"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

lunedì 30 luglio 2012

Un angelo che ci riporta sulla via

Ieri mattina eravamo circa una ventina con la polo della divisa seduti in cerchio per discutere di un nuovo evento e della sua organizzazione. Si parlava di materiali, strutture portanti per i teli, attività, simboli e, quasi come un angelo, una signora robustina e un po' impacciata vestita con il completo della domenica color ciliegia è entrata nel seminterrato fresco dove eravamo . "Scusate - ci ha detto - ma mio figlio è paralizzato, mi chiedevo se potreste venire ad aiutarmi a metterlo sulla sedia a rotelle, qualche volta, a portarlo un po' in giro... Io e mio marito siamo anziani e non abbiamo più tante forze, so che è quasi agosto e state per andare in vacanza ma avremmo tanto bisogno di voi, abitiamo qui dietro..." . Dopo qualche attimo di silenzio imbarazzato il referente nazionale che è del posto le ha spiegato che lì c'erano persone provenienti da tutta Italia e l'ha accompagnata nella stanza accanto per lasciarle i vari numeri di telefono. Quando la signora è andata via eravamo incapaci di continuare i nostri discorsi perchè tutto d'un tratto abbiamo capito che erano insensati se non avevano come centro l'attenzione al più debole. Quella signora ci ha riportati al senso più profondo del nostro servizio, ci ha regalato una lezione di umanità e umiltà che, sono certa, non dimenticheremo con facilità.

giovedì 26 luglio 2012

Due anni di margherite


"Tanti auguri a te, tanti auguri a te..." canto piano rileggendo due anni di Vasetto di Margherite. Mi nasce da dentro, un grazie sussurrato per quanto, attraverso questo posto in un angolo sperduto di web, ho ricevuto. Grazie a chi si ferma di qui di passaggio, solo per una volta, ai fedelissimi, a quelli che lasciano una parola sotto alle mie e ai silenziosi. Grazie per il concime, per l'acqua che ha riempito il mio Vasetto a volte arido.
Le margherite hanno il gambo corto e pelosetto, te le ritrovi ovunque, vengono brutalmente strappate da innamorati in cerca di risposte, possono apparire fiori insignificanti, non hanno sfumature infinite come le orchidee o le rose, non sono eleganti come le calle e non si possono raccogliere per farne un grande mazzo. Ma le margherite non nascondono insidie né trucchi, amano il contatto con la terra, vedere le radici delle cose, resistono al vento: le loro radici sembrano fragili e corte ma in realtà sono ben ancorate al terreno; profumano di miele, non hanno particolari esigenze di luce e terreno, sono i primi fiori che i bambini imparano a disegnare - bellezza che crea bellezza... da grande voglio essere una margherita.

martedì 24 luglio 2012

Un nuovo...

Una nuova mail, una nuova richiesta, un nuovo sì, una nuova Roma, una nuova compagna di viaggio, un nuovo biglietto, una nuova riunione, una nuova esperienza, un nuovo compito, delle nuove conoscenze... sono ufficialmente gasata.

domenica 22 luglio 2012

Buttare

Oggi ho scoperto di essere brava a buttare cose vecchie. Intendiamoci, i ricordi sono ricordi, ma quello che non serve si elimina per far posto al nuovo, al futuro. In particolare mi sono occupata del mio armadio, con due criteri: il primo: tolgo tutto quello in cui non entro. Niente "magari, un giorno, chissà, la lampo si chiuderà ancora...". Il secondo: via tutto quello che non porterei questa sera stessa, senza sentimentalismi. Nel sacco nero sono finiti tanti regali, magliette con cui ho vissuto bei momenti, ma non ho avuto pietà. Alle volte bisogna essere duri anche con se stessi.
E io adesso mi sento molto meglio.

