"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

mercoledì 10 agosto 2011

In arrivo




Sono appena tornata da una settimana faticosa e sensazionale, in cui sono successe un mucchio di cose. Nelle gambe ho ancora il dondolio del treno e negli orecchi un' Ave Maria cantata con una candela in mano. Sono partita con un bagaglio invisibile piuttosto pesante, carico di amarezze, paure e pregiudizi: credevo che il lavoro avrebbe dovuto essere organizzato come pensavo io, che le persone avrebbero dovuto comportarsi in un determinato modo... nella valigia del ritorno invece ho sistemato comprensione, pazienza, consapevolezza, speranze per il futuro. Nel giro di pochi giorni ho capito infatti che ciò che faccio non vale solo per l' hic et nunc, ma anche per il futuro: il mio dare da mangiare alla signora disabile, portare in tavola un piatto di pasta non è un'azione fine a sé stessa, un punto fermo nel presente: si proietta in avanti, io stessa mi proietto in avanti e costruisco adesso ciò che sarò domani.
Non avere il mio basco blu in testa mi ha fatta sentire uguale alle altre. Gli anni scorsi era semplice ricoscermi anche da lontano, notarmi subito fra la folla. Quest'anno invece per riconoscermi bisognava venirmi vicino. Durante le processioni ero in mezzo alle mie amiche, con i guanti da rappresentanza, la borsetta blu e le calze bianche: non c'ero semplicemente io ma c'ero io con gli altri, diversa per ciò che sono e non per ciò che appaio... è stata una bella scoperta, ho allargato i miei orizzonti.
E' stata una settimana ricca e intensa, una parentesi che si è chiusa troppo in fretta. Ora ricomincia la solita vita, ma io, in tasca, ho qualcosa in più: più forza, più coraggio e più sorrisi da dispensare. Mi sono ricarcata per bene, non ho pensato a niente come mi ero ripromessa di fare... però non vedo già l'ora di tornare dalla mia panchina, Laggiù.

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