"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

domenica 30 giugno 2013

Ho ricevuto un biglietto

Ho ricevuto un biglietto. Un suo biglietto. Per spostarlo dal posto dove lo aveva messo mamma ho avuto bisogno di un paio di giorni. Ne sono passati altri prima di riuscire ad aprirlo e ci è voluta qualche ora per leggerlo. Alla fine ce l'ho fatta. L'ho lasciato chiuso sopra la scrivania per oltre una settimana. Sono riuscita a scrivere una risposta, ma non so se gliela invierò mai. Intanto ho capito che per queste cose ci vuole tempo e coraggio. Molto tempo e molto coraggio. Forse riusciremo a ricomporci un po'.

venerdì 28 giugno 2013

I miei inukshuk

Oggi ho sistemato la mia tana, e già questa è una grande notizia: in genere passano molti mesi prima che trovi il coraggio e la voglia di riordinarla; mi piace l'ordine, ma sono troppo pigra per farlo entrare nei miei luoghi. Stamattina, complice la pioggia e un bel programma su Radio DJ, mi sono messa d'impegno e, straccio alla mano, ho passato in rassegna librerie, scrivania, mensole e comò. Le mie mensole meritano un'attenzione particolare. La prima cosa che si nota è che sono zeppe di fotografie: nella mensola più alta ci sono gli zii, il mare azzurro visto da un sentiero e fotografato durante una gita alle medie, io da bambina seduta in mezzo a delle margherite (ovviamente). Nella seconda c'è il Stella intenta a mordere una ciabatta e una scattata il giorno della cresima: io e la mia madrina abbiamo una posa ridicola, così quella è uno dei miei antidoti contro la tristezza. Terza mensola, altre foto: io e Clara, la ragazza austriaca dello scambio in quinta ginnasio e un portafoto multiplo che comprende il mio flauto traverso, una chiesina in mezzo ai palazzi di Toronto, la decorazione a forma di margherita di un tempio romano, il brindisi con il the caldo in ricordo di una gita speciale. Quarta mensola, ultime foto: io da bambina al mare (credo in autunno, perchè indosso un piumino) seduta sugli scogli con il pupazzo Chicco in mano ed infine la foto di classe scattata davanti al Partenone inserita, ovviamente, in un portafoto a forma di partenone. Tra una foto e l'altra ho messo cianfrusaglie importanti di vario tipo: sassi, conchiglie, una pallina da golf, un albero di cartone, peluches, statuine... Tra le cose rinvenute dai miei cassetti ho trovato un inukshuk, un ometto di pietra usato dagli inuit come punto di riferimento. E' il regalo di un'amica di mia mamma in occasione di un viaggio in Canada qualche anno fa. L'inukshuk ha portato una novità sulla mensola più bassa: libri. Ma non libri qualsiasi (per quelli ci sono le due librerie e il cassone del letto a castello), libri-guida, appunto, quelli che porterei in un'isola deserta nel caso avessi la sfortuna di andarci: Le piccole virtù di Natalia Ginzburg, Caos calmo di Sandro Veronesi, In nome della madre di Erri de Luca, Odissea di Omero, Va' dove ti porta il cuore, Ascolta la mia voce, Anima mundi e Ogni angelo è tremendo di Susanna Tamaro, i due volumi delle Lettere a Lucilio di Seneca, In nome della rosa di Eco, Frankenstein di Mary Shelley, Manuale del guerriero della luce di Paulo Coelho, I segreti della Sistina di Roy Doliner e Benjamin Blech, L'eleganza del riccio di Muriel Barbery, Il Piccolo Principe di Antoine de Saint Exupéry, Lezioni americane di Calvino, Il Profeta di Gibran ed infine I frutti dimenticati di Cristiano Cavina. Ovviamente sono molto orogliosa della nuova disposizione, anche se so già che l'ordine appena trovato durerà al massimo un paio di giorni. Pazienza. 

mercoledì 26 giugno 2013

La musica sa chi sei

E svegliarsi con Radio DJ che canta questa canzone di Neffa... sono io.

