"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

giovedì 10 novembre 2011

Io dico no alla festa d'Istituto

Questa mattina c'è stata un'assemblea durante la quale sono state presentate le liste candidate al Consiglio d'Istituto e alla Consulta Provinciale. Due dei miei compagni di classe si sono candidati per una lista perciò è stato un buon modo per fare del tifo e un'ottima occasione per sentire cosa avevano da dire gli altri. Inutile dire che è stato particolarmente divertente: quattro liste delle quali due con proposte ragionevoli (una era quella dei miei compagni... no, non c'è campanilismo) e due piuttosto ridicole.
Ho sentito parlare di "assemblee alle quali tutti possiamo dare il nostro contributo", "cineforum", "vendita libri"... punti uguali ogni anno, che per quanto mi riguarda fanno parte della categoria "specchi nei bagni".
Ho sentito parlare di assurdità, come "mercatino", "giornalino"...
Ma ho sentito anche proposte interessanti, come il potenziamento dell'ecosostenibilità attraverso la raccolta dell'alluminio (che potrebbe essere venduto), attraverso una raccolta differenziata fatta con sentimento.
Il titolo di Principessa delle Cavolate però va alla proposta di fare una festa d'Istituto. Anzi, al modo in cui è stata presentata. Era il primo punto di una lista e si è anche parlato di trovare dei fondi per finanziarla!!!
E io mi chiedo: siamo sicuri che il primo punto di una lista candidata al Consiglio d'Istituto debba essere una festa? Siamo sicuri che sia una priorità per la nostra scuola? Beh, ragazzi, se centriamo un programma su una cosa così non lamentiamoci dei nostri dirigenti... Il futuro, per altro anche abbastanza prossimo, siamo noi e se davvero vogliamo cambiare qualche cosa dobbiamo cominciare adesso, dal piccolo... Se così non facessimo non saremmo una classe dirigente migliore di quella che ci ha preceduto. Ma del resto "panem et circenses"...
E mi chiedo anche: diamo dei fondi per una festa e non per le altre mille cose di cui la nostra scuola avrebbe bisogno? Salviette nei bagni, carta per fotocopie, finestre decenti. Ma anche fondi per visite guidate, sportelli, corsi di aggiornamento per insegnanti, laboratori che non siano risalenti al paleolitico come quelli che abbiamo ora. Con questo non voglio far passare il messaggio che una scuola poco divertente sia una scuola che funziona, anzi: una scuola che funziona è quella che dopo un percorso vorresti ricominciare, dove nonostante tutto ti senti protetto, dove risorse economiche e umane vengono gestite con criterio. Perchè poi è inutile scendere in piazza, combattere per avere più fondi per la cultura e poi usarli per una festa: hanno ragione a tagliarci tutto. I soldi vanno spesi in maniera intelligente: questo non è un modo intelligente. E'inutile gridare perchè vogliamo una scuola migliore se noi in prima persona non ci miglioriamo, se non siamo noi per per primi ad essere il cambiamento che vorremmo vedere e questo non lo dico io, ma un signore che si chiama Gandhi.
La scuola siamo noi.
Non è uno slogan o una frase fatta: è la realtà che, grazie al Cielo, tutti i giorni viviamo.

2 commenti:

  1. E tutto questo sensato e serio discorso l'hai condiviso in assemblea...che ti hanno risposto?

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  2. Be, certo... è una questione di priorità!!! Una festa per festeggiare cosa? La mancanza della carta e di un laboratorio decente?
    Si, anche io sono curiosa di sapere se le tue rimostranze hanno avuto un riscontro.
    Un abbraccio
    Francesca

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