"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

venerdì 25 maggio 2012

Un vaso rotto

Anche se chiedi scusa (e non hai fatto niente), anche se provi a sistemare le cose, anche se la rabbia poi ti è passata, anche se ti ha visibilmente delusa, anche se un messaggio per Pasqua glielo spedisci, anche se una telefonata per dirle che è andata bene la fai anche a lei, anche se ti informi sul suo stato di salute, anche se provi a farla ridere, le cose non si sistemano veramente. Un vaso rotto, anche se attacchi i pezzi con la colla, resta sempre un vaso rotto.

giovedì 24 maggio 2012

Vincete questa paura


"Se esitate quando vi si presenta un'opportunità, probabilmente è perchè temete il fallimento. Vincete questa paura, perchè se vi abituate a rimandare, tutti i vostri obiettivi diverranno vuote promesse, destinate a non essere mai mantenute.
Mantenete sempre le promesse che avete fatto a voi stessi. "

Salvatore Pagliuca

Solo insieme


"Perchè la corsa dei Giovani Unitalsi si vince solo se tagliamo il traguardo tutti insieme"

Salvatore Pagliuca

Suona, Giovanni

In questo periodo in cui la stanchezza si fa sentire e il cuore fa un po' il matto c'è solo la musica del mio amico (e dico "amico" perchè le sue melodie cantano quello che provo) Giovanni Allevi che va a ritmo con il mio cervello e con i miei sentimenti. Non so, forse è solo una questione di simpatia, ma è come se mi dicesse con un linguaggio universale che tutto va bene, che devo imparare a lasciar andare le cose e a volte le persone per la loro strada. In questo non sono tanto brava. Suona più forte, Giovanni...

lunedì 21 maggio 2012

Tre giorni Per-CORRERE

Non saprei da dove cominciare a descrivere questi tre giorni (e mezzo) di Per-CORRERE... dal lavoro o dai ragazzi, dai luoghi o dal clima, perciò racconterò un po' così come mi viene, senza pensarci troppo. Quando giovedì pomeriggio arrivo al villaggio turistico in cui alloggeremo trovo tutta la squadra tecnica già all'opera: c'è chi è impegnato nell'assemblaggio dei kit-pellegrinaggio (borsa e gadget vari), chi sistema la segreteria, chi appende i cartelloni, chi monta il palco... nessuno è fermo. La festa, per me, comincia da qui: il solo fatto di correre da una parte all'altra per preparare il posto per l'arrivo dei ragazzi mi rende felice. 

Venerdì mattina il villaggio è un locus amoenus: spiaggia, conigli zampettanti, ombra, alberi, brezza... a Petrarca sarebbe piaciuto molto. Nel giro di un paio d'ore questo posto tranquillo e sereno si è letteralmente trasformato in un "paese per giovani" in cui l'aria profuma di vita fremente e canti da ogni regione d'Italia. Io sono carichissima: un momento a lungo immaginato sta per prendere finalmente forma e c'è l'ansia di far andare tutto bene, di svolgere al meglio i miei compiti, di far vivere a 900 persone un'esperienza da ricordare. Il mio lavoro, cominciato giovedì sera con l'assemblaggio di circa mille kit continua in aereoporto, con l'accoglienza dei ragazzi della Sicilia Orientale e baci e abbracci, pacche sulla spalla, accolgono me prima che io riesca ad accogliere loro. Dato che sono i primi ragazzi ad arrivare e dato che saranno anche i primi a ripartire li porto a visitare una cittadina sul mare poco lontano dal nostro villaggio. "Le nostre sciarpe arcobaleno si intonano ai colori delle case dei pescatori", mi fa notare una ragazza mentre camminiamo alla ricerca di un posto in cui mangiare. In questo posto da bambina passavo le vacanze e mi ricordo che in una calle qui intorno una volta c'era una fioreria in cui adoravo annusare i fiori che allora erano più grandi di me... forse c'è ancora. Non fatico a trovarla, anche se non ci sono più i vasi colorati che mi ricordavo; dietro al bancone c'è la stessa proprietaria di allora e non so come ma mi saluta chiamandomi per nome. Mi stupisco perchè è da una vita che non passo di qui a farle visita e quando, salutandomi, mi abbraccia ho la sensazione di essere a casa. Tornati al villaggio il mio lavoro si sposta in segreteria: pass e buoni pasto da contare, domande a cui rispondere e telefono che squilla in continuazione mi fanno compagnia per tutto il pomeriggio. Non riesco a stare più di tanto chiusa nella penombra perciò di tanto in tanto esco a salutare i miei amici referenti che arrivano da lontano. La sera il nostro per-CORRERE inizia ufficialmente con i saluti di rito e una veglia sulla spiaggia. Siamo mille o poco meno seduti sulla sabbia, cantiamo e ci abbracciamo anche se ci siamo conosciuti solo mezz'ora prima a cena; ci sono le fiaccole e le stelle ad illuminare la notte. Ci siamo noi ad accende il buio.