Quando un progetto si realizza

C'è una strana adrenalina nel vedere realizzarsi i propri progetti, nel vederli diventare concreti giorno dopo giorno. E' bellissimo. 
Ieri ho finito quel benedetto lavoro sul Lapis Satricanus (in breve, un'epigrafe di cui non si sa quasi niente). Ecco, osservarlo e leggerlo dopo averlo finalmente stampato è stata una gran bella sensazione: quella terminologia usata credo decentemente, il layout che sembra "professionale", il corsivo per le parole in latino... mi ha fatta sentire, cavolo, competente e capace. E' vero, è un progettino piccolo e, almeno per quanto mi riguarda, finalizzato a guadagnare tre crediti extra, però ci ho speso tempo e fatica e tuttosommato sono orgogliosa del risultato. 
E poi c'è un altro progetto condiviso in cui inizialmente non credevo tanto ma che mi convince ogni giorno di più. Ho appena stampato il programma e devo dire che mi sono un po' commossa (io piango per niente in questo periodo... cosa volete... gli ormoni...): lì dentro c'è anche il mio zampino di contretezza. E' un "sogno matrioska" perchè è uno ma ne contiene tanti. Otto mesi di lavoro per questo... come sono emozionata.

lunedì 24 giugno 2013

Lei

 [il riccio e la tartaruga: un regalo prezioso]

Per fortuna, ogni tanto, capitano i pomeriggi di chiacchiere. Ma non chiacchiere qualunque con persone a caso. No. Chiacchiere qualunque con lei, la sola, unica ed inimitabile. Quella che ti ha colpito subito tra il gruppo dei visi sconosciuti il primo giorno di scuola ma a cui hai avuto bisogno di tempo per legarti stretta stretta. E tu rispondi al nome di quella che si è guadagnata il suo affetto giorno dopo giorno. Poco a poco. Perchè relazioni importanti mettono radici lentamente. A pensarci bene corrisponde alla descrizione dell'amico contenuta in un libro di Natalia Ginzburg. E ti manca, un po'. Perchè studiare in città diverse ma in effetti non troppo lontane e da compagne di banco storiche non è proprio il massimo. E allora bisogna nutrirsi il più possibile di questi momenti. Pazienza se il pomeriggio di studio che avevate programmato si trasforma in un mare di aneddoti finalmente raccontati a voce. Finirai domani il progettino di epigrafia. Oggi ci sei per lei più degli altri giorni. Così diverse, così amiche... com'è possibile? Te lo chiedi mentre ti parla ed è un fiume in piena, come sempre. Forse non è neanche importante come sia possibile. Lei c'è, è questo che conta. Sa cosa si nasconde in tutte le pieghe della tua anima, lo sa anche da lontano, lo sa soprattutto quando non hai voglia di parlare. Conosce la melodia del tuo cuore e te la intona quando non te la ricordi più. Lei dosa con cura la parola "amica" e la usa solo per te. Racconta senza fermarsi mai, ti regala ancora un po' di sé, si interroga e si risponde da sola e tu la ascolti e basta. Perchè infondo è questo di cui ha bisogno. Perchè è questo tutto ciò che le sai dare. Lei una tartaruga e tu un riccio. Connubbio perfetto. Lei che non la pensa come te su molte cose, che ha uno stile di vita proprio opposto al tuo, lei che sa sempre cosa dire e se per caso rimane senza parola pare fatto apposta e non succede niente. Lei ha imparato ad essere puntuale per te e tu hai imparato ad arrivare con qualche minuto di ritardo per lei.Ti ha salvata. Non odia i tuoi slanci d'affetto. E' orgogliosa di te, dei tuoi piccoli passi e te lo dice senza l'invidia che a volte caratterizza i rapporti tra donne. Ti stupisce per il suo ottimismo, per la forza pareva mancarle ma tutto d'un tratto spruzza fuori come il getto di un geyser. Ti stupisce perchè nonostante tutti quelli che se ne sono andati lei resiste ancora. Manda un messaggio scemo mentre sei in treno e ti viene da ridere così forte che tutti si voltano a guardarti. Le puoi scrivere qualcunque cosa a qualsiasi ora e sai che non disturbi. E io non ho paura, perchè quando attraverso le selve oscure della mia vita lei cammina accanto a me. Un altro bicchiere di succo alla mela verde, quello dello studio disperato della maturità, per brindare agli amori andati e alle amiche che si scelgono ogni giorno. 

