"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

domenica 28 aprile 2013

Pubblicità a Venezia

Pubblicità di TIM.
Siamo in una stazione, la ragazza sta per prendere il treno e la nonna, regalandole un telefono (strepitoso, bellissimo... ma quanti soldi di pensione prende?) si fa promettere dalla nipote che le telefonerà. La ragazza viaggia in treno, esce dalla stazione e la vediamo preoccupata per il ritardo a Ponte degli Scalzi. Stacco. La storia riprende in una calle molto pittoresca difronte ad uno squero (l'officina delle gondole, per capirci) e, disorientata, la ragazza domanda all'operaio dall'altra parte del canale: "Scusi, vado bene per l'università Ca' Foscari?" e lui: "Gatu voia de studiar? Eora sì".
Da veneziana d'adozione e da cafoscarina, vi supplico, lasciatemi fare qualche breve considerazione.
Numero uno: se sei partita da quella stazione e sei arrivata a quello squero, fidati che qualunque itinerario tu abbia percorso se passata davanti ad almeno una della millemila sedi dell'università quindi spiegami come hai fatto a non accorgertene.
Due: la nonna ti ha appena regalato un telefono che fa tutto, usa la app delle mappe!
E per concludere un consiglio non richiesto: ma cosa cerchi l'università?! Ascolta me: dato che sei a Zattere, vatti a mangiare un gianduiotto da passeggio. 

sabato 27 aprile 2013

La bella vita del turista (domestico)

"Ah, la bella vita del turista...!"
Così dicevo tra me e me qualche mattina fa salendo su un battello, armata di guida turistica e macchina fotografica. Ho colto l'occasione di una festa - nazionale e cittadina - di un sole splendido e di una temperatura perfetta e me ne sono andata in giro per la laguna da sola, perché è così che ho bisogno di fare, di tanto in tanto: stare per conto mio senza dover per forza parlare, soffermarmi per tutto il tempo di cui ho bisogno davanti ad un particolare, sedermi dove voglio, quando voglio, per quanto voglio, prendere solo per me la bellezza di cui gli occhi si nutrono. Non è misantropia, magari poi condivido quello che vedo e insieme ad altri ripercorro gli stessi itinerari... semplicemente è respirare un po', mettere in pausa le relazioni interpersonali e coltivare il giardino del cuore. Ma dicevo. Ho preso un battello e mi sono letteralmente lasciata trasportare: avevo una meta prevista ma pochissimi programmi precisi, così ho camminato lentamente lassù, dove è nato il primo germoglio della Serenissima e mi sono consciamente persa tra merletti e colori accesi... che meraviglia! Molto di ciò che ho visto è stato oggetto di studio quest'inverno e ho sentito come di avere una consapevolezza nuova, uno sguardo più consapevole che mi permette di conoscere più a fondo ciò che osservo... è da questo che ho capito, per l'ennesima volta, che lo stare sui libri salva, o meglio, contribuisce a salvare... indipendentemente dal risultato (per altro eccellente) dell'esame.
 

 
C'è da dire poi che, da quando vivo qui, cerco di evitare accuratamente i luoghi più battuti dai turisti, prediligendo itinerari meno noti e andando magari alla scoperta di altre calli e altri rii. Però il mio statuto di turista mi ha imposto di stare almeno un po' in Piazza e così mi sono ritrovata in mezzo a gente proveniente da tutto il mondo, sbattacchiata qua e là nel tentativo di scattare una foto a Ponte dei Sospiri e costretta a fare lo slalom tra un piccione e un giapponese per raggiungere l'unico punto della piazza perfettamente in linea con la Basilica. Mi sono regalata l'entrata a ben due musei e ho scoperto una storia d'amore scolpita nel capitello di una colonna di Palazzo Ducale. E' questo il bello di essere turista nella propria città: sapere esattamente dove andare ma far finta di non saperlo per vedere ogni cosa con lo stupore della prima volta.
 
 
Il passo veneziano, allora, si distende e non c'è alcuna frenesia, nessun orario, nessuna corsa per prendere il battello al volo perché ogni tanto fa bene rallentare e osservare ciò a cui nel quotidiano si dà solo una rapida occhiata... e magari ci scappano anche degli free hugs a Ponte della Paglia.
 
