Sto facendo uno stage nel reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale della mia città (sono parzialmente interessata alla questione, l'altra parte del mio cuore è negli scavi archeologici), e in questi giorni non è successo molto, ho visto solo scartoffie e cartelle cliniche passare di mano in mano. Ho visto due nascite solo il primo giorno, poi calma piatta. Stamani però è arrivata Grace, dopo tanta attesa, tanto dolore e tante preghiere. Eravamo in sala parto, un mucchio di medici, ostetriche e infermiere intorno alla signora (c'era anche il marito), io, la stagista, sulla porta della stanza. Poi è nata. Semplicemente. E il suo papà, appena l'ha vista si è inginocchiato e ha cominciato a ringraziare a viva voce il Cielo per il suo regalo. In quel momento mi sembrava di essere in mezzo ad un prato, appoggiata non allo stipite di una porta ma al tronco di una quercia. E' stato come se il mondo si fosse illuminato un po' di più, che avesse sorriso un po' alla nuova arrivata. Questo papà in lacrime dalla felicità in ginocchio nel mezzo di una sala parto mi ha fatto tanta tenerezza. Mi sarebbe piaciuto mettermi accanto a lui e cantare, portarlo al nido e fargli vedere per bene la sua bambina. Ma l'unica cosa che sono riuscita a fare è stato un sorriso.
Benvenuta, piccola Grace. Vieni, vieni che ti facciamo posto. Vieni, che di sole ce n'è anche per te.
Benvenuta, piccola Grace. Vieni, vieni che ti facciamo posto. Vieni, che di sole ce n'è anche per te.
Tanta tenerezza la provo io nel leggere le tue parole. La tua capacità di cogliere e descrivere quel particolare momento in cui d'improvviso nasce una nuova vita. Un secondo prima non c'era e poi ora c'è e la sua presenza ha cambiato il mondo.
RispondiEliminaPienamente d'accordo con Ambra!
RispondiEliminaQuanto sai entrare dentro alle cose, cogliendo l'ESSENZIALE!!!