Tanto per gradire

Io odio il Lapis Satricanus. 
Cioè... come faccio a scrivere delle cose su una pietra che è tutta un'ipotesi? 
Calma e sangue freddo.

domenica 23 giugno 2013

E se ti trovassi ad un bivio

"La regola d'oro secondo me è: quando sei ad un bivio e trovi una strada che va in su e una che va in giù, piglia quella che va in su. E' più facile andare in discesa, ma alla fine ti trovi in un buco. A salire c'è più speranza. E' difficile, è un altro modo di vedere le cose, è una sfida, ti tiene all'erta".

Tiziano Terzani

Quando i colleghi sono anche amici


["Noi siamo felici di darvi una mano"]



Chiaretta, allora? Questo progetto? Eh, Ciuffina, siamo venuti fin qui per parlartene. Oh, sai che mi piace la tua maglietta? L'ho vista in un negozietto della mia città e non potevo lasciarla lì. Allora, noi arriviamo sabato pomeriggio, poi la sera abbiamo preso accordi per venire su questa collina, perché c'è un evento e dormire qui.. voi volete venire? Che figo! Possiamo starci anche noi? Ovvio basta chiedere al direttore... Fantastico, dammi il numero, che poi lo chiamo. E poi la domenica ci sarebbe questo momento e il lunedì questo e poi martedì torniamo a casa. Però... avete un programma bello pieno! Certo, e non pretendiamo che stiate con noi tutti e quattro i giorni... Noi infatti pensavamo di stare un po' insieme a voi e di farvi una bella accoglienza, magari con un bell'aperitivo di benvenuto, siete d'accordo? Certo! Però portiamo noi il prosecco... con tutto il rispetto i nostri vini sono tra i migliori. Va bene, al limite noi ci organizziamo per quello analcolico... qualche succo va bene? Direi ottimo. Poi fate un momento di apertura? Sì, là sotto anche se non ci staremo tutti. Se vuoi posso chiedere al mio boss che metta una buona parola con il rettore... Lascia perdere, abbiamo già parlato con il rettore ed è stato irremovibile: non ci vuole vedere di sopra. Ma lascia che ci proviamo noi! Guarda che con tutta la gente che gli portiamo dovrebbe costruirci un monumento. Ok, allora di' pure al tuo boss che interceda per noi. Ma quindi voi quanta gente avete previsto? Ottimisticamente circa 450 persone... speriamo che tra questi ci siano almeno cento ragazzi! Già... sennò sai che figura. Non me ne parlare! Già temo. Ma voi in quanti potreste essere ad accoglierci? Quindici? Venti? Ma veramente io ne porterei un centinaio... UN CENTINAIO? Ma da dove tiri fuori tu cento ragazzi per venire ad accogliere noi? Appena mi hai accennato del vostro progetto io ne sono rimasta subito colpita e l'ho proposto ai miei e anche a loro piace tanto. E poi, oltre che collega, sei anche amica e gli amici vanno aiutati. Beh, grazie... Guarda che come accogliamo noi le persone non le accoglie nessuno sai? Eh, noto! E poi stasera abbiamo la pizza con i ragazzi che sono venuti a maggio e glielo dico ufficialmente. Cento noi e cento voi... oh, fanno duecento ragazzi! Più il resto degli adulti!!! Ma ti immagini che bello? Pensa che colpo d'occhio... Dovremmo gemellarci. Ma noi ci stiamo già gemellando con voi!!! Allora dobbiamo pensare ad un nome per la nostra nuova macroregione! Ma per te i nostri boss vanno d'accordo? Mah... secondo me non è che si considerino più di tanto. Allora forse se vedono che io e te collaboriamo bene e siamo felici di stare insieme potrebbero considerarsi di più anche loro! Cavoli, hai ragione... Pensa che meraviglia... Comunque a buon rendere eh! Se volete fare delle giornate su da noi vi diamo una mano! Ma figurati... voi basta che chiediate quello che vi serve e noi faremo di tutto per farvelo avere. Allora eventualmente ti scrivo lista di cose... comunque abbiamo tempo... manca ancora un mese. Intanto io mi sono già segnata l'intercessione del boss e i drink analcolici. In settimana ti mando anche una mail con il programma definitivo, sia il nostro sia quello dell'evento in collina e poi ci sentiamo. Ok ok... ma quanto sono gasata?! Non dirlo a me! Non vedo l'ora che arriviate con le vostre persone e soprattutto non vedo l'ora di incontrare i vostri ragazzi. Scherzi a parte, Ciuffina, quando ci mettiamo siamo troppo delle bestie! Hai ragione Chiaretta, siamo delle fighe pazzesche...