Sabato è la giornata più intensa di tutte: l'ultimo autobus parte per Padova con soli cinque minuti di ritardo e ci troviamo tutti in Basilica per qualche momento di riflessione. Ad un certo punto ci viene consegnato un panino da condivere con il nostro vicino. E' qui che non riesco a trattenere le lacrime. Mentre sono intenta a cercare un fazzoletto in borsa un ragazzo disabile mi si avvicina e mi abbraccia: questo è il senso vero e profondo del mio lavoro. Vorrei che tanti adulti della mia piccola sottosezione fossero qui, adesso. Dopo la distribuzione dei viveri a Prato della Valle c'è un appuntamento speciale: un flash mob che coinvolge anche i disabili che sono con noi. Ad un dato segnale parte la musica e 900 persone ballano tutte insieme la stessa coreografia e Padova scoppia di gioia. Le nostre sciarpe arcobaleno diventano un tunnel naturale sotto il quale passano le carrozzine, la gioia è negli occhi di ognuno di noi. Balliamo, saltiamo e gridiamo: siamo giovani, siamo volontari, ognuno ha una storia diversa da raccontare. Eppure oggi siamo sincronizzati sulla stessa lunghezza d'onda, oggi siamo insieme, oggi non siamo soli. Il pomeriggio è tranquillo e in serata torniamo al Villaggio.


Festa, riunione fino a tarda notte e poi a letto. Domenica mattina riaccompagno i ragazzi della Sicilia Orientale in aereoporto, perchè sono i primi a partire. Anche oggi non si contano gli abbracci e i sorrisi, anche oggi ho voglia di dire grazie per quanto sta accandendo. La conclusione del nostro Per-CORRERE è nel Duomo di Padova. Il lavoro è frenetico come sempre ma riesco ad andare a messa. Alla fine noi referenti veniamo chiamati a ricevere il mandato di referenti, appunto e io vado verso l'altare mano nella mano con un ragazzo disabile e una ragazza della mia sottosezione. Ci sono proprio tutti: davanti i referenti nazionali e l'assistente nazionale con un libro aperto, accanto i referenti da tutta Italia, dietro il mio collega referente di Sezione, poco distante la presidenza della mia Sezione. E' come se mi dice mi chiedessero: "Vuoi essere dei nostri? Vuoi impegnarti a rendere questa associazione migliore? Vuoi essere felice con noi?" Do uno sguardo veloce a tutti e mettendo la mano sopra il libro aperto, con le lacrime agli occhi dico a loro, ma soprattutto a me che sì, io ci sono. Il pellegrinaggio finisce così, con questo nostro "sì", con l'impegno di dare il meglio di noi. Torno a casa carica e felice, consapevole di essere stata nel momenti giusto al posto giusto con le persone giuste.

mercoledì 16 maggio 2012

Ci siamo!


Quello che in realtà dovrebbe essere un finesettimana di incontro con ragazzi provenienti da tutta Italia in realtà per me (ma non solo per me) comincia domani. La mia valigia è in allestimento, le scartoffie da portare sono già diligentemente sistemate dentro una cartellina trasparente. Dopo scuola una corriera mi porterà direttamente a destinazione e lì limeremo i dettagli con riunioni tecniche, definizione di dettagli, allestimento stand, assemblaggio kit... i preparativi prima della festa, insomma. E poi venerdì arriveranno tutti. Un'onda di maglie blu e sciarpe color arcobaleno si infrangerà presto sulla mia terra e oggi, oggi sì, posso dire di essere pronta a tuffarmici dentro.

martedì 15 maggio 2012

Inspirare, espirare


E' IL QUINDICI MAGGIO E TUTTO VA BENEEEE!

Questo è quello che ci dicono. Ma io non sono così calma.

domenica 13 maggio 2012

Io e te


In due ce l'abbiamo sempre fatta. Nonostante... e ci sarebbero da inserire infiniti "nonostante" ma oggi non lo voglio fare. Siamo qui. Questo solo conta.

mercoledì 9 maggio 2012

Ciò che scalda il cuore


"Sai, tutto questo mi è capitato nel momento in cui tutto sembrava arenarsi. Poi una telefonata, qualche email, ed eccomi catapultata in un'altra realtà. Poi vi ho conosciuti e ho capito che non avrei più potuto fare a meno di voi".
                                                                                                      F.

