"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

lunedì 25 febbraio 2013

Vaga, vaghissima sensazione

Sai quella vaga, vaghissima, sensazione di sentirsi presi in giro? Quell'infimo sospetto che si annida dietro l'orecchio e ogni tanto ti dice: "Ehi, apri gli occhi! Guarda bene!", quell'odore di pollo bruciato che ti coglie di sorpresa mentre stai facendo dell'altro? A volte decidiamo di ignorare o minimizzare questi piccoli, preziosi segnali o dicendoci che siamo maliziosi e cattivi o affermando che l'arrosto ci piace ben cotto. Ma "ben cotto" non significa bruciato.
Perciò se a poco più di due settimane da un appuntamento importante nessuno non dice ancora niente, non è vero che manca il permesso ufficiale: il permesso ufficiale c'è, è lì in attesa di essere inviato. Se dopo una settimana da quando hai spedito una mail con informazioni e richieste urgenti e non hai ancora ricevuto risposta, non giustificare il collega in questione dicendoti convinta che ha avuto da fare e non ha avuto il tempo di leggere la tua preziosissima mail: il tempo si trova per tutto, semplicemente non ha avuto voglia di farlo. E se le suddette persone dopo un arco di tempo inconcepibile rispondono tranquille e beate scusandosi, fa' loro una sana lavata di capo; non fare come me che rispondo sempre che "non importa, eri impegnato, so che è stato un periodo difficile". 
Grazie.      

domenica 24 febbraio 2013

E poi ci sono i giorni così così


Sai quando ti svegli con la voglia di prendere a pugni il mondo?
Io sì.

sabato 23 febbraio 2013

Le cose che oggi mi rendono felice


Il profumo dei giacinti.
I quattro passi su una strada romana.
Una mail.
Una cena cinese.
Il the caldo.
Il the caldo con i cioccolatini.
Il the caldo con i cioccolatini e le chiacchiere.
Le mie frivolezze.
Un libro di Susanna Tamaro.
Il giro al mercato con il nonno.
Il pianoforte di Einaudi.
La mia migliore amica.
Stella che vuole continuamente essere coccolata.
L'incoraggiamento ad un'ex compagna di classe.
Un ex compagno di classe che tiene un mezzo intervento nel mio liceo. 
I miei progetti.
Guidare cantando a squarciagola.
Un ricco bottino.
La poesia di Vecchioni.
Le mie margherite.
La nonna che sta bene.
La torta alla Nutella.
Vasetto di Margherite.
Scrivere.
 