Una festa come quella dei film

E così, a quella festa di compleanno, alla fine, io e il collega ci siamo andati. In realtà non ne avevamo assolutamente voglia, non tanto per la festeggiata, che è anche una ragazza simpatica, quanto perchè stavamo rientrando dall'ennesimo giro di sopralluoghi: due giorni passati a modificare anche quelle due certezze che avevamo, a rincorrere innumerevoli persone, a ripercorre passo passo tutti gli aspetti dell'avventura... alla fine però siamo riusciti a concludere e a concretizzare più di quanto io stessa avessi previsto. Insomma, stanchi morti, rimbambiti quanto basta, sudati come capre, dato che avevamo anche i vestiti di ricambio per la festa e il regalo per la ragazza, abbiamo virato la rotta e ci siamo buttati nella mischia.
Innanzitutto raramente trovo qualcosa in me che mi piace dal punto di vista fisico, ma ieri sera mi sono sentita bella: il vestito rosso chiaro quasi tendente all'arancio dalla trama damascata chiuso sul collo - solo una lieve apertura - , l'orlo poco sopra il ginocchio, le ballerine bianche, la molletta a forma di rosa bianca, i capelli finalmente sciolti e gli orecchini rossi simili a coralli... una bella sensazione. Mi è sembrato di essere in uno di quei film in cui la riccona di turno (che, nello specifico, NON è la mia amica) al tramonto dà una festa nella sua casa di campagna dotata di piscina, si mangia (e si beve) qualsiasi cosa e alla fine viene portata la torta sotto un gazebo di legno illuminato con le luci di Natale ma che messe in un modo apparentemente casuale fanno tanto estate. Ecco, era proprio così. Sono stata bene tra tutta quella chiccheria a cui non sono mai stata abituata. Ma per una sera si può fare. 
E anche se non è tutto come vorrei, anche se fa ancora un po' male, anche se ci vogliono autocontrollo e pazienza e il taglio comincia a rimarginarsi poco alla volta e anche se ci sono milioni di "anche se" va bene così. Davvero. Perchè un po' di musica e un vestito rosso chiaro quasi tendente all'arancio spazzano via i pensieri negativi. 

martedì 18 giugno 2013

Ormoni

Che poi. Mica è colpa nostra, di noi donne dico, se cambiamo umore alla velocità della luce. Non lo facciamo apposta. E' che abbiamo in circolo una miriade di ormoni, una quantità incredibile di cose chimiche che fanno annebbiare il cervello. 
Questo vale per una metà del mese.
Per l'altra metà, se ci arrabbiamo, è sempre colpa del mondo esterno. 

domenica 16 giugno 2013

E poi... la magia


[Partenza: ultime raccomandazioni]
 
