Neanche quella bella in Grecia dell'ultimo anno. Neanche quelle di un giorno.
Da un lato li capisco: andare in gita con una classe comporta diversi oneri, sempre più pesanti se si sta fuori per qualche giorno, senza avere tornaconto alcuno. In questo modo sperano di ottenere qualche risultato, dato che scioperi e cortei non bastano per sistemare le cose nel mondo della scuola.
Stamani quando ci hanno avvisato della decisione eravamo furibondi. E' vero, noi studenti in questo senso siamo "egoisti", ma di fatto il momento della gita è uno fra i più belli dell'anno scolastico. Oltre ad unire la classe, la gita ci mostra fisicamente i luoghi che abbiamo immaginato e studiato, ci permette di toccare con mano un passato e, perchè no, un futuro che altrimenti avremmo solo sbirciato nella foto di un libro. Un viaggio unisce la classe, ti fa vivere momenti indimenticabili. Ti fa scoprire negli insegnanti degli ottimi compagni d'avventura, te li fa vedere da più vicino, senza libri in mano.
La mia prima gita risale alla prima elementare. Destinazione: palude di un paesetto vicino. Mi ricordo che ero emozionatissima, non vedevo l'ora di partire. Abbiamo passato la giornata a raccogliere rane e girini. Una mia compagna, in quella occasione, ha spinto un mio amico dentro lo stagno per dispetto. Ho un flash di lei che ride sguaiatamente e di lui che piange disperato.
Quella più emozionante è stata quella a Roma, in ternza media. Sognata, attesa, preparata, immaginata. Bellissima. Quattro giorni intensi, in una città che è uno scrigno. Attraversare a piedi l'Urbe e dopo una giornata di camminata arrivare a Città del Vaticano, ammirare la Pietà, sentirsi piccolissimi, scendere a salutare Giovanni Paolo... Ammirare il panorama di notte dal giardino di Villa Borghese, nell'aria il profumo delle magnolie. Camminare mano nella mano. Ho lasciato il cuore là...
Alle superiori, invece, il viaggio più bello è stato quello del gemellaggio, vicino a Vienna. Abitavo da una famiglia molto graziosa, ho imparato molto. E poi Vienna è una città imperiale, sontuosa. I ragazzi che ci ospitavano ci avevano invitato al loro ballo scolastico. Per la prima (e unica) volta ho visto i miei compagni eleganti; i ragazzi un po' impacciati con le loro cravatte, le ragazze graziose dentro i loro vestiti... non ci sono parole...
Però quest'anno nulla. Niente.
Siamo tutti amareggiati... staremo in classe a immaginare come sarebbe stata, la nostra gita, dove, e quali sensazioni, quali ricordi ci avrebbe dato...
sono orripilata...
RispondiEliminama che cavolo di proff avete?
ma vogliamo scherzare? dissento da questa scelta nella maniera più totale! te lo dico da prof, è una cosa mi lascia allibita, è come se un medico per protestare si mettesse a dare colpi di bisturi ai pazienti....
fate intervenire i genitori e fate un mega casino in consiglio di istituto, è il minimo!
p.s.
io, fossi in te, leverei la doppia emme da gemellaggio...
(Ops!...Grazie per la correzione, prof!)
RispondiEliminaEppure questa è la linea che intendono seguire. La corrente più "estremista" aveva anche pensato di non farci partecipare alle conferenze, ma i proff più moderati hanno ribattuto dicendo che avrebbero messo delle brande in classe e ci avrebbero fatto uscire dalla scuola a solo giugno. Noi siamo solidali con i motivi per cui protestano ma certamente non con la modalità. I più grandi stanno pensando ad una gita autogestita ma noi siamo ancora minorenni e non lo possiamo fare. Il cambio di dirigenza, ovviamente ha dato il pieno appoggio alla linea del no alle gite (ovviamente non si faranno neanche quelle di un giorno, neanche a vedere una mostra al museo cittadino)anche per risparmiare soldi... Adesso sinceramente non so in quale direzione il consiglio d'istituto abbia intenzione di muoversi. Certo è che sono d'accordo con quello che ha detto un mio compagno di classe: "Se scioperano gli autisti delle corriere e io vado a scuola in corriera è ovvio che uso un altro mezzo per arrivare a scuola, quel giorno. Qui è la stessa cosa: i prof fanno lo sciopero delle gite, io voglio una gita, quindi trovo un altro modo per andarci".