Io credo in noi


Ieri sera eravamo in più di venti in un salottino stretto stretto, armati di carta e penna per segnare orari e tecnicità varie del nostro prossimo appuntamento con i ragazzi. Oramai manca poco più di una settimana e l'adrenalina sta salendo, soprattutto perchè c'è ancora molto da fare, perchè sarò coinvolta in prima persona nel lavoro e nel cammino, perchè un migliaio di persone sarà (quasi) a casa mia. Ieri ho finalmente capito quale sarà il mio compito nella grande macchina e il fatto di avere fisicamente accanto i miei nuovi amici mi conforta e mi stimola molto. C'è da dire che abbiamo cominciato ad avere qualche piccola difficoltà ma questo non ci butta giù, anzi! E' uno stimolo per dimostrare che insieme possiamo risolvere i problemi che si creano tra noi, che con un minimo di dialogo possiamo ripartire, che non siamo come i più grandi... Io credo nei miei ragazzi, credo in questo piccolo, nostro, nuovo gruppetto, credo nel nostro lavoro, quello già fatto, quello che stiamo svolgendo, quello che ancora non è programmato. Credo in questo. Altrimenti non sarei qui.

lunedì 7 maggio 2012

I fiori del nonno


Mio nonno adora i fiori e in questa primavera che stenta ad ingranare pare non abbia occhi che per loro: il suo giglio rosso è fiorito anche quest'anno, è la pupilla del suo giardino. La cura che ha per le sue piante è la stessa che ha verso la famiglia, la dolcezza con cui le guarda non è diversa da quella con cui osserva me studiare. Ieri ha voluto fotografare il suo giglio e non c'era persona più felice di lui. "Facciamo una foto io e te col fiore?" mi ha chiesto. Come dirgli di no? Quando ha visto le fotografie al computer non ha avuto dubbi: "Stampami la nostra, che sei proprio bella". Lo adoro.

venerdì 4 maggio 2012

Non datevi mai per vinti


[Odisseo e il Polifemo]

"Ragazzi, questa è l'ultima lezione del mio corso di letteratura greca". 
Questo è stato il buongiorno della nostra prof. Le due ore, a dire il vero, non hanno avuto nulla di diverso rispetto alle ore di letteratura greca degli ultimi tre anni: spiegazioni, domande, schemi, appunti, qualche parola da segnare a lato dei testi, le schede di antropologia da curiosare, qualche battuta sui nomi dei protagonisti delle storie... Abbiamo concluso il nostro viaggio nella letteratura greca leggendo le Siracusane di Teocrito: nulla di troppo poetico o patetico nel senso più profondo del termine, insomma. Ci siamo immersi pagine ben più liriche, più colme di concetti e pensiero: da Omero ai lirici, dai tragediografi agli storici, fino ai logografi e ai filosofi. Oltre cinque secoli di storia della letteratura e dell'uomo greco sono passati sotto ai nostri occhi e ai nostri evidenziatori. Non solo. Abbiamo scrutato da vicino anche la nostra storia, anche le radici più profonde del nostro essere. E nel far questo siamo cresciuti, come no.
Chiudendo il libro la prof ci ha regalato un'ultima citazione proprio tratta dalle Siracusane:" "A furia di tentare gli Achei entrarono a Troia, bella figliola! (E io vi lascio immaginare la reazione di una ventina di diciannovenni affamati e stanchi a questo punto della frase) tentando e ritentando si fa di tutto". Non datevi mai, mai, mai per vinti, ragazzi. Dimostrate a voi stessi quanto valete".

mercoledì 2 maggio 2012

Il quotidiano corso delle cose


Chi sa? Tutti
Chi dice di non sapere? Tutti
Chi non sa? Io e il mio collega
Chi ci rimette la faccia? Io e il mio collega.

Questo è il quotidiano corso delle cose, amici.

Fuori!


Temperature miti e luce oltre l'ora di cena: condizioni ideali per studiare in terrazza. Non che questa sia enorme, anzi: è piccola e per la maggior parte occupata dal giardino botanico di mamma ma resta lo spazio per un tavolo tondo e quattro sedie di plastica. Oggi ho traformato questo spazio angusto nella mia scrivania, disseminando libri, sveglie e bottiglie di succo ovunque. Il rumore delle macchine è fastidioso ma almeno il cervello si ossigena.