"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

sabato 23 agosto 2014

Le cose che stiamo imparando da un grumo di cellule malate

* Anche la meno femminile tra le donne, quando vede i propri capelli impigliati sul pettine, ha un sussulto; 
* "te stà ben anca co 'a bandana" è la dichiarazione d'amore più bella che un marito possa fare a sua moglie (soprattutto se si considera che lui, quasi cinquant'anni fa, si è innamorato dei suoi lunghi capelli corvini); 
* la gente gode nel conoscere i particolari meno divertenti delle malattie;
* il bene che fai torna sempre, sempre, sempre indietro;
* un referto medico che dice che i valori degli esami sono perfetti è molto meglio di un assegno in bianco; 
* il personale dell'oncologia è formato da una squadra di angeli custodi;
* il tumore non è una malattia contagiosa, l'ignoranza e il pietismo, purtroppo, sì;
* se la nonna ha la forza di litigare con il nonno vuol dire che sta bene;
* a volte sostenersi è doloroso: bisogna fare i conti con un passato che non è stato ancora digerito; 
* ci sono persone che si offrono di aiutarti senza volere nulla in cambio;
* il mondo si divide in due categorie: quelli che ti dicono "ci sono" e poi scompaiono e quelli che non dicono niente ma riescono a farti ridere quando non avresti voglia di farlo;
* la prima cura è l'ottimismo;
* gli amici veri si vedono nel momento del bisogno... è una frase fatta, ma è davvero così: sopportano crisi isteriche e telefonate malinconiche, vedono il tuo peggio ma non ti mollano;
* non c'è nulla di male nel prendersi una piccola vacanza dalla malattia;
* la depressione è più devastante di un tumore;
* la prospettiva di perdere chi ami ti fa rivalutare quali sono le cose che contano davvero;
* preoccuparsi per il futuro è assolutamente insensato: molto meglio godere delle cose di ogni giorno, di una visita inaspettata, della pizza a mezzogiorno;
* se ciascuno fa la propria parte le cose sono più semplici;
* la malattia non ferma la vita;
* andare al mercato ogni volta che è possibile è molto meglio che rimanere chiusi in casa;
* tutto sommato la famiglia è una gran bella cosa.

Un tumore è entrato in casa nostra e noi abbiamo scelto di accoglierlo come il migliore degli ospiti: stiamo cercando di conoscerlo, di ristabilire gli equilibri e di darci da fare senza protestare. Per il momento ce la stiamo cavando bene, soprattutto la nonna, che sembra irriconoscibile: ride, scherza, telefona in giro, porta con orgoglio la bandana rossa che le ho regalato, guida, si lascia aiutare, molla un po' la presa nelle cose meno importanti. Tutti noi siamo contagiati dal suo buonumore, ci coinvolgiamo a vicenda nelle cose belle che ci accadono, facciamo un passo per volta, senza preoccuparci di quelli successivi. Insomma, e lo dico piano, per ora il tumore della nonna è la cosa più bella che ci sia capitata. 

1 commento:

  1. L'ottimismo che sprizza fuori da questo testo (che, un po', a me dà il fiatone) è contagioso. Arrivo molto tardi , rispetto alla data del post, perché sono stata poco presente nel blog. Mi auguro che tutto sia al meglio anche ora. Un abbraccio

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