E poi. Poi è la prima vera volta senza i compagni di viaggio di sempre, che hanno contribuito a colorare la mia storia. Poi in stazione vedi quattro occhi che non ti aspettavi di incontrare e ti senti un po' più sicura. Poi ti regalano una brioche di benvenuto prima di partire. Poi l'emozione del treno che comincia a muoversi. Poi le chiacchiere e le confidenze nella penombra di uno scomparto silenzioso, mentre fuori, in corridoio, scorre l'allegria. Poi il tramonto sul mare calmo e il cielo rosa che si riflette sui finestrini. Poi l'arrivo e le prime lacrime, come da programma. Poi un nuovo compito. Poi una nuova squadra di donne fantastiche. Poi gli occhi scuri e indagatori della boss. Poi un favore ad un amico e un bottino di boccettine di vetro. Poi l'arrivo degli altri. Poi la mia panchina, ancora miracolosamente libera, come ad agosto. Poi i letti e le calze che pizzicano. Poi la bella statuina sotto il primo sole di giugno. Poi l'emozione che non si riesce a trattenere. Poi il passo lento e regolare, a tratti "istituzionale". Poi una poesia. Poi un sorriso. Poi le corde, come a settembre; ma questa volta è più facile. Poi quattordici uomini e una donna: io. Poi la roccia di velluto. Poi tantissime persone in silenzio. Poi una confidenza che turba il cuore. Poi una storia finalmente raccontata per intero. Poi il cuore in pace. Poi una discussione costruttiva. Poi ingozzarsi di torta al cocco. Poi un regalo, anzi, tre. Poi la macchina fotografica di una signora. Poi una proposta. Poi l'organizzazione. Poi le fiaccole sotto la pioggia. Poi il freddo. Poi le scarpe bagnate. Poi i ragazzi. Poi Fanta e vino rosso. Poi i canti e la chitarra al bar. Poi dovrei staccare il cervello. Poi le taniche d'acqua come cinque anni fa. Poi la foto e via a cambiarsi. Poi una gita inattesa con i ragazzi, tutti esonerati dal servizio. Poi i giochi, il sole, l'acqua e un percorrere fatto di nuove conoscenze e piccoli passi. Poi l'insolazione di gruppo e le bottigliette riempite con la gomma dell'acqua di due francesi che stavano lavando la macchina. Poi la cena con i compagni di servizio, la condivisione dei primi ricordi e i regali che non ti aspetti. Poi un ultimo saluto sotto una pioggerellina fine. Poi le lacrime che non riescono a fermarsi e un angelo inglese vestito di bianco pronta ad asciugarle. Poi il cuore che pesca tra i ricordi e lascia finalmente andare chi non ha mai avuto. Poi le ultime pulizie con tutte quante. Poi il treno. Poi le montagne che si allontanano veloci. Poi la notte e un altro pianto ancora. Poi un nuovo giorno. 
E poi. Poi i visi sconosciuti e un po'sfocati della partenza hanno assunto contorni più definiti. L'ultima immagine: lo sguardo della boss: la gratitudine nei suoi occhi e nei miei. Ed è difficile scendere da questo treno che ho imparato a considerare mio chilometro dopo chilometro, sorriso dopo sorriso. Ma l'avventura continua ancora: è questa la magia.     

domenica 9 giugno 2013

In viaggio verso il cuore

E' un nuovo viaggio, quello che mi aspetta domani. 
Un treno, una polo, una macchina fotografica, qualche cambio, una valigia colma da svuotare in riva al fiume sotto gli alberi, come ogni anno, per far posto al nuovo, all'inatteso; uno zaino con dentro tante esperienze diverse, riempito giorno dopo giorno, anno dopo anno, con l'aiuto di chi non ci sarà, di chi ha deciso di andare... o di restare, dipende dai punti di vista. Li guardo come dal vetro di un treno, come se fosse già domani. Grata per che mi hanno dato. Ma davanti... una nuova avventura, un nuovo percorso, l'ignoto, l'emozione fresca di una prima volta. Sono emozionata, molto emozionata. 
Un viaggio la cui meta è il cuore: quello della nonna che sta finalmente meglio, quello dei due amici che già conosco, quello dei nuovi compagni, quello delle persone che mi verranno affidate. 
E il mio.