 



lunedì 22 aprile 2013

Il giorno della terra

 
Chissà... magari questo è un incentivo per curare un po' di più questo nostro mondo...

sabato 20 aprile 2013

L'imperfezione delle perle


"Nessuna perla è uguale all’altra. Nessuna perla è mai perfettamente simmetrica. E nelle cose di questo mondo, è meglio tenersi lontano dalla perfezione: la luna quando è piena comincia a calare, la frutta quando è matura cade, il cuore quando è felice già teme di perdere quella gioia, l’amore quando raggiunge l’estasi è già passato. Solo le mancanze assicurano la bellezza, solo l’imperfezione aspira all’eternità. La perla se ne sta lì con quella sua irraggiungibile imperfezione, nata dal dolore. E dall’amore che lo abbraccia. La perla dice che la felicità non è in ciò che dura un giorno e poi passa, ma si cela là dove non s’inciampa nella morte, e se v’inciampa è solo per una nuova nascita. E questa trasformazione non si chiama felicità, ma gioia di vivere."
 
A. D'Avenia

Oggi


Sono in uno stato confusionale-semi-disperato derivante da:
 
* una ricerca per un corso cui non riesco dar concretezza
* quattro "quarte di copertina" che non riesco a scrivere
* il clima autunnale ad aprile. Io VOGLIO la MIA primavera
* una mail che non arriva
* comunicazioni interrotte
* i vicini che si mettono a montare mobili all'una del pomeriggio
* gente che non si sa dove sia finita
* esercizi di teoria e solfeggio sempre più difficili
* pasta troppo piccante
 
... ho assoluto bisogno di un abbraaaaaaaaaaccio.
E magari anche di un week end alle terme.

venerdì 19 aprile 2013

Keep calm and...


Ci sono giorni in cui solo la cioccolata mi capisce. 

giovedì 18 aprile 2013

Gesti d'amore


Non c'è giorno in cui non abbiamo bisogno di gesti d'amore. I gesti d'amore ci nutrono tanto quanto un piatto di pasta, ci curano un po' meglio del fido Oki, ci riscaldano più della coperta di pile nelle sere invernali. I gesti d'amore sono cose molto piccole e molto preziose, che hanno il potere di illuminare un volto buio. I gesti d'amore sono i minuti gialli dei nostri giorni grigi.
 
... gli appunti passati, una torta condivisa, il messaggio di un'amica, il film con la coinquilina, il sorriso del nuovo vicino di casa, il gesto gentile di un senzatetto, una cartolina, il tipo del battello che mi vede correre e mi aspetta, una pasta cucinata insieme, un sms che fa sorridere, il grafico che continua a modificare il suo lavoro prontamente secondo i miei suggerimenti, la prof che si interessa di chi sono fuori dall'aula dell'università, la compagna che legge un mio lavoro, scrivere in poco tempo una relazione perché so che il collega è incasinato e così ha più tempo per leggerla e correggerla, il cameriere del caffé che risponde alle mie domande di "antropologa", la coinquilina che mi regala un biglietto ridotto per la mia escursione al parco, il "tu sei il mio minuto giallo" di un'amica ...




lunedì 15 aprile 2013

Una parola


Io credo che un giorno dovremmo definire questa cosa una volta per tutte. Credo che la paura debba essere affrontata, l'insicurezza sconfitta, le cose importanti finalmente dette. Credo che sia passato troppo tempo, che non riesco più a gestire da sola una cosa che sta diventando più grande di me, che sia questione di onestà. Credo che se le cose andassero come vorrei poi sarei felice. Credo che se le cose non andassero come vorrei sarei triste per un po' ma poi tornerebbe il sole. Credo che, comunque vada, continueremo questo nostro splendido viaggio.

domenica 14 aprile 2013

Ragazzi miei...

... Se lottiamo per un'idea e un mondo un po' più bello e non per i nostri interessi,
se seminiamo invece di tenere i semi nel sacco,
se ascoltiamo invece di gridare,
se ci abbracciamo invece di non guardarci,
se cresciamo invece di sentirci arrivati,
se ammettiamo i nostri limiti invece di fare i superuomini,
se proponiamo invece di giudicare,
se ci sentiamo liberi di sbagliare invece di aver paura di cadere,
se togliamo il superfluo e torniamo all'essenziale,
se facciamo sentire la nostra voce invece di rinunciare al primo ostacolo,
se cuciniamo e puliamo insieme,
se il problema di uno è il problema di tutti,
se qualcuno taglia, un altro incolla e qualcun' altro ancora colora...
 