martedì 17 luglio 2012

Nonno saprebbe


E' metà luglio e io non ho idea di cosa farò a settembre. O meglio. Qualche cosa in testa ce l'ho, ma continuo a chiedermi: "è la cosa giusta, vuoi farlo per tutta la vita?" e mi metto le mani tra i capelli perchè un insopportabile senso di oppressione mi invade la gola. La verità è che ho paura. Ho sempre avuto paura di cambiare, scegliere, trasformarmi, in una parola di diventare grande.  Non sono mai stata un giunco flessibile, una calla dal collo elegante e sinuoso, ma una margherita dal gambo esile, basso, pelosetto, terribilmente condizionata dal giudizio altrui. Ho sempre cercato di rendere felici le persone che mi stavano intorno prima che me. Finora è stato semplice: ciò che volevo io era quello che volevano loro. Ma adesso che tutto è confuso e i segnali lungo la via si fanno sempre più martellanti, accattivanti e rumorosi io mi sento persa. "Ti vedo con la penna in mano", "Non ti brillano gli occhi", "Hai bisogno di persone intorno a te", "Hai mai pensato di fare l'educatrice?", "Potresti andare a fare l'istituto per il restauro". E in tutto questo io, che non so da che parte prendere la mia vita, da quale parte cominciare a farne un capolavoro e quali colori scegliere per dipingerci sopra. Se nonno fosse qui, non avrebbe dubbi: mi direbbe che si comincia con la matita, piano, senza calcare, tratto deciso ma delicato. Poi si prendono i cinque barattoli di colori ad olio fondamentali (nero, bianco, rosso, giallo e blu), si riempie un bicchiere d'acqua e si comincia ad intigere il pennello. Si scelgono i colori, si mischiano piano, aggiungendo poco colore scuro alla volta, si prova il nuovo colore su un foglio pulito; solo allora il pennello tocca la tela bianca e si comincia a fermare l'arcobaleno. "Aggiungi, aggiungi colore, forza, Folletto! Stendilo bene, guarda che belle sfumature che vengono fuori". Io non so cosa dirmi, ma nonno sì, lui lo saprebbe. Continuo a rimandare, ma il tempo stringe. Prenderò una decisione, sì. Non sopporto questo limbo di incertezza e insicurezza.
"Aggiungi colore, dai, senza paura, di più, ancora senza paura!"

Incuriosita insicurezza

"Associativamente parlando, l'anno scorso a quest'ora non sapevo di essere al mondo".
Vorrei tornare indietro per provare il senso di incuriosita insicurezza che l'estate scorsa accompagnava caldi giorni di luglio.

domenica 15 luglio 2012

sabato 14 luglio 2012

Il mio viaggio di maturità


Pensado alla meta per il mio viaggio di maturità ho puntato il dito sull'atlante e ho detto. "Voglio andare qui". Firenze. La città di Dante, Lorenzo il Magnifico, Guicciardini, Michelangelo, solo per citarne alcuni. Una città che ho sempre visto solo di passaggio, non troppo lontano da casa, accessibile e comodamente raggiungibile, ma così piena di tante cose belle, così densa ed intrisa d'arte che non potevo lasciarmela sfuggire. Da piazza della Signoria agli Uffizi, dall'Accademia al bugnato di Palazzo Strozzi (che io credevo fosse una creatura mitologica), dallo Spedale degli Innocenti a Palazzo Medici Riccadi, da San Lorenzo a Santa Croce, dal Duomo a Santa Maria Novella mi sono lasciata trasportare per due giorni intensi e veloci, ero a mio agio nel caldo, tra la folla assiepata davanti ad un quadro, in fila con delle ragazze marchigiane, seduta su una pachina ad ammirare Firenze da Piazzale Michelangelo. Non mi sono mai sentita fuori posto, neanche nel mezzo di un'onda di giapponesi. Via dopo via, museo dopo museo tutto ciò che per tanto tempo era stato solo un' immagine si è concretizzato davanti ai miei occhi stupiti, come i libri pop-up. Non so dire cosa mi abbia stregato in particolare, ma non posso fare a meno di dire quanto sia rimasta incantata davanti all'Annunciazione di Martini, alla Nascita di Venere e alla Primavera di Botticelli, al David di Michelangelo, alla Crocifissione di Masaccio. Statue, affreschi, tavole e tele che non ti stancheresti mai di guardare... forse è proprio questo che fa di un oggetto d'artigianato un'opera d'arte: un orologio, ad esempio, per quanto ben costruito, sarà sempre e solo un orologio; ma un quadro, se l'artista è capace, non è solo tela: racconta la storia di un'epoca, trasmette sensazioni, sa essere nuovo ad ogni sguardo. Firenze, in due giorni, mi ha insegnato questo.

lunedì 9 luglio 2012

Epilogo


[rondini sopra la città]


