"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

domenica 28 novembre 2010

Prima candela dell'Avvento: accesa!

Prima candela dell'Avvento: accesa!
Natale si avvicina.
Dicembre, scolasticamente parlando, sarà un mese molto duro. Verifiche e interrogazioni mi terranno china sulla scrivania fino al 23 quando finalmente cominceranno le vacanze.
Ma io non ho intenzione di perdermi la magia di questo periodo, il profumo dei biscotti alla cannella, l'emozione di pensare ad un regalo per qualcuno di speciale.
E quindi, a te che ti imbatti in queste righe disordinate, auguro un buon cammino verso il Natale. Che in questo periodo di freddo e buio possa avere attorno a te luce e affetto.
Di cuore.


Sì alle calze d'estate, alla divisa, ad una vacanza con meta insolita.
Sì ad un viaggio scomodo e lungo, ad un momento per gli altri, all'aiuto reciproco.
Sì all'emozione, alla commozione, al silenzio.
Sì al sorriso, alla fatica, al lavoro di squadra.
Sì al male alle gambe, alle domeniche insieme, ai canti.
Sì alle coccole, al segreto, al raccoglimento.
Sì alle grigliate, ai giochi al parco, al profumo.
Sì al treno, al basco blu, allo stemma.
Sì alle taniche, alla responsabilità, al refettorio.
Sì alle candele, alla speranza, all'allegria.
Sì al lavoro, alle pulizie, al riposo.
Sì alle risate, alla crescita, al cambiamento.
Sì alla fiducia, all'amicizia, alla panchina.
Sì al coraggio, alla gratitudine, alle lacrime.
Sì alla promessa, alla notte, alla luce.
Sì al ritorno, al miracolo, alla folla.
Sì all'entusiasmo, alla creatività, all'ottimismo.
Sì alle regole, alla gerarchia, allo stendardo.
Sì ad un momento solo per sé, all'impegno, alla associazione.


28 novembre 2010 Giornata dell'adesione UNITALSI.

domenica 21 novembre 2010

Le ho mai raccontato del vento del Nord

Le ho mai raccontato del vento del Nord è uno di quei libri che vanno assaporati un poco alla volta, una pagina a sera. Ma è anche uno di quelli che ti rapiscono e in una notte li hai già letti.
Daniel Glautter, più che raccontare Leo ed Emmi, curiosa nelle loro caselle di posta elettronica, mostrandoci due personaggi curiosi, simpatici, uniti da uno scambio di e-mail iniziato accidentalmente. L'uno dà voce all'interiorità dell'altra, possiamo dire così.
Poca azione, molto sentimento, un finale inatteso, una storia senza tempo e senza luogo, senza volti, tante parole, tanto cuore.
Consigliatissimo.

sabato 20 novembre 2010

Tutto aiuta. Anche un ego enorme.

Chi suona, sicuramente, ha ben presente la sensazione che si ha quando di tutto un brano due passaggi non riescono. Si vedono come una sfida contro sé stessi, uno scoglio da superare.
Per quanto mi riguarda lo scoglio da superare tra le parti del coretto sono due battute dell' Adeste Fideles. Semplice, è vero, ma la mia parte è stata arrangianta apposta per me dal direttore: flauto solista, organo che sostiene i bassi, violini in sottofondo... E questo vuol dire scalatine, articolazioni diverse, note arrampicate troppo in alto. E' da luglio che studio 'sto pezzo e quel benedetto passaggio non mi è mai venuto.
MA.
Ma oggi sono arrivati finalmente questi violini. Una ragazza e due ragazzetti, tutti più giovani di me... La mia proverbiale gelosia mi ha catturata ancora, così come il mio ben noto egocentrismo, ma questa volta posso dire che siano stati utilissimi: ebbene, signori, per la prima volta non solo ho suonato le note giuste di quelle due battute, ma anche all'ottava acuta e intonate. Cos'è successo? Non ho pensato a come soffiare, né alle posizioni delle dita, né a non premere la boccola sul labbro. Competizione, ecco cosa mi ha permesso di non sbagliare. Il fatto è che mi sono sentita messa in discussione, lasciata in parte, sostituita, anche se di fatto così non è stato e so che non lo sarà. Però tutto questo mi ha permesso di pensare solo al fatto di suonare per dimostrare innanzitutto a me stessa di cosa sono capace... Questa volta il mio enorme (purtroppo) ego mi è stato di grande aiuto.
E poi, gli abbracci. I miei momenti di musica sono fatti anche di questi. Dita che corrono, respiro, tempo, dinamiche... e coccole. Con la testa appoggiata sulla spalla della Regina madre, come si definisce la mia insostituibile dottoressa che suona l'organo, confesso la mia enorme gelosia, la mia paura dei cambiamenti, il mio eccessivo egocentrismo. Per spazzare via tutta la malinconia non ha altro da fare, lei, se non abbracciarmi ancora più forte.
Il posto più sicuro sono le braccia di coloro che ti vogliono bene.
Questi sono i momenti di musica che amo di più.

