"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

venerdì 8 luglio 2011

Testimonianza

Un pomeriggio ricevo una telefonata da Anna Maria, la mia amica in carrozzina. Mi chiede una testimonianza delle mie estati Laggiù per gli animatori del GREST del suo paese. Sono un po' titubante, non sono brava a parlare in pubblico, soprattutto a dei ragazzi della mia età, soprattutto di cose così personali... tuttavia accetto, un po' per farle un piacere e un po' per mettermi in gioco. A dir la verità non ho idea di come incomincerò a parlare e non so cosa dirò. Non è semplice parlare di un'esperienza del genere davanti a tante persone... però poi ecco che mi si accende la lampadina!
Una settimana dopo all'ora stabilita vado all'incontro e porto con me una borsetta contenente tre oggetti. Vedo subito la mia amica che mi aspetta fuori dall'oratorio e corro da lei. L'ansia sale sale sale... ma non devo aver paura, mi dice lei. E' vero: se hai Anna vicino c'è poco da temere. Poi scopro che alla serata sarà presente anche il presidente della mia UNITALSI: dovrò davvero fare bella figura. Piano piano i ragazzi si siedono davanti a me. Li osservo. Cosa si aspettano che dica? Poi penso che non importa se si aspettano qualcosa: mi hanno chiesto la mia esperienza e io di questo parlerò. La serata inizia, Anna Maria si è sistemata accanto a me, alla mia sinistra; alla mia destra invece siede il presidente.
Comincio a parlare presentandomi brevemente. Ciao, sono LaFlautista, ho 18 anni e la prima volta che sono andata a Lourdes è stato perchè la nonna mi ha obbligata. Sembra funzionare: mi guardano incuriositi. Non ci volevo proprio andare, però ero curiosa di sapere cosa ci trovava nonna nell'affrontare un viaggio del genere. Sono salita sul treno, ho passato una settimana in Francia e quando sono tornata a casa la prima cosa che ho detto a mamma è stata: "io l'anno prossimo ci torno". Li ho in pugno, sembra promettere bene! Poi, uno alla volta, tiro fuori i miei tre oggetti per far capire loro perchè ho cambiato idea. Il primo oggetto che ho portato è un paio di orecchini a forma di margherite (avevate dubbi? ;) ) che mi hanno regalato le mie due amiche disperse Francesca e Valentina. Cosa c'entra un paio di orecchini con Laggiù? Le amicizie che si stringono, le conoscenze che si fanno. Un viaggio di questo tipo comporta il confronto e la collaborazione con persone molto diverse tra loro per età, mestiere, esperienze di vita. Si creano legami che a poco a poco diventano insolubili, si scoprono persone eccezionali. Ho avuto modo di scoprire compagni di viaggio con i quali mi sono divertita un mondo, gente incontrata per caso, senza la quale ora io sarei davvero persa. Il secondo oggetto che ho estraggo dalla borsetta è un cerotto. "Perchè un cerotto?" sembrano chiedersi. Il cerotto simboleggia la sofferenza. E'impensabile parlare di Lourdes senza parlare di dolore. La prima cosa che noti in un posto del genere è la grande concentrazione di carrozzine, la sofferenza che ti passa accanto. La cosa che più mi ha destabilizzata era che quello non era un dolore triste come quello che tante volte avevo visto in ospedale. Era un dolore diverso, più sereno. Ho capito che quelle persone non erano lì con l'intento di chiedere un miracolo ma solo con la speranza di ricevere un aiuto per sopportare questa sofferenza. Soprattutto ho capito che anche chi ha le gambe che non funzionano ha molto da dare: è la testa che ti ferma, non l'essere seduto su una carrozzina. Il silenzio è pressochè tombale. Ma saranno svegli? L'ultimo oggetto che ho portato è il mio Basco Blu, il contenitore di tre anni di viaggi, da quest'anno avrò anch'io il velo perchè sono maggiorenne. Parlo loro del mio servizio, dei compiti che ho svolto negli anni. Stringo il mio Basco forte. Ha dato tutto, lui... soprattutto mi ha dato amicizia. [Ci sarà un post più avanti dedicato solo e soltanto a lui]. Parlo parlo parlo... e senza che me ne accorga arrivo alla fine. Non so come ho fatto non so cosa ho detto. Mi giro verso Anna Maria e vedo che le scendono due lacrimoni dagli occhi. Ma sono stata io? Poi guardo il presidente e mi fa l'occhiolino. Allora è andata proprio bene. La serata si conclude con qualche domanda, tanti sorrisi ed un applauso. Salgo in macchina col presidente per tornare a casa, ad un certo punto si gira verso di me, mi squadra con il suo solito modo da "finto burbero", sorride e dice: "ottimo lavoro, LaFlautista".
Per me non c'è premio migliore.

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