Se questo fosse un film, ci sarebbero due secondi di schermo nero. La telecamera a questo punto sarebbe sistemata dentro la scuola, puntata sulla porta di vetro; mi si vedrebbe arrivare, cercare il foglio della mia classe, scorrere col dito fino al mio nome e spostarlo sulla destra, sul numero che indica la mia maturità scolastica e poi sorridere brandendo il braccio destro al cielo. Allora la scena si sposterebbe fuori dalla scuola e a poco a poco l'inquadratura si allontanerebbe da me, sarei solo un puntino rosa che si muove, lasciando vedere la città dall'alto, con i suoi campanili e i suoi alberi. La telecamera virerebbe ed inquadrerebbe la sagoma delle mie montagne, sfondo di tutti questi anni di scuola. E poi basta, lo schermo tornerebbe di nuovo nero e sulle note di "La strada" dei Modena City Ramblers scorrerebbero i titoli di coda.
"Non voltarti ti prego, nessun rimpianto per quello che è stato. Che le stelle ti guidino sempre e che la strada ti porti lontano".
Questo è l'epilogo.

venerdì 6 luglio 2012

In un labirinto vero

In onore del tema svolto alla maturità oggi sono andata a visitare un labirinto vero in una villa vicino Venezia. Credo che questa sia un'esperienza che tutti dovrebbero provare... perdersi per ritrovarsi, sbagliare strada, tornare indietro, ritrovarsi confinati in un corridoio verde, vedere la strada sbarrata da una siepe... eppure la torretta è proprio qui davanti! Una metafora della letteratura, della quotidianità, della vita in generale... ma anche un gioco appassionante. In realtà avevamo una piantina del labirinto ma quella l'ho lasciata a mamma: volevo arrivare da sola alla soluzione. Ce l'ho fatta? Sì. 





giovedì 5 luglio 2012

Trieste ha una scontrosa grazia...

Oggi ho fatto una giterella a Trieste sulle orme di Saba, Joyce e Svevo.Ho girato tra musei, librerie, strade, caffé... Non dirò molto perchè già hanno scritto loro ma tengo a precisare due cose.
La prima: mi sono sentita come una bambina in un negozio di caramelle, quando sono entrata nella libreria dove lavorò Saba. Libri, libri, libri ovunque, e una gingantografia del mio amico Umberto difronte all'entrata.
La seconda: sono andata al Caffé San Marco e ho pagato quattro euro per un succo all'ananas ma ero tremendamente contenta di essermi seduta sulla panca su cui sono stati i miei tre amici.


[Saba in via Dante] 


[Joyce in zona Canal Grande]


[La libreria di Saba]

mercoledì 4 luglio 2012

Fare poesia

"Come si fa a scrivere una poesia?"
"Mah, non so, la poesia tormenta, infondo non si sa... insomma, tutto deve finre sol combinare e col dare la sensazione che si è espressa la poesia... anche se non si è mai espressa la poesia, si è sempre scontenti, no? Eh, perchè la parola è impotente, non riuscirà mai a dare il segreto che è in noi. Mai. Lo avvicina!" 
Ungaretti

domenica 1 luglio 2012

Accetta il consiglio!


Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
...
E in un modo che non puoi immaginare adesso.

Quante possibilità avevi di fronte
e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.

Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.

I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.

Fa' una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!

Non essere crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.

Lavati i denti.

Non perdere tempo con l'invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.
La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.

Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente, dimmi come si fa...

Conserva tutte le vecchie lettere d'amore,
butta i vecchi estratti-conto.

Rilassati!

Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.

Prendi molto calcio.

Sii gentile con le tue ginocchia,
quando saranno partite ti mancheranno.

Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,
ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,
come quelle di chiunque altro.

Goditi il tuo corpo,
usalo in tutti i modi che puoi,
senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.

Balla!
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.

Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza:
ti faranno solo sentire orrendo.

Cerca di conoscere i tuoi genitori,
non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli,
sono il miglior legame con il passato
e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.

Renditi conto che gli amici vanno e vengono,
ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita,
perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.

Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.

Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant'anni, sembreranno di un ottantacinquenne.

Sii cauto nell'accettare consigli,
ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,
ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte
e riciclarlo per più di quel che valga.

Ma accetta il consiglio... per questa volta.

 
Big Kahuna, Il monologo

Da invidiare a Sua Maestà


C'è una scena del film The Queen (2006) che mi piace tantissimo: Helen Mirren, la regina, appena sveglia è circondata dai giornali e ha una tazza di the sul comodino. In effetti i giornali non parlano molto bene di lei perchè non ha rilasciato nessun comunicato per la morte di Diana. A parte la trama del film (uno dei miei preferiti per tema, punto d'osservazione, ambientazione) quella è una tra le scene che amo di più e una delle cose che invidio molto: la possibilità di leggere i giornali appena sveglia, senza per forza vestirmi e uscire di casa per andare a comprarli... mi piace sapere cos'è successo al mondo mentre stavo dormendo e, spesso, mi piacerebbe farlo senza scendere dal letto per decidere se andare tra i leoni o restare, pigramente, a dormire.