giovedì 11 novembre 2010

Niente gita

Per protesta i professori della mia scuola hanno deciso che non si faranno le gite.
Neanche quella bella in Grecia dell'ultimo anno. Neanche quelle di un giorno.
Da un lato li capisco: andare in gita con una classe comporta diversi oneri, sempre più pesanti se si sta fuori per qualche giorno, senza avere tornaconto alcuno. In questo modo sperano di ottenere qualche risultato, dato che scioperi e cortei non bastano per sistemare le cose nel mondo della scuola.
Stamani quando ci hanno avvisato della decisione eravamo furibondi. E' vero, noi studenti in questo senso siamo "egoisti", ma di fatto il momento della gita è uno fra i più belli dell'anno scolastico. Oltre ad unire la classe, la gita ci mostra fisicamente i luoghi che abbiamo immaginato e studiato, ci permette di toccare con mano un passato e, perchè no, un futuro che altrimenti avremmo solo sbirciato nella foto di un libro. Un viaggio unisce la classe, ti fa vivere momenti indimenticabili. Ti fa scoprire negli insegnanti degli ottimi compagni d'avventura, te li fa vedere da più vicino, senza libri in mano.
La mia prima gita risale alla prima elementare. Destinazione: palude di un paesetto vicino. Mi ricordo che ero emozionatissima, non vedevo l'ora di partire. Abbiamo passato la giornata a raccogliere rane e girini. Una mia compagna, in quella occasione, ha spinto un mio amico dentro lo stagno per dispetto. Ho un flash di lei che ride sguaiatamente e di lui che piange disperato.
Quella più emozionante è stata quella a Roma, in ternza media. Sognata, attesa, preparata, immaginata. Bellissima. Quattro giorni intensi, in una città che è uno scrigno. Attraversare a piedi l'Urbe e dopo una giornata di camminata arrivare a Città del Vaticano, ammirare la Pietà, sentirsi piccolissimi, scendere a salutare Giovanni Paolo... Ammirare il panorama di notte dal giardino di Villa Borghese, nell'aria il profumo delle magnolie. Camminare mano nella mano. Ho lasciato il cuore là...
Alle superiori, invece, il viaggio più bello è stato quello del gemellaggio, vicino a Vienna. Abitavo da una famiglia molto graziosa, ho imparato molto. E poi Vienna è una città imperiale, sontuosa. I ragazzi che ci ospitavano ci avevano invitato al loro ballo scolastico. Per la prima (e unica) volta ho visto i miei compagni eleganti; i ragazzi un po' impacciati con le loro cravatte, le ragazze graziose dentro i loro vestiti... non ci sono parole...


Però quest'anno nulla. Niente.
Siamo tutti amareggiati... staremo in classe a immaginare come sarebbe stata, la nostra gita, dove, e quali sensazioni, quali ricordi ci avrebbe dato...

domenica 7 novembre 2010

Germogli

Metti una giornata di pioggia, un cappotto nuovo (nero bellissimo), un programma, delle questioni da esporre e sistemare, un pranzo in villa e molta allegria.
Questa è stata la mia giornata.
Ho rivisto i miei amici volontari, le signore del mio tavolo... e, sorpresa, c'erano anche loro: due fra le dieci ragazzette di cui ero responsabile Laggiù. Dire che ero felice di vederle presenti è dire poco, anche se si sono fermate solo fino a mezzogiorno.
Così ho pensato...
Tante volte agli incontri del personale ero l'unica giovane al di sotto dei tren'anni, pur avendo numerosi coetanei nel gruppo che parte ad agosto. Un po' triste no? Per questo vedere quei due "baschetti" oggi mi ha resa particolarmente contenta. Per la prima volta mi sono resa conto di aver piantato un seme che pian piano sta germogliando. Ci sarà ancora da lavorare prima che diventi una bella pianta, ma siamo sulla buona strada: con acqua, luce e concime il mio germoglio diventerà forte e grande.
Ci vorrà del tempo.
Ma sono disposta ad aspettare.