venerdì 7 giugno 2013

La mia cesta dei giochi

Da bambina odiavo giocare con le bambole: avevano quel sorriso ebete che me le rendeva antipatiche e non sapevo cosa farci. Ne avevo solo una, forse un regalo di qualche vecchia zia che non aveva idea dei miei gusti. Non mi attiravano neanche le macchinine, primo perché non ne avevo tante e secondo perché un gioco troppo dinamico per una poltrona come me. 
Adoravo alla follia i chiodini... forse il pubblico che mi legge sa cosa siano, comunque, per spirito di chiarezza è meglio dirlo: si tratta di quei bastoncini di plastica colorati con un cappello tipo fungo sulla sommità che si infilano in una tavoletta di plastica bucata. Li usano ancora i bambini di oggi? Non sono informata. A dir la verità non ne avevo tantissimi e si riuscivano a comporre solo motivi molto semplici, però io ci passavo le ore. Modestamente, ero la campionessa mondiale nel metterli in ordine di colore l'uno accanto all'altro oppure scrivere le lettere dell'alfabeto. Avrei potuto partecipare anche alle olimpiadi di chiodini.
Altro oggetto facilmente rinvenibile nella mia cesta dei giochi era l'album da colorare. Da nipote di un pittore non potevo non averne una collezione infinita: c'erano quelli dedicati agli animali, ai numeri, ai mestieri, altri assortiti. Ne divoravo uno dopo l'altro e avevo perennemente le mani sporche di pennarelli... forse c'era più colore nelle dita che nel disegno. Da che mi ricordi, non sono mai andata fuori dai bordi neri dei disegni e usavo i colori in modo realistico: per capirci, non coloravo di verde le nuvole. Disegnare era una cosa che mi piaceva davvero tanto... Per evitare che diventassi capricciosa mia mamma era costretta ad avere sempre in borsa un blocchetto di fogli e una penna: lo stretto necessario, insomma. "Questa bambina è nata con la penna in mano", ripetevano sempre in casa mia. E io, per questo, mi sentivo speciale: c'era chi veniva al mondo con una calcolatrice, con un neo gigante sulla schiena e io con una biro blu. Datemi una penna e affronterò il mondo.
Infine, avevo una venerazione per i puzzle che, ancora oggi, sono custoditi al sicuro nel mobile d'ingresso a casa dei nonni. Avevo delle regole ferree: uno: si assemblano prima i contorni, poi il centro. Due: si parte da quelli più piccoli per assemblare via via quelli più grandi. La mia specialità era comporli senza guardare il disegno sulla scatola... d'altra parte li avevo fatti e disfatti così tante volte che non mi serviva più neanche una sbirciatina. Questo mio talento era molto apprezzato in casa e capitava spesso che scoprissi mio nonno ad ammirarmi mentre, con la sicurezza di chi sa, incastravo le tessere le une alle altre. Ho imparato la geografia grazie ai puzzle: il mio preferito, infatti, aveva ben 200 pezzettini e raffigurava una cartina dell'Europa con Topolino e i suoi amici disegnati sopra. Per molto tempo ho creduto che se fossi andata in Islanda avrei incontrato Paperon de' Paperon e le pulcinelle di mare. Mi sentivo una specie di bimba prodigio, nel mio settore e credevo che la mia missione fosse mettere tutti i pezzi al loro posto. Beh, devo ammettere che crescendo ho scoperto che non è così semplice come credevo.
   
Ieri ho trovato tutti questi tesori nella mia vecchia cesta. Ci ho passato il pomeriggio.

mercoledì 5 giugno 2013

!!!

Ieri, al telefono.
Io: "Ehi, ciao! Come stai? Tutto bene? Dimmi, di cosa hai bisogno?"
Dall'altra parte: "Ciao, sì sì, tutto bene. No niente... volevo solo dirti che sono un tuo fan". 

Sono cose che segnano. 

martedì 4 giugno 2013

Una ragazza che legge

[fonte foto: web]
Dai un appuntamento ad una ragazza che spende il suo denaro in libri anziché in vestiti. Lei ha problemi di spazio nell’armadio perché ha troppi libri. Dai un appuntamento ad una ragazza che ha una lista di libri che vuole leggere, che ha la tessera della biblioteca da quando aveva dodici anni.
Trova una ragazza che legge. Saprai che lo fa perché avrà sempre un libro ancora da leggere nella sua borsa. E’ quella che guarda amorevolmente sugli scaffali di una libreria, quella che tranquillamente emette un gridolino quando trova il libro che vuole. La vedi odorare stranamente le pagine di un vecchio libro in un negozio di libri di seconda mano? Questo è il lettore. Non può resistere dall’odorare le pagine, specialmente quando sono gialle.
Lei è la ragazza che legge mentre aspetta in quel caffè sulla strada. Se dai una sbirciatina alla sua tazza, la sua panna non proprio fresca galleggia in superficie perché lei è già assorta. Persa nel mondo dell’autore. Siediti. Potrebbe darti un’occhiataccia, poichè la maggior parte delle ragazze che leggono non amano essere interrotte. Chiedile se le piace il libro.
Offrile un’altra tazza di caffè.
E’ semplice dare un appuntamento ad una ragazza che legge. Regalale libri per il suo compleanno, per Natale e gli anniversari. Falle il dono delle parole, in poesia, in musica. Regalale Neruda, Pound, Sexton, Cummings. Falle sapere che tu comprendi che le parole sono amore. Capisci che lei sa la differenza che c’è fra i libri e la realtà ma che per dio, lei sta cercando di rendere la sua vita un poco simile al suo libro Capisci che lei sa la differenza che c’è fra i libri e la realtà ma che per dio, lei sta cercando di rendere la sua vita un poco simile al suo libro preferito. Se lo fa, non sarà mai colpa tua. Ha bisogno di essere stuzzicata in qualche modo. Mentile. Se comprende la sintassi, capirà che hai la necessità di mentirle. Oltre le parole, ci sono altre cose: motivazione, valore, sfumature, dialogo. Non sarà la fine del mondo. Deludila. Perchè una ragazza che legge sa che il fallimento conduce sempre al culmine. Perché le ragazze come lei sanno che tutto è destinato a finire. Che tu puoi sempre scrivere un seguito. Che puoi iniziare ancora e ancora ed essere nuovamente l’eroe. Che nella vita si possono incontrare una o più persone negative.
Perché essere spaventati da tutto ciò che tu non sei? Le ragazze che leggono comprendono che le persone, come i personaggi, si evolvono. Eccetto che nella serie di Twilight.
Se trovi una ragazza che legge, tienitela stretta. Quando la trovi alle due di notte stringere un libro al petto e piangere, falle una tazza di the e abbracciala. Potresti perderla per un paio d’ore ma tornerà sempre da te. Lei parla come se i personaggi del libro fossero reali perché, per un po’, lo sono sempre.

