Stamani in corriera ero parecchio assonnata e piuttosto rimbambita (come tutte le mattine) ma a tenermi sveglia c'era la sagoma lilla delle mie montagne, la cima innevata di quella più alta, il cielo rosa e il sole che stava sorgendo. Un brusio di sottofondo, gente che ripassava coi libri aperti, chiacchiere varie. E in tutto questo, da un momento all'altro, la radio della corriera ha cominciato a cantare Come sei veramente di Allevi.
E proprio allora mi è saltato in mente un momento della mia Venezia più recente, a cui fino a questa mattina non avevo fatto caso: di nuovo la sospensione, un piede sul treno e uno sul binario, il girarsi indietro per regalarsi, e magari regalare, ancora uno sguardo. Come una pausa, come trattenere il respiro e poi tornare a respirare. Un attimo che racchiude molte cose che non si possono dire perchè non sono state forgiate parole per farlo.
Così, in questa mattina di freddo, fretta, ansie e chiacchiere sono stata travolta da un sentimento di gratitudine così grande da abbracciare tutte le mie montagne, tutta la mia pianura.
Un sentimento che è un'ondata di calore in un giorno di sole freddo e campi ghiacciati.
Sì, la gratitudine è proprio un'onda di calore che ti afferra all'improvviso.
RispondiEliminaAnch'io ero in viaggio, stamattina, con gli amici nel cuore...
E volavano gli aironi sulla campagna gelata!