati, gli animali e le cascate all'ombra dei pini.
Scoprirai, e questo purtroppo è inevitabile, il dolore. Scoprirai che la strada non è facile ma accanto a te avrai chi ti aiuterà a non cadere, che ti aiuterà a rialzarti se inciamperai.
Scoprirai l'amicizia vera, quella che non ha bisogno di parole, perchè non può essere detta.
Scoprirai il silenzio della sera che ti permetterà di sentire i grilli cantare in estate, il silenzio del mattino quando tutte le possibilità sono ancora aperte, il silenzio che parlerà per te.
Scoprirai i colori e le loro sfumature.
Scoprirai i suoni, le parole, le risate.
Scoprirai che il tempo è la cosa più preziosa che ti è stata data. Usa bene il tuo tempo! Usalo per amare, gioire, sorridere, giocare... Usalo per gli altri, ma anche per te.
Rispetta quello che ti viene dato, metti a frutto le tue capacità. Fa' in modo che ciò che hai di più caro non sia solo per te: la condivisione raddoppia la gioia!
Prendi sempre il meglio di ciò che il mondo ti offre e sogna più che puoi.
Auguri, piccolo Daniel, inno alla Vita.
Sii felice.

Con affetto, da lontano,

LaFlautista

Auguri

Auguri, a te che stai leggendo.
Ti auguro
la capacità di vedere anche nelle situazioni peggiori il sole;
la voglia di stupirti delle cose semplici;
la salute del cuore e della mente;
il tempo per i tuoi cari e il tempo solo per te;
le porte sempre aperte dei cuori dei tuoi amici;
il vino buono sulla tavola;
un viaggio dell'anima;
la tranquillità nella penombra della tua casa;
una lettera inattesa;
un abbraccio sincero;
di trovare in questo angolo sperduto un sorriso... virtuale;
la forza per rialzarti quando cadi;
la forza di alzare gli altri quando cadono;
il sorriso del sole;
in treno in orario;
di ritrovare la tua valigia quando scendi dall'aereo;
di ricordarti dei giorni più belli;
di ricordarti dei compleanni degli amici;
una festa a sorpresa.
Ti auguro di vedere il bello di ogni momento di questo nuovo, neonato, anno.

BUON 2011