Mesi di lavoro, infinite ore di prove a casa e in sala, discussioni accese per decidere qualsiasi cosa (anche il colore delle calze) per... una serata molto bella.
Il programma era intenso, con brani come Toyland Suite di Ferrer Ferran della durata di oltre 17 minuti. Però è una suite molto allegra che il compositore ha dedicato a suo figlio: i brani che raccoglie hanno il ritmo dell'infanzia; sopra a queste musiche abbiamo proiettato i disegni che l'iniziativa "Il futuro racconta la banda" ha raccolto. Si tratta di 77 disegni dei bambini della musica d'insieme e degli allievi della nostra scuola di musica in cui i nostri piccoli musicisti hanno rappresentato cos'è per loro la banda. Abbiamo visto quindi sfilate, strumenti, direttori, torte, note, chiavi di violino e così via.
Il giorno dell'ultimo concerto è sempre un giorno di magia, per me.
Le ragazze fanno la coda dall'unica parrucchiera del paese, gli strumenti si lucidano e c'è un gran fermento, dietro il sipario: innumerevoli giri di intonazione, sistemazione delle parti, prove delle luci, prove delle presentazioni...
Fino a quando... il drappo rosso si apre, le luci del palco si alzano e la platea è un'infinito buio e silenzioso.
Poi arriva la direttrice e allora incominciamo a prendere forma e suono. E in quel momento esistiamo solo io, il mio flauto, il mio spartito e la bacchetta della maestra. Niente altro. Questo equilibrio si rompe solo quando si accendono le luci in platea per il discorso del sindaco e provi a cercare i tuoi amici, quelli che conosci. Io ieri li ho visti subito: il coro intero nella terza fila della seconda metà della sala, la mia compagna di banco un po' più avanti e la gente del gruppo di volontariato sulla sinistra. Ecco la bellezza del concerto: avere coloro a cui vuoi bene davanti a te, pronti ad applaudirti anche se stoni.
Il momento più bello è stato, forse, quello in nel quale la direttrice, Elena, ha premiato il suo papà, Primo, con un attestato di ringraziamento per i 15 anni di servizio nella nostra banda e con una medaglia d'argento che la regione dà ad alcuni, speciali, musicisti. Un momento di famiglia vera, della quale mi sono sentita parte anch'io, questa volta.
Concluso il concerto, dopo l'ultima doppia stanghetta, sistemato il mio flauto, mi ha accolta un mare di abbracci. Tutti qui, insieme, per me. Sono stata contenta di vedere soprattutto la mia compagna di banco e il mio coro e la mia mitica "regina madre", l'organista del coretto.
Il coro mi ha regalato questo bellissimo mazzetto di rose e porgendomelo, una soprano mi ha detto la cosa più bella che mi è stata detta ieri: "Per questa banda sei solo un numero perchè ci sono tante persone e tanti flauti, ma per noi sei la ragazzetta che ci manca se per caso non viene a prove, che possiamo abbracciare ogni volta che abbiamo bisogno d'affetto".
E poi... poi è finita e ognuno, io compresa, se n'è andato a letto con tanta armonia nel cuore.
Mi hai fatta piangere... il tuo post è bellissimo ed ho immaginato ogni nota di questa meravigliosa serata di musica e affetto come guardassi il tutto mentre ero seduta comoda tra i fili dei tuoi capelli...
RispondiEliminaGrazie
Un abbraccio
@chiara: non ci credo!
RispondiEliminaGrazie a te, un bacione.
peccato averlo perso...
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