"Ama e fa' ciò che vuoi".
S. Agostino
giovedì 31 marzo 2011
Miss Arroganza
Miss Arroganza oggi pretendeva da me suggerimenti durante il compito di storia dell'arte. Miss Arroganza mi ha insistentemente chiesto di evitare di segnarle alcuni errori con la penna rossa sul compito di storia dell'arte (il compito era a crocette e la prof lo ha lasciato correggere a noi).
Miss Arroganza al mio "te lo scordi" mi ha strappato di mano il foglio e si è corretta le cose da sola.
Miss Arroganza mi fa parecchio ridere.
mercoledì 30 marzo 2011
Basta.
lunedì 28 marzo 2011
Viviana

domenica 27 marzo 2011
La gioia dello strumento
giovedì 24 marzo 2011
Le ho tutte
Le ho tutte.
domenica 20 marzo 2011
Non è il suo collirio

sabato 19 marzo 2011
La festa del papà
venerdì 18 marzo 2011
Festeggiamoci!
E' stato un bel concerto, abbiamo suonato canti patrottici (per lo più marcette risorgimentali) e pezzi tratte da opere che hanno fatto la storia della musica italiana: un omagio al grande Verdi con l'Aida, il Trovatore e il Nabucco.
Alla fine, immancabile, l'Inno.
Questa volta suonato con più coscienza, con più attenzione. Perchè ci siamo anche noi dentro, perchè il ritmo, la melodia ci scorre sempre più nelle vene.
Un Inno ben suonato (o ben cantato) è un gesto importante, che ci fa sentire uniti, e non voglio cadere nella retorica.
Momenti.
Momenti in cui la musica e la Nazione diventano una cosa sola.
giovedì 17 marzo 2011
Auguri Italia
martedì 15 marzo 2011
Gigi
lunedì 14 marzo 2011
Siamo alle solite
Fatemi andare in vacanza...
giovedì 10 marzo 2011
Cosa sognano i pesci rossi
E' un libro intenso non tanto di azione, quanto di pensieri, emozioni. Mi ha regalato delle importanti riflessioni, in particolare sull'importanza del tempo, sulla fortuna che ho ad essere una persona in salute. Ho capito un po' di più il mondo dei miei "colleghi di coro", della mia amica dispersa-quasi-infermiera che ora è a Copenagen per l'Erasmus... una bellissima lezione di vita!
mercoledì 9 marzo 2011
Roma
Siamo arrivati a Roma la mattina presto e dopo aver girato un pezzo alla ricerca dell'hotel abbiamo cominciato il nostro giro. Eccola, Roma, così potente, maestosa, austera e un po' altezzosa, svelarci i suoi volti più noti... siamo uguali a tutti gli altri, noi, per lei. Turisti qualsiasi, anche se a me piace dire che siamo "viaggiatori", con una piantina in mano e scarso senso dell'orientamento. Questo senso di inadeguatezza, quasi, è durato poco. Una volta capito come utilizzare al meglio bus e metro e aver appreso la capacità di vedere oltre le cose più famose, si è lasciata scoprire: chiesine minuscole, angoletti caratteristici, vie nascoste che giapponesi distratti non sarebbero mai riusciti ad osservare.
Domenica mattina siamo andati al Quirinale, e visto che ce n'era la possibilità lo abbiamo visitato anche dentro, noi ragazze senza pagare il biglietto perchè "per le donne è gratis". Quante meraviglie! Vetri di Murano, arazzi, cristalli, marmi policromi... uno scrigno! Già che c'eravamo siamo andati ad una mostra sulla letteratura, sempre al Quirinale. All'interno abbiamo ammirato i manoscritti degli scrittori più famosi: Dante, Boccaccio, Tasso, Guicciardini, Petrarca... quale tesoro più prezioso per degli studenti di liceo classico? E'stato emozionantissimo vedere la scrittura di Manzoni, l'incipit dei Promessi Sposi con le correzioni a margine, le poesie di Leopardi... che meraviglia.
Poi abbiamo proseguito per il classico giro tra fontane, palazzi, rovine (con una brutta esperienza in fatto di cibo). Nel pomeriggio siamo entrati al Colosseo (anche questo gratis, eheheh!), e lo abbiamo girato, per quanto possibile, in lungo e in largo. La sera abbiamo cenato a Trastevere, in un ristorantino molto carino, tradizionale, con le parti affrescate e il soffitto cassettonato: straccetti di manzo, ottimi ed economici. E non ci siamo fatti neanche mancare un cono di gelato. Lunedì mattina invece siamo andati a San Pietro. Siamo entrati in Basilica e, da buoni classicisti, abbiamo cercato di tradurre le iscrizioni in latino e greco. Lì ho fatto da guida ai più interessati, tra marmi, ori, statue, salme di papi e tutto il resto. Siamo scesi nelle Grotte Vaticane e arrivati davanti al sarcofago di Bonifacio VIII abbiamo letto un passo del XIX canto dell'Inferno della Divina Commedia, proprio quello in cui Dante parla di lui: "Ed el gridò: "Se' tu già costì ritto/ se' tu già costì ritto, Bonifazio?/ Di parecchi anni mi mentì lo scritto./ Se' tu sì tosto di quell'aver sazio/ per lo qual non temesti torre a 'nganno/ la bella donna e poi farne strazio?"" ( Inf XIX, 52-57). E' stato un momento fantastico. Proseguendo abbiamo incontrato la tomba di Giovanni Paolo II. Marmo candido, fiori, bigliettini... mi sono salite le lacrime così, senza un apparente motivo. Avrei voluto avere il tempo di pensare a qualcuno, avrei voluto avere il tempo per dire qualcosa, per concentrarmi su un discorso sensato da fare lì davanti. Ma la fila non è disposta ad aspettare che i tuoi pensieri si riordinino, che la matassa che hai nel cervello si dipani. Così, dopo aver dato alla tomba un ultimo sguardo, siamo usciti.