venerdì 22 febbraio 2013

L'omino che contava il grano

 
Gravina, martelletto... Andamento, verso, modulo, ductus, solco, rubricatura... Asta, braccio, traversa... Ara votiva, base di statua... Questa mattina non c'era verso di far entrare niente in testa e poi, ad un tratto la voce della nonna: "...l'importante nella vita è saper contare il grano!"
Ho sei anni, ho da poco cominciato la scuola e sono nella taverna dei nonni, seduta sul divano verde, stretta stretta accanto al nonno. Il suo braccio è sulle mie spalle, sulle ginocchia ho un libro, forse un quaderno. Sul divano di fronte c'è papà, anche lui ha un libro tra le mani, la copertina è blu scuro e ha un'immagine in bianco e nero sotto il titolo. "Papà, quali sono le consonanti?" Non so perché l'ho chiesto, io lo so benissimo, lo sapevo già da prima di questo settembre. Il tono della mia domanda è quasi di sfida, o forse di speranza... vorrei che dicesse "B, C, D..." ... e invece: "A, B, C, D, E... non lo so!". Ma come?? No no no no no! Mi irrigidisco un po', sorpresa, ma non tanto, infondo. La nonna, che non ha mai parlato, sistemando un cesto sul tavolo dice verso di me: "Non è importante conoscere la differenza tra vocali e consonanti; l'importante nella vita è saper contare il grano".
Io non capivo come si potesse contare il grano senza perdere il conto, come distinguere quello già contato, e soprattutto perché fosse così importante farlo. Mi immaginavo un omino minuscolo che partiva all'alba dalla sua casa, molto simile a quella che il nonno aveva dipinto di recente, e andava in un campo grandissimo a contare i chicchi, tornava  dopo il tramonto con un numero altissimo scritto su un foglio a quadretti, ma molto stanco e molto triste. Qualche cosa dentro di me, o forse fuori di me - gli occhi sbarrati del nonno, credo - mi diceva che sapere che A è una vocale e B una consonante era di gran lunga più necessario, più divertente. Intuivo che sapendo queste cose sarei stata più felice dell'omino che passava i giorni a contare il grano.  
Poi, crescendo, ho capito che non era alle spighe biondeggianti dei campi della mia pianura che la nonna faceva riferimento, ma ad un altro grano, quello dal rumore metallico, e per molto tempo questo episodio è rimasto sepolto nella memoria.
Fino ad oggi.
Guardo sconsolata i miei libri di epigrafia, sperando che prima o poi quel che c'è scritto dentro mi salti in testa. Eppure... eppure sono contenta. Dentro di me c'è quella sensazione, quella voce che continua incessantemente a ripetermi che saper distinguere una base di statua da un'ara votiva ancora una volta mi renderà più contenta dell'omino che, nella mia testa, sta ancora contando il grano.  

domenica 17 febbraio 2013

Casa è pur sempre casa

 
Il sorriso di chi va, ma resta nel cuore... l'abbraccio di un nonno adottivo... il brindisi con una zia... la domanda trabocchetto della solita signora a cui non stai simpatica... la nonna che esce di casa dopo molti mesi... gli occhi di un amico... la pacca sulla spalla di un gigante buono... l'interesse di un'amica per i miei studi... i ricordi e le speranze per il futuro con una signora speciale...
...Casa è pur sempre casa...

sabato 16 febbraio 2013

Noi siamo il risultato di infiniti sguardi d'amore


"La nostra vita è il risultato di infiniti sguardi d'amore: dal primo di nostra madre all'ultimo di un quarto d'ora fa di un nuovo incontro. Se oggi siamo qui è perchè siamo stati amati e abbiamo amato forse più di quanto possiamo immaginare".
 
Questa frase e la quantità di appunti presi in agenda durante la riunione e il fatto che non ci sia neanche un disegnino negli spazi vuoti sono solo delle punte di iceberg per far intuire la bellezza di questa riunione. Una testimonianza che lascia il segno, un momento per stare insieme e basta tra sguardi complici e risate forti. Insomma, un incontro splendido, in cui mi sono sentita parte di qualcosa di grande, della storia infinita di una ricerca. E' stata una giornata in cui ho capito ancora di più "quanto sia meraviglioso l'universo della mia vita", quanto siano preziose quelle che mi circondano, che mi sfiorano danzandomi intorno. Ho assaporato parole che non restano fiato, ma si sedimentano nel cuore, diventano gesti, gesti d'amore. Distesa sul bordo della vita ho ritrovato la passione e il coraggio, l'entusiasmo per i miei progetti, per il mio fare che non è solo un tirar su le maniche e lavorare, ma anche e soprattutto dare, essere, camminare, amare a modo mio. In tutto questo c'è un percorso fatto di insicurezze e difficoltà condivise ma in cui vedo anche piccoli successi, i miei ragazzi contenti, in cui vedo me stessa contenta. Questa sera torno a casa più grande di quando sono partita stamattina all'alba e con la certezza che Plauto non sbagliava quando diceva che "Dove ci sono gli amici, là sono le ricchezze". 

martedì 5 febbraio 2013

Insieme

Può una musica rimettere insieme dei pezzi di case e pezzi di cuori?
Sì, io credo di sì.
Insieme si può.