Una telefonata, troppe parole per dire che ciò che prima esisteva ora non esiste più come lo conosco io. Tutto quello che, nonostante dissapori e divergenze di idee, per me era casa e affetti nel senso più profondo del termine, in un momento cambia forma e divisa, smette di essere bianco e diventa blu. Una richiesta che mi scombussola, un'altra scelta che non voglio affrontare ma che deve essere compiuta. Seguire chi mi ha aiutata a diventare grande o stare con chi mi sta facendo vedere in grande?
Un messaggio, poche parole, per una richiesta dal mio punto di vista irriverente, dato ciò che sta succedendo. Una mancanza di tatto inconsapevole, me ne rendo conto, che però mi mette a disagio.
E quante cose, allora, viene da chiedersi... quante incertezze scatenano due eventi così distanti, così intimamente uniti.
Una e-mail, mia, scritta di getto a notte fonda e indirizzata ai miei nuovi compagni di viaggio, piena di tante domande, di tanti dubbi elementari, di perplessità a cui ho assoluto bisogno di risposta. Per molto tempo sono stata l'ultima arrivata, perciò mi sono trovata nella condizione di parlare poco e ascoltare, osservare, pensare molto: ho riflettuto sullo scopo più profondo del mio fare, sulla felicità che da tutto il mio viaggiare deriva, sulle prospettive future di questo mio gruppo. Ha senso e quanto ha senso pensare ad addobbi e gadget se attraverso i nostri gesti non riusciamo a far percepire a delle persone che il mondo è qualcosa di più del dolore?
Tante telefonate, tanti messaggi, tante e-mail. In poche ore ho ricevuto risposte più diverse ai miei interrogativi: qualcuno ha ribadito l'importanza di alcuni progetti, qualcuno mi ha dato delle indicazioni in più su ciò che sta succendendo a casa mia, qualcuno mi ha ringraziata per aver finalmente espresso anche i suoi dubbi, qualcuno ha detto che si sarebbe messo al mio fianco a combattere, qualcuno mi ha rassicurata, qualcuno mi ha confessato che non ha risposte, qualcuno si è mostrato solidale, qualcuno mi ha incoraggiata.
Tra tutto ciò che mi è stato detto e scritto mi ha colpita la lunga mail di una giovane ragazza. Mi ha raccontato che il martedì grasso a Modena il Sandrone, la maschera tipica, fa un discorso alla città e a questo evento non si può mancare... deve essere come il volo della colombina dal campanile di San Marco a Venezia. Alla fine del suo discorso dice in dialetto: "Modenesi, state attaccati alla Ghirlandina!", la torre campanaria del Duomo. (Se qualche modenese passa di qui mi confermi il racconto!) Così come i modenesi stanno aggrappati al loro campanile, allo stesso modo anche io, anche noi tutti dobbiamo tenerci stretti alle cose che contano davvero, alle persone che ci fanno stare bene... Mi tengo forte a tutto ciò che ho imparato, alla felicità nata da un sorriso a qualsiasi geografia, ai nuovi amici e alle zie adottive e ai compagni di viaggio di una vita, sperando intensamente che il colore di una maglietta non ci allontani gli uni dagli altri.
Un messaggio, poche parole, per una richiesta dal mio punto di vista irriverente, dato ciò che sta succedendo. Una mancanza di tatto inconsapevole, me ne rendo conto, che però mi mette a disagio.
E quante cose, allora, viene da chiedersi... quante incertezze scatenano due eventi così distanti, così intimamente uniti.
Una e-mail, mia, scritta di getto a notte fonda e indirizzata ai miei nuovi compagni di viaggio, piena di tante domande, di tanti dubbi elementari, di perplessità a cui ho assoluto bisogno di risposta. Per molto tempo sono stata l'ultima arrivata, perciò mi sono trovata nella condizione di parlare poco e ascoltare, osservare, pensare molto: ho riflettuto sullo scopo più profondo del mio fare, sulla felicità che da tutto il mio viaggiare deriva, sulle prospettive future di questo mio gruppo. Ha senso e quanto ha senso pensare ad addobbi e gadget se attraverso i nostri gesti non riusciamo a far percepire a delle persone che il mondo è qualcosa di più del dolore?
Tante telefonate, tanti messaggi, tante e-mail. In poche ore ho ricevuto risposte più diverse ai miei interrogativi: qualcuno ha ribadito l'importanza di alcuni progetti, qualcuno mi ha dato delle indicazioni in più su ciò che sta succendendo a casa mia, qualcuno mi ha ringraziata per aver finalmente espresso anche i suoi dubbi, qualcuno ha detto che si sarebbe messo al mio fianco a combattere, qualcuno mi ha rassicurata, qualcuno mi ha confessato che non ha risposte, qualcuno si è mostrato solidale, qualcuno mi ha incoraggiata.
Tra tutto ciò che mi è stato detto e scritto mi ha colpita la lunga mail di una giovane ragazza. Mi ha raccontato che il martedì grasso a Modena il Sandrone, la maschera tipica, fa un discorso alla città e a questo evento non si può mancare... deve essere come il volo della colombina dal campanile di San Marco a Venezia. Alla fine del suo discorso dice in dialetto: "Modenesi, state attaccati alla Ghirlandina!", la torre campanaria del Duomo. (Se qualche modenese passa di qui mi confermi il racconto!) Così come i modenesi stanno aggrappati al loro campanile, allo stesso modo anche io, anche noi tutti dobbiamo tenerci stretti alle cose che contano davvero, alle persone che ci fanno stare bene... Mi tengo forte a tutto ciò che ho imparato, alla felicità nata da un sorriso a qualsiasi geografia, ai nuovi amici e alle zie adottive e ai compagni di viaggio di una vita, sperando intensamente che il colore di una maglietta non ci allontani gli uni dagli altri.
Ancora una volta non mi sono sentita sola, sono stata investita da una potente onda di affetto imprevista, che non credevo davvero di meritare ...e così ho scoperto di essere un mattone di quella Ghirlandina a cui persone finora rimaste nell'ombra si aggrappano.
Ciao, bimba, quante cose mi stai insegnando...
RispondiEliminaGrazie!!!!!!