"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

sabato 27 aprile 2013

La bella vita del turista (domestico)

"Ah, la bella vita del turista...!"
Così dicevo tra me e me qualche mattina fa salendo su un battello, armata di guida turistica e macchina fotografica. Ho colto l'occasione di una festa - nazionale e cittadina - di un sole splendido e di una temperatura perfetta e me ne sono andata in giro per la laguna da sola, perché è così che ho bisogno di fare, di tanto in tanto: stare per conto mio senza dover per forza parlare, soffermarmi per tutto il tempo di cui ho bisogno davanti ad un particolare, sedermi dove voglio, quando voglio, per quanto voglio, prendere solo per me la bellezza di cui gli occhi si nutrono. Non è misantropia, magari poi condivido quello che vedo e insieme ad altri ripercorro gli stessi itinerari... semplicemente è respirare un po', mettere in pausa le relazioni interpersonali e coltivare il giardino del cuore. Ma dicevo. Ho preso un battello e mi sono letteralmente lasciata trasportare: avevo una meta prevista ma pochissimi programmi precisi, così ho camminato lentamente lassù, dove è nato il primo germoglio della Serenissima e mi sono consciamente persa tra merletti e colori accesi... che meraviglia! Molto di ciò che ho visto è stato oggetto di studio quest'inverno e ho sentito come di avere una consapevolezza nuova, uno sguardo più consapevole che mi permette di conoscere più a fondo ciò che osservo... è da questo che ho capito, per l'ennesima volta, che lo stare sui libri salva, o meglio, contribuisce a salvare... indipendentemente dal risultato (per altro eccellente) dell'esame.
 

 
C'è da dire poi che, da quando vivo qui, cerco di evitare accuratamente i luoghi più battuti dai turisti, prediligendo itinerari meno noti e andando magari alla scoperta di altre calli e altri rii. Però il mio statuto di turista mi ha imposto di stare almeno un po' in Piazza e così mi sono ritrovata in mezzo a gente proveniente da tutto il mondo, sbattacchiata qua e là nel tentativo di scattare una foto a Ponte dei Sospiri e costretta a fare lo slalom tra un piccione e un giapponese per raggiungere l'unico punto della piazza perfettamente in linea con la Basilica. Mi sono regalata l'entrata a ben due musei e ho scoperto una storia d'amore scolpita nel capitello di una colonna di Palazzo Ducale. E' questo il bello di essere turista nella propria città: sapere esattamente dove andare ma far finta di non saperlo per vedere ogni cosa con lo stupore della prima volta.
 
 
Il passo veneziano, allora, si distende e non c'è alcuna frenesia, nessun orario, nessuna corsa per prendere il battello al volo perché ogni tanto fa bene rallentare e osservare ciò a cui nel quotidiano si dà solo una rapida occhiata... e magari ci scappano anche degli free hugs a Ponte della Paglia.
 
 



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