Allora sì, sono dei vostri. Ma solo a queste condizioni.
 
Perché solo in questo modo ha senso lottare e sognare e arrabbiarsi e far notare quello che non funziona e passare ore al telefono e spedire decine di mail e scrivere relazioni e macinare chilometri e disegnare e aspettare e fare la "stalker" della situazione e chiedere scusa per aver dimenticato uno e prendere appunti con la stessa cura che all'università e contrattare le scadenze e pensare e piangere un po'.
E ha senso perché c'è amore, tanto amore, e lo stiamo mettendo tutti per costruire insieme qualcosa di bello... oggi è stato un meraviglioso leone alato... e domani, cosa sarà?
Torno a casa più ricca e carica di quando sono partita questa mattina... nella valigia di questa settimana, tra le magliette e i pantaloni, metto anche i vostri visi sorridenti, le vostre parole cariche di affetto, le vostre domande a cui io non risposta. Sono felice di essere una di voi, sono felice che proprio voi siate i fiori di un giardino che considero un po' mio. Sono felice perché sapete riportarmi alle cose importanti della vita quando penso a numeri e gadget, perché sapete essere discreti e sfacciati, concreti e sognatori, perché non avete paura di mettere in comune il segreto di qualche vostro successo, perché non siete "il domani" ma un "oggi" che non deve essere sprecato, perché mi insegnate che ciò che conta non è fare qualcosa fatto bene, ma farlo con amore... "Come possiamo prendere le redini in mano se non abbiamo l'amore dentro?!"... L'avete detto proprio voi, questa mattina...  
 
A volte vi prenderei a badilate, ma infondo, ragazzi, comincio a volervi bene: non saprei immaginare la mia strada senza neanche uno di voi.

domenica 7 aprile 2013

Sei Carso


E allora è meglio stare in silenzio. Tenere pareri e parolacce per sé. Sorridere in risposta a sorrisi non veri, rimanere impassibili davanti a prese in giro. Muti ascoltando rimproveri. Meglio stare in silenzio. Già troppe parole sono state dette e scritte. Basta, e forse è meglio così. Meglio che si sfoghi, che gridi tutto quello che ha da gridarti: stanotte  lei dormirà sonni tranquilli... invece tu, beh, non tanto. Davvero, va bene. Meglio che le dica qui e adesso - pomeriggio rovinato per rovinato - invece che in un altro momento quando sei più vulnerabile.
Sei una montagna.
Le furie dei venti sposteranno solo qualche sassolino lungo i ripidi pendii. Sei una montagna e, in quanto tale, non sei rigogliosa fino alla vetta: aspra, dura e difficile... ma che bella la vista da là sopra. Più aspra è una montagna, più faticosa la sua ascesa, più bello il panorama. Sei una montagna, ma per oggi risparmiati le valaghe e tieni la tua neve per un'altra occasione. Sei una montagna, lungo i tuoi fianchi fiorisce la vita. Sei una montagna e in alcune zone si avventurano solo gli sherpa.
Sei una montagna.
Almeno fino a quando non entri in macchina e guidi verso casa.
Allora ti rendi conto di non essere più di un paesaggio carsico: in superficie brullo, battuto da un vento troppo freddo, segnato dal sangue e dal rumore della guerra. Dentro di te scorrono fiumi nascosti, nei tuoi inghiottitoi riposa qualche cadavere. E' sufficiente un po' di pioggia acida e ti sciogli, come neve al sole.
Guida piano.
Cos'è quella? Una lacrima?

lunedì 1 aprile 2013

Sesto senso

Non c'è niente da fare: ci sono cose che una donna sente e percepisce prima di un uomo. La donna annusa il pericolo a chilometri o giorni di distanza, l'uomo no.
 
Guarda che il vaso è in bilico...
"Non è vero, è che lo vedi da una prospettiva sbagliata".
Guarda che sta scivolando, aiutami a prendere una scala e sistemiamolo meglio prima che venga giù.
"Non serve, si sistema da solo".
Le cose non si sistemano da sole, e ti dico che quel vaso sta cadendo.
"Perchè ti fai mille problemi? Non fasciarti la testa prima che si rom..."
 
CRRRRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAASSSSHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!
 
Puoi dire al suddetto uomo "te l'avevo detto" quante volte vuoi, ma ormai il vaso è rotto. A questo punto spera almeno che prenda una scopa e ti aiuti a pulire.