"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

sabato 31 dicembre 2011

Un 2011 ricco


Un anno contiene un infinità di momenti e mi sento di pensare che esso non si conclude con la mezzanotte di questa sera ma la sua eco sarà anche nell'anno venturo. Così, scorrendo il 2011 attraverso il mio Vasetto mi accorgo che molto è cambiato, molto è finito, molto è iniziato.
Questi mesi si sono aperti con la nascita del piccolo Daniel, un inno alla vita che ha acceso le vite di una famiglia a me cara, poi ho cominciato a studiare per l'esame di solfeggio e i miei libri di teoria musicale si sono moltiplicati a vista d'occhio, ho partecipato al rito del pan e vin, l'addio all'inverno e il benvenuto al nuovo anno fatto di fuoco e torta nei luoghi in cui mio nonno è stato bambino. Nonna Bruna, la mia nonna adottiva che odiava l'inverno e il freddo è andata in cielo proprio dopo una nevicata, ho scoperto un nuovo modo di studiare scienze con le mollette da bucato e la carta, a scuola ho partecipato alle giornate dell'orientamento post diploma e ho intuito quale potrà essere la mia strada, ho avuto nostalgia, ci sono stati pomeriggi in chiesina a suonare con la mia dottoressa, dopo la scuola e prima dei compiti, sospensioni di musica e chiacchiere. La mia amica dispersa Valentina è andata in Danimarca per l'Erasmus e io ho imparato che la distanza può essere annullata dall'amicizia e dalla condivisione, anche attraverso internet, come no, di esperienze e racconti e quando è tornata a casa abbiamo fatto una chiacchierata astronomica. Dopo un periodo passato a seguire i tenori del coretto sono riapprodata dai miei contralti, in classe abbiamo discusso sul significato delle parole "ti voglio bene", una lezione che ricorderò di sicuro per molto tempo e con tanto affetto, poi sono andata a Roma con alcuni compagni di classe e ho passeggiato per il parco di Villa Borghese tra gli alberi in fiore, ho toccato con mano ancora una volta molto di quello che studio tra le quattro mura del mio liceo: un momento indimenticabile: la lettura del XIX canto dell'Inferno di Dante davanti alla tomba di BonifacioVIII. Il Gigi si è malato ma è anche guarito, attraverso la musica abbiamo festeggiato il compleanno dell'Italia, ho riflettuto sul significato che ha per me la festa del papà, è morto il mio oculista, l'unico dottore da cui andavo volentieri, e poi Viviana e pensavo che a lei non sarebbe successo di non essere più e che la sua assenza fosse come un graffio di un gatto e invece mi sono accorta che la ferita ha avuto bisogno di tempo per rimarginarsi. Ho sbagliato e ho chiesto scusa e nel farlo sono cresciuta, ho passato un fine settimana a vendere olio e ulivi, in città abbiamo concluso un decennio di parole e insegnamenti con una guida importante, mi sono rifugiata a casa della mia amica Maria quando le cose cominciavano a vacillare e con i miei compagni di classe ho giocato a rubabandiera nel giardino della scuola dopo chissà quanto tempo. Ho perso e ritrovato il mio diploma di terza media, mi sono interrogata sul motivo per cui Orfeo si è voltato a guardare Euridice ad un passo dall'uscita, ho suonato una musica per la morte e una per la vita, ho comprato un sacco di libri al mercato dell'usato, ho sognato ad occhi aperti guardando le immagini del matrimonio di William e Kate, ho festeggiato il centodecimo compleanno della banda. Con la gente dell'associazione ho salutato un'istituzione del nostro gruppo, ho scoperto che Antigone mi sta particolarmente simpatica, sono tornata a Roma, questa volta per suonare al Museo delle Arti e delle Tradizioni Popolari in occasione dei festeggiamenti dell'Unità d'Italia e la banda è stata riconosciuta come gruppo amatoriale di interesse nazionale. Sono diventata grande, ho ricevuto un regalo fantastico da una donnina che circola in queste zone (tu sai, Annamaria, che il brano me lo ascolto spesso?), ho votato per la prima volta, sono andata al matrimonio della mia maestra di italiano delle elementari, un invito inatteso così come l'accoglienza ricevuta, l'onore di essere l'unica allieva presente all'evento. Ho viaggiato e scoperto angoli fantastici della mia regione, un mare azzurro e pietre che parlano della storia lontana della mia gente. Ho testimoniato il mio lavoro con tre oggetti, orecchini, cerotto e Baschetto, ho rilasciato un'intervista ad un settimanale locale, ho fatto l'animatrice ad un punto verde speciale e ho insegnato a suonare il flauto traverso, sono diventata a mia volta zia adottiva, mi sono arrabbiata, ho combattuto per far sentire la mia voce all'interno di un posto in cui l'ascolto dell'altro dovrebbe essere alla base dei rapporti interpersonali. Back to life è diventata la colonna sonora dei viaggi Laggiù, ho avuto dermatiti, dolori muscolari, mal di denti tutto insieme, ho detto ciao al mio Basco Blu e l'ho sistemato sulla testa della mia bambola Cipolla, Vasetto di Margherite ha compito un anno, ho ascoltato tante storie. Sono andata Laggiù, ho vissuto momenti indimenticabili in treno, ho visto il tramonto sulla Costa Azzurra e mi sono sentita bene dentro la mia nuova divisa, con il coro ho salutato Anna Maria, la nostