"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

venerdì 29 marzo 2013

Silenzio

In silenzio vi rimando qui .

giovedì 28 marzo 2013

Carissimi,

chiedo scusa per tutti gli errori di "stumpa" di cui è farcito il mio Vasetto.
Nonostante le infinite riletture, qualcuno mi sfugge sempre.
Spero capiate,
vi abbraccio,

Chiara

mercoledì 27 marzo 2013

Armonia

Non sono mai stata metereopatica: fino a qualche mese fa, potevo essere triste nonostante una bella giornata di sole o felice durante un temporale minaccioso. Poi ho cambiato città e adesso percepisco una qualche connessione tra il meteo e il mio umore. E' come se fossi in armonia con ciò che mi circonda, come se il mio cielo dentro di me corrispondesse in qualche modo con quello che c'è sopra la mia testa. E' una cosa che mi succede solo in laguna e quando torno a vedere la sagoma delle mie montagne ne sento nostalgia. Così comincio a credere che il segreto stia in questa armonia: la natura è armonia, perfezione. E' vero, in musica esistono le dissonanze, ma esse sono tali perchè prodotte con determinati suoni... se i suoni fossero altri, allora non sarebbero che stonature.
E poi ci sono strani momenti, molto rari a dir la verità, in cui mi sembra che tutto abbia un senso, in cui percepisco di essere al posto giusto, nel tempo giusto. Con un po' di presunzione potrei dire che percepisco di essere il dente di un ingranaggio universale, senza il quale nulla sarebbe com'è, e mentre sento questo ho la fortuna, o la possibilità, o la grazia di vedere per un momento questo enorme ingranaggio. Non so bene spiegarmi, ma credo che sia questa la "rara felicità" di Ungaretti, il "varco" e "il giallo dei limoni" di Montale. Sono istanti in cui tutto diventa chiaro, all'improvviso e in modo naturale; non ha a che fare con "l'unire i puntini" di Jobs o con i sogni per il futuro: è una sensazione che raccoglie il presente, lo illumina con una luce diversa.  
Il mio respiro è lo stesso di quello del mondo, anche se solo per un breve su-e-giù del torace.


mercoledì 20 marzo 2013

Di pesche e tenerezza


"Non abbiate paura della tenerezza!"
Non so da quanto tempo in quella "piazza che rappresenta il mondo" qualcuno non ci diceva che non dobbiamo aver paura... La tenerezza è un linguaggio universale, scavalca fiumi, montagne, stati, religioni ed economie; scavalca tutto questo perchè compie il viaggio più lungo: quello verso il cuore delle persone. Papa Francesco, ieri, ha parlato al mondo intero ma, in questo specifico momento della mia strada, ho percepito quelle parole rivolte proprio a me. E' stato come se mi avesse detto: "Ehi, tu, Chiara, non aver paura della tenerezza! Lascia perdere i timori, la tenerezza è sempre una cosa bella, indipendentemente da quello che succede poi."
Io credo di essere fatta un po' come una pesca. Fuori, beh, non dico di essere dura dura ma neanche tanto molle: carina, gentile, sorridente, ferma nelle mie decisioni; a tratti rischio di essere slichigna, un termine dialettale che mia nonna usa per i frutti troppo maturi e per le persone che usano troppo miele nei modi. Questa è la polpa, la parte di me che appartiene all' "orso abbraccia tutti", quella che si nota subito e che a volte mi stanca un po'.
Poi c'è il nocciolo, rosso e bruttino, difficile da aprire. Quasi tutti i rapporti che tengo con gli altri, anche con la mia famiglia, si fermano qui. Il nocciolo è il silenzio, le frasi di circostanza, i miei "devo studiare" anche quando sono in vacanza, i miei "sto bene" anche quando mi sembra che tutto sia sgretolato, la porta chiusa della mia stanza. E' una specie di muro, di barriera che tendo a mettere tra il mondo e la parte più nascosta di me, quella che voglio rimanga mia a tutti i costi.
Dentro il nocciolo, se si ha abbastanza pazienza per aprirlo, c'è il pinolo, una prelibatezza liscia e bianca, che, assicuro, vale tutta la fatica. Il pinolo è la porzione più mia, che emerge a volte quando scrivo, quando sono rannicchiata sul mio letto prima di dormire. E' il luogo dei sogni inconfessati, delle paure più grandi, delle parole non dette ma che vorrei dire; è la stanza del cuore che alle pareti ha appesi i ritratti delle persone preziose, è un cinema vuoto dove vengono proiettati vecchi film che mi hanno come protagonista, è la brughiera, il luogo delle corse dell'immaginazione.
Ecco, credo che la tenerezza sia la forza che fa aprire il nocciolo e mostra il pinolo. Fatico a far uscire questo pinolo, soprattutto quando è lui che spinge per uscire. Fatico perché è fragile, ho paura che si rompa o che non venga assaporato come si deve, che tanta fatica fatta per scalfire il nocciolo sia vana. Però quelle parole di Francesco mi hanno ammaliata, mi rimbombano in testa molto forte, forse hanno fatto una crepa nel mio nocciolo duro, brutto, rosso e rugoso...   

lunedì 18 marzo 2013

Parole, parole

 
 
Abbiamo parole per vendere
parole per comprare
parole per fare parole
ma ci servono parole per pensare.

