"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

mercoledì 22 maggio 2013

Tre giorni (ciò che resta è l'essenziale)

 
Cielo azzurro, colline verdi, un nastro grigio che si perde tra esse, un pulmino bianco e Avrai di Baglioni cantata a squarciagola con due amici: degna conclusione di tre giorni intensi, a tratti difficili, ma assolutamente meravigliosi vissuti in compagnia di altri 700 ragazzi, 46 dei quali "miei".
Tre giorni per incontrare gli amici del resto d'Italia, per festeggiare la laurea di Ciuffina (collega e amica) e il matrimonio imminente del "miniVale", per seminare ancora, per raccogliere già qualche frutto, per dare nuova energia a questa nostra missione, per mettersi alla prova ancora una volta, per "portare un cuore giocondo fino ai confini dei confini del mondo".
Tre giorni di fotografie, tisane, sciarpe, musica, pensieri, problemi da risolvere, telefonate, danze, risate, chilometri, passi, festa, mare, qualche goccia di pioggia, sogni e caramelle.
Tre giorni per per-CORRERE una via che stiamo disegnando da noi, in un processo di successi ed insuccessi, amarezze e grandi gioie, entusiasmo e molto amore.
Tre giorni per dire ancora sì a questo compito affidatomi e affidatoci, ai miei ragazzi, ai miei compagni di viaggio, alla speranza e alla gioia vera, al mettersi in gioco, sognare e osare.
Tre giorni per dimostrare innanzitutto a me stessa che posso farcela, che le difficoltà si superano se affrontate insieme, che non sono sola.
Tra questi pensieri ancora così disordinati mi viene da dire solo grazie. A chi mi ha sopportata, a chi si è presentato puntuale, a chi (in modi diversi) ha contribuito a costruire il nostro pannello con il leone, a chi ha montato e smontato gazebi, a chi, per consolarmi, mi ha regalato una caramella, a chi ha asciugato le mie lacrime nervose, a chi è salito con me sulle giostrine dei bambini, a chi si è fatto fotografare dentro ad un bagno chimico, a chi ha portato i cappelli meravigliosi che ci siamo passati tutti di testa in testa, agli autisti, a chi ha portato le coperte, a chi ha portato tutto l'occorrente per un tisana-party all'una di notte, a chi mi ha aiutata a sciogliere i vari nodi, anche quelli che si sono presentati ben prima della partenza, a chi si è fatto in quattro per darci modo di vivere questi momenti splendidi, a chi, con l'ultimo abbraccio, mi ha letteralmente tolto il fiato.
Cosa resta di questi tre giorni?
"Grazie a superChiara, che ci ha accolti e accompagnati, ma soprattutto, nonostante noi, non ci ha mai rinnegati e ci ha sempre chiamati "suoi". Santa subito". Ecco, resta l'essenziale, ciò che è importante: restano i miei ragazzi e la certezza che sto per-correndo la via giusta con dei compagni di viaggio davvero eccezionali.

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