"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

sabato 19 marzo 2011

La festa del papà


La festa del papà.
Alle elementari le maestre ci facevano costruire biglietti, scrivere poesie per l'uomo che più di tutti avremmo dovuto ammirare. Per colui che avrebbe dovuto essere il nostro principe azzurro, il nostro punto di riferimento, il nostro faro nella tempesta.
Ma a me già allora tutto questo pesava.
Perchè avrei dovuto scrivere cose non vere per me dentro quei bigliettini? Perchè avrei dovuto recitare davanti alla famiglia riunita un'ipocrisia quale "tra tutti i papà tu sei, l'unico che io vorrei?". Non era vero. Io non volevo quel papà. Io ne volevo un altro. Un papà che giocasse di più con me, che fosse capace di mettersi al mio livello. Un papà che mi scarozzasse in giro la domenica, che mi aiutasse a fare i compiti di matematica. Io volevo un papà adulto, capace, responsabile, non un ragazzino isterico, non uno che mi addossasse sempre la colpa di qualsiasi situazione come fanno i bimbi dell'asilo. Io volevo un papà che mi facesse scoprire il mondo e non uno che lo pretendesse da me, il mondo. Io volevo un papà che mi raccontasse una storia prima di andare a letto e non uno che si addormentasse tutte le volte che era con me.
Ma questo alle mie maestre non importava. Io dovevo fare come tutti gli altri compagni e perdere tempo a colorare, impastare, disegnare e ritagliare per uno che infondo non conoscevo, del quale non mi importava proprio niente. Quante bugie ho scritto dentro a quei biglietti... e a loro, alle maestre, andava bene così.
Per fortuna alle medie i professori non hanno mai preteso questo sforzo da me, ma la situazione, a casa, non cambiava. Comunque, a parere di mamma e nonni, dovevo festeggiare il papà. Ma io, nel mio papà, non ci trovavo proprio niente da festeggiare. Ciò che volevo era che lui diventasse grande, che la finisse di scaricarmi dai nonni per andare via senza di me, che fosse capace di comunicare con me. Non è mai decollato un rapporto vero tra me e lui. Per quanto mi sforzassi di coinvolgerlo nei miei giochi lui preferiva comunque disegnare in un'altra stanza, leggere, stare per i fatti suoi. E allora perchè avrei dovuto sforzarmi di trovare una chiave per aprire la porta che ci separava? E soprattutto, perchè avrei dovuto farlo io? Perchè ero più piccola di lui? No, signori. Proprio perchè ero più piccola di lui e perciò non avevo i mezzi per farlo, avrebbe dovuto cercare lui la strada.
Solo che poi incontri certi simpaticoni che ti dicono che "Gesù dice che devi volere bene al tuo papà". Ma Gesù ha un papà che lo coinvolge e si mettono a costruire un tavolo insieme, che lo cerca tre giorni a Gerusalemme, che lo porta a pescare nel lago. Tra l'altro Giuseppe non è neanche il papà vero di Gesù, e proprio per questo è da ammirare ancora di più; il suo papà vero ha i superpoteri e tutti sono capaci di voler bene ad un papà con i superpoteri. Ma allora non rispondevo così e me ne stavo zitta.
Lungo la strada ti trovi davanti a persone che ti danno un milione di consigli, che ti dicono qualsiasi cosa. E' difficile sentirsi diversi e incompresi, in questo senso. E' difficile spiegare a 9, 10, 11 anni che vuoi più bene alla gatta Carbone o al pupazzo Chicco che al tuo papà. Perchè non ti capiscono, perchè non accettano questo pensiero, non accettano il fatto che tu non stimi e non apprezzi il tuo papà "solo" perchè non gioca con te, perchè dorme anche quelle poche volte che lo vedi, perchè ti dice che quando sei con lui non riesce a fare quello che vuole.
Ma nonostante tutto tu, un po', ci speri ancora. Speri di salvare il salvabile, di raccogliere con un cucchiaino ciò che resta, se mai resta qualcosa, se mai esiste qualcosa.
E alla fine ti senti dire: "Figlia mia, sei un problema economico, per me. E' vero, non hai mai avuto bisogno di ripetizioni, non vai mai fuori il sabato sera e ciò che mi chiedi è di suonare con i tuoi amici in una scuola di musica piuttosto economica. Ma vedi, se non dovessi pagare questi 20 euro al mese io starei meglio. E poi, sai cosa ti dico? Per me sei un problema anche di tipo gestionale, perchè non ho voglia di portarti a suonare il sabato pomeriggio a 6 chilometri da casa e perchè in quelle due domeniche al mese che ti vedo io non riesco ad andare dove voglio a vedere chi voglio. E vuoi sapere un'altra cosa? Tu per me sei un problema sotto tutti i punti di vista perchè non so come si fa a stare con te e la colpa è tua perchè tu non parli con me, perchè tu non vuoi stare con me, perchè tu ti rintani a studiare anche la domenica mattina quando io vorrei andare a trovare i miei amici. La colpa è tua perchè tu non capisci che io sono stanco, perchè tu non mangi di tutto, perchè tu preferisci il nonno a me, perchè tu non hai i miei stessi interessi. Infine ti dico che per me tu sei un motivo di ansia. Quando penso a te mi agito e mi manca il respiro. Per tutti questi motivi io ho deciso che sia meglio non vederci più".
Il tutto mentre l'adolescenza ti invade, mentre avresti bisogno di sostegno, amore, sicurezza.
E allora ti cade anche quel poco di mondo che esiste e ti senti una figlia incapace e inutile, perchè se hai fatto sentire così male il tuo papà chissà cosa hai combinato con gli altri.
Per questo odio profondamente la festa del papà.
Ma festeggiatelo, voi, il vostro papà, se è un uomo dal cuore generoso e dal sorriso dolce.
Grazie a tutti i papà perchè aiutano i loro figli a crescere e a diventare delle persone di cui possono andare orgogliosi.
Auguri e grazie a tutti, escluso il mio.

6 commenti:

  1. Sei una grande persona, cara LaFlautista.
    Sei riuscita a mantenere un equilibrio formidabile, nonostante tutto quello che hai scritto su tuo padre.
    Molti padri sono carenti nello stare vicini ai figli, nell'aiutarli. Ma a tutto c'è un limite.
    Provo una grande stima e una grande tenerezza per te e ammiro la tua capacità di creare ritratti così ben definiti.
    Ti abbraccio
    Lara

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  2. Ciao LaFlautista!
    Magari di qui non passerai più, ma ho letto a lungo il tuo post e mi è rimasto dentro....
    Hai fatto bene a sfogarti, ad essere così brutalmente sincera.
    Non sei nè incapace nè inutile, ricordalo bene!

    Ogni tanto passo di qui, ti rileggo e ti penso...
    Un abbraccione!

    Annamaria

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  3. Grazie di aver letto il mio commento.
    Sei una stellina, ricordalo sempre!
    :-)))

    Annamaria

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  4. Keep posting stuff like this i really like it

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  5. Nessun bimbo dovrebbe provare delusioni simile. E le maestre...ah, le maestre....non ho parole.
    Sono una di loro: forse avrò commesso tanti errori ma questo no.

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  6. Odialo con tutto il cuore, hai ragione!

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