Abbiamo parole per uccidere
...
parole per dormire
parole per fare solletico
ma ci servono parole per amare.

Abbiamo le macchine
per scrivere le parole
dittafoni magnetofoni
microfoni
telefoni.

Abbiamo parole
per far rumore,
parole per parlare
non ne abbiamo più.

Gianni Rodari

Incontrarsi

 
Non saprei raccontare un gioco molto carino fatto questo finesettimana se non così.
 
Incontrare l'altro in una sala abbastanza grande, con due file di sedie disposte a cerchio, l'una di fronte all'altra. Davanti a me uno sconosciuto, che in un minuto deve parlare di sé rispondendo ad una domanda e al quale io poi devo raccontare di me, sempre in un minuto. Ci sono così tante persone che parlano intorno a noi che è difficile ascoltare l'uomo dal viso buono che ho davanti, rischio di distrarmi ma so che se anche spostassi per un solo secondo l'attenzione altrove perderei qualcosa di veramente prezioso. Un minuto non è abbastanza, avrei bisogno di qualche secondo in più, vorrei spiegarti meglio questa questione del cuore e del cervello, vorrei sapere un po' di più di quella tua tristezza... ma il tempo passa e bisogna cambiare posto ed interlocutore, rispondere ad un'altra domanda. Il gioco continua, conoscendo nuove persone, incontrando come per la prima volta amici di vecchia data. Questa volta ho cinque secondi per guardare negli occhi un altro sconosciuto e un minuto per dirgli cosa ci vedo dentro. Cinque secondi sembrano un'eternità per osservare questo signore, ma un minuto è ancora troppo poco per parlargli del mondo che ci ho visto dentro. Chissà se anche per lui è poco il tempo per vedere cosa c'è nei miei occhi verdi... "Dovresti credere un po' di più in te stessa, fidarti di te..." ...Come hai ragione... Ho avuto la piacevole sensazione che lui abbia visto Chiara e basta, senza ruoli ed etichette o forse nonostante ruoli ed etichette... insomma, mi sono sentita "guardata come una persona" e lo virgoletto perchè non sono parole mie. Siamo andati avanti così per un bel pezzo, cambiando domanda e sedia ogni due minuti. L'ultima domanda voleva che dicessimo perchè noi in quanto capigruppo, consiglieri responsabili, fossimo stati scelti per questo compito. A questo punto, per caso (o forse no) io, la più giovane, l'ultima arrivata, mi sono trovata davanti colui che è al vertice dell'organigramma. Mi è sembrato come il chiudersi di un cerchio, come se due estremi geografici, anagrafici, si prendessero per mano. Io non so bene spiegare perchè proprio io sia qui, posso solo immaginare, supporre... posso solo dire grazie a chi ha digitato il mio numero di telefono e mi ha fatto questa proposta a cui davvero non avrei potuto rifiutare. Il gioco si è concluso con abbracci e applausi, ma soprattutto con la voglia di prolungare quel minuto a disposizione, con la consapevolezza che un dialogo è possibile, che un punto in comune si trova sempre.

mercoledì 13 marzo 2013

Io credo negli abbracci

 
Io credo negli abbracci, credo nel loro potere salvifico, nel loro essere medicine per il cuore. Credo soprattutto in quelli inaspettati, quelli che ti fanno pensare che anche se piovessero cavallette, tu non ti sposteresti nemmeno di un passo. Credo negli abbracci che non soffocano, ma accolgono, che non bloccano, ma proteggono.
E allora per favore restiamo così ancora un po', in silenzio, mentre la pioggia continua a scendere e gli occhi si chiudono per il sonno. Restiamo così anche se fa freddo, anche se è tardi e siamo stanchi, anche se è stata una giornata lunga per entrambi.
Restiamo così.
La mente va, costruisce, ma alla fine questo sarà solo un abbraccio.

domenica 10 marzo 2013

Zuccherini

"Sai, a Pier non piace tanto la storia ma quando sono tornata dalla passeggiata l'ho trovato seduto in poltrona a leggere quella recensione sulla storia di Venezia che ci hai spedito..."
 
Sono le cose come queste che mi riempiono il cuore di dolcezza...

venerdì 8 marzo 2013

:)

Niente mimose ma opere di bene.

mercoledì 6 marzo 2013

Giornate grigie, ma minuti gialli


La recensione che non prende forma, ma le amiche che accettano di darle una letta.
La pioggia, ma le scarpe impermeabili.
Gli esami, ma i biscotti in biblioteca.
Mille impegni, ma il cinema con le coinquiline.
I versamenti di bile, ma gli abbracci.
Una scenata inutile, ma la solidarietà.
Tanti ostacoli, ma un progetto che prende vita.
Nessuna comunicazione, ma degli ovetti da portare.
Termini da memorizzare, ma una gita.
Pasta insipida, ma budino alla cioccolata.