Poi abbiamo preso la metro e siamo andati ai Fori. Entrata gratuita anche qui e ci siamo immersi nelle vicende che studiamo tutti i giorni sui libri di latino e di storia. Abbiamo passeggiato tra colonne e rovine, abbiamo visto l'altare dove Cesare è stato cremato e proprio lì abbiamo letto una parte del racconto di Plutarco riguardante la morte di Cesare. Nel pomeriggio siamo andati in Piazza di Spagna e in via Condotti abbiamo osservato nelle vetrine dei negozi le cose che con gli spiccioli del nostro portafoglio avremmo potuto comprare. Praticamente nulla. Un piccolo litigio tra una mia compagna e la sua mamma che ci ha accompagnato fino a qui ha oscurato un po' la giornata, poi però il sole è tornato a splendere.
Per cena il professore di filosofia di un amico di J. ci aveva consigliato di andare da Sora Margherita nel quartiere ebraico. Abbiamo preso l'autobus sbagliato, ci siamo praticamente persi però alla fine siamo arrivati all'indirizzo fornitoci. Ma pensate che abbiamo trovato 'sta benedetta Sora Margherita? No. In compenso abbiamo trovato un'altro ristorante, però pieno. Il proprietario però ci ha accompagnati nell'altro suo locale, Taverna Cairoli in piazza B. Cairoli. E' stato appena inaugurato e ve lo consiglio caldamente. Abbiamo scoperto un ambiente ottimo, con dell'ottima cucina, personale simpatico... ci hanno offerto un'aperitivo, l'antipasto e il dolce. E' stata una gran bella serata, ci siamo divertiti moltissimo tutti quanti. Martedì mattina siamo andati a passeggiare nel Parco di Villa Borghese. E' stato molto rilassante sostare vicino al laghetto, all'ombra di un albero e sui gradini della galleria.
Dopo pranzo ci siamo dati del tempo libero per girare senza fretta, ognuno per i fatti suoi. Io sono andata alla scoperta di alcune librerie, di San Pietro in Vincoli e del Campidoglio. Senza fretta, con il viso contro il sole, mi sono chiesta quanti occhi avranno osservato ciò che in quel momento stavo osservando io. Mi sono sentita un po' "una tra tanti", ma proprio per questo speciale, perchè i miei occhi sono diversi da quelli di tutti gli altri... Ci siamo ritrovati tutti qualche ora prima della partenza e ci siamo accorti di aver preso l'accento... buffo!
Poi per l'ultima volta, andando alla stazione Termini, abbiamo praticato il nostro sport estremo preferito: attraversamento selvaggio della strada.
E così la nostra avventura si è conclusa. Osservando Piazza della Repubblica con la valigia in mano mi sono resa conto che Roma si stava rivestendo del suo manto austero che si era tolta la mattina in cui l'avevamo incontrata per la prima volta. Il suo essere così magnifica, grande, imponente, era solo una maschera dietro la quale nasconde un cuore tenero, silenzioso: quello della notte sui ponti sul biondo Tevere, quello della chiesetta dimenticata, quello delle rovine che nessuno ha tempo di osservare. Me l'ha detto proprio lei, l'Urbe, facendomi l'occhiolino attraverso i fari della metro troppo vuota. Dentro alla sua divisa d'ordinanza l'egocentrica Roma (che ai più potrebbe sembrare come una signora di una certa età che tenta di ringiovanire mettendosi troppo rossetto rosso e minigonne vertigionose) è in realtà una ragazzetta timida, che ha paura di far conoscere i suoi lati più segreti, che adora i jeans e le ballerine e non ama molto fare troppo tardi la sera...
Breve brain storming
sabato 5 marzo 2011
Partenza
vado a preparare la valigia, intanto vi lascio una fra le mie poesie preferite.
Itaca
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.
Non temere i Lestrigoni, i Ciclopi o la furia di Nettuno,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
Non incapperai di certo né nei Lestrigoni, né nei Ciclopi né nell'irato Poseidone
se non li porti dentro,
se l'anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente, e con che gioia - tu toccherai terra per la prima volta:
indugia negli empori dei fenici e compra madreperle, corallo, ebano ed ambre,
tutta merce fina, anche profumi inebrianti d'ogni sorta, più che puoi di profumi inebrianti;
va' in molte città egizie
e impara dai sapienti.
Sempre devi avere in mente Itaca, raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto non affrettare il viaggio; fa' che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
tu metta piede sull'isola, ricco dei tesori accumulati per la strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei non ti saresti mai messo in cammino.
E se la troverai povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai saggio, con tutta l'esperienza addosso
avrai capito cosa Itaca vuol significare.
C. Kavafis
giovedì 3 marzo 2011
"Ti voglio bene"... ?
mercoledì 2 marzo 2011
Tornare a casa