venerdì 5 novembre 2010

Quando la dolcissima flautista diventa un mastino

No, spiegami.
Spiegami perchè 'sti violini non si sono ancora presentati. Sono studenti. Scusa, ma io, cosa sarei? Anch'io alla mattina vado a scuola, anch'io al pomeriggio traduco la versione e faccio gli esercizi di matematica. E se per caso mi resta ancora qualcosa da ripassare porto via il libro e in quella mezz'oretta mentre vi aspetto, finisco. Io. Ma vanno a scuola lontano. Santo Cielo, tutti e tre? Che sfortuna, tutti e tre stanno via tutta la settimana... dammi i loro nomi, che li contatto su Facebook e vediamo che intenzioni hanno. Niente. Verranno a provare, non preoccuparti. Sì, ma quando, di grazia, quando? Lo sai che Natale è fra meno di due mesi, cioè meno di otto settimane? Ma stanno studiando la parte per conto loro. Sì, grazie tante. Ma io vengo a prove, io e la dottoressa ci troviamo a suonare il pomerggio, a sistemare i passaggi della Piva e di In dulci Jubilo. Perchè suonare insieme è diverso dallo studiare da soli: c'è sempre qualcosa di limare, da vedere e da confrontare. E'una mancanza di rispetto bella e buona, questa, nei confronti miei, della dottoressa e del coro intero. E poi ti arrabbi perchè ti sei impegnato e io mi lamento. Io non mi lamento per il tuo operato, ci mancherebbe. Mi lamento perchè queste persone non si sono ancora fatte vive e tu le giustifichi. Non ci sono giustificazioni. Volere è potere. Vuoi suonare con noi? Bene, trovi il tempo per venire in chiesetta. Non vuoi suonare? Bene, dillo subito. Prendi coscienza prima di confermare qualcosa se ritieni di potercela fare o meno. Ma quando prendi un impegno sei pregato di portarlo a termine. Noi tutti ci impegnamo, caro direttore, per dar vita a qualcosa di bello, che ci riempia il cuore di emozione e che sia utile anche agli altri. Ma sembra che questo non sia chiaro a questi violini. E anche alla tromba, che si è fatta vedere una volta sola e per di più si è lamentata tutto il tempo.
Ieri a prove ero un mastino.
Una signora si è avvicinata a me dopo la sfuriata e mi ha detto: "ma tu non eri la dolcissima flautista?" Io sono sempre la dolcissima flautista, ma ci sono delle cose che mi fanno arrabbiare.
Sulla strada di casa mi sono domandata cosa ci faccio ancora a suonare là, se questo è il comportamento...
La risposta mi è stata data dai visi immortalati sulla foto del coretto che tengo sulla scrivania: amore.
Per la musica, per me, per le mie numerose zie adottive.

mercoledì 3 novembre 2010

Gioielli

Oggi, grazie al corso del FAI che sto seguendo, ho potuto toccare con mano dei gioielli preziosi: libri antichi. Questi volumi sono custoditi dalla mia biblioteca e contengono informazioni importanti riguardo la mia città. Un profumo di antico, vissuto, di pergamena, polvere e inchiostro. Tra le pagine i caratteri illeggibili, simili a onde del mare. Emozionante. La rilegatura in pelle o in legno, la perfezione delle parole... un salto indietro nel tempo... attraverso la carta.

lunedì 1 novembre 2010

Piove piove piove...

Piove piove piove...
Mi ricordo di una pioggia di molto tempo fa. Ero alle elementari e da giorni le precipitazioni non ci davano tregua. La mia scuola aveva due piani ed era piuttosto vicina all'argine. Un giorno siamo saliti al secondo piano e ci siamo affacciati alla grande "finestra panoramica" che dava sul cortile e quindi sull'argine. Lo spettacolo era impressionante: una distesa infinita di acqua fangosa, che si perdeva in lontananza. Avevo paura, come tutti i miei compagni. Non siamo andati a scuola per qualche giorno, alcuni miei amici sono dovuti evacuare dalle loro case e si sono trasferiti dai nonni. La città è stata impraticabile per qualche tempo e per un bel pezzo sugli edifici è rimasto il segno dell'acqua. Il centro storico, in posizione rialzata, si è salvato, ma buona parte dei dintorni era sommersa. I ristoranti hanno appese alle pareti foto di quei giorni drammatici e una chiesetta riporta una tacca nera (oltre a quelle che c'erano già) all'altezza raggiunta dall'alluvione.
Sopra tutta quest'acqua c'è il sole... o le stelle...
Piove piove piove...