[di Rosemarie Urquico]

lunedì 3 giugno 2013

Perché?

Perché mi faccio coinvolgere così tanto, perché? Perché non posso farmi gli affari miei, starmene tranquilla a leggere? Perché penso? Perché ho una fantasia così sviluppata? Perché, perché?

domenica 2 giugno 2013

Thanks to...


[La squisitezza nutella e cocco della nonna di Ciuffina]

...Dove vanno i sogni che si esprimono quando si soffia sulle candeline?

Thanks to:

* l'Abruzzese per le foto... le innumerevoli foto... le innumerevoli ed imbarazzanti foto...
* 'Gnesina 'nfortunata per i segnaposto dolcissimi
* la zia di 'Gnesina 'nfortunata, la nuora della zia di 'Gnesina 'nfortunata e la parrucchiera della zia di 'Gnesina 'nfortunata per il deposito bagagli e le focacce preparate apposta per noi
* Ciuffina per il prezioso sostegno morale
* la nonna e la zia di Ciuffina per l'ospitalità e i quintali di cibo
* Ale&Ale per la cena e per i consigli
* Er Boss per il passaggio (spericolato)
* la Biondina per averci tenuti in piedi fino alle 4 del mattino a causa della sua indecisione e per la risata con risucchio: mi sento meno sola
* la commessa del Conad per la figuradiemme che ci ha fatto fare (adesso abbiamo un aneddoto in più da raccontare)
* la valigia mezza vuota dell'Abruzzese per aver custodito il tessssssoro al sicuro e lontano da occhi indiscreti
* le Senza Divisa per aver dimostrato che siamo un gruppo unito
* la Grande per averci dimostrato a volte siamo (ancora e per fortuna) dei bambini
* Mousse per la dolcezza e le chiacchiere sul vestito che avrà al matrimonio del miniVale
* il MiniVale per la lettera che ci ha scritto
* l'Altra Bionda per i gossip sui dettagli del matrimonio del miniVale
* il Siculo per l'ironica serietà
* il Prete per i fiori sulla torta del mezzogiorno
* la mia Delegazione per la presenza tutta d'un pezzo e per il dialogo in dialetto
* la Linea A della metro per essere stata il teatro di innumerevoli figurediemme
* Chi non c'era per gli auguri in chat
* Tupperware per aver portato a destinazione e sani e salvi i muffin
* il vino rosso dei Castelli Romani per i brindisi
* Marzia per aver capito le mie esigenze di cibo
* Tarta per il messaggio bellissimostrabellostrappalacrime che mi ha spedito
* Er Boss Dei Boss la seguente frase: "Per esempio, ho trovato Chiara una notte in autogrill sperduta e spaurita (fatto realmente accaduto) e adesso guarda un po' che donna che m'è diventata!?!"
* il Signor Direttore per le chiacchiere e la fiducia

"Vent'anni si compiono una volta sola!" ... peccato, perché festeggiarli con voi è una figheria pazzesca. Vi voglio bene. 




Il blocco dello scrittore

Io non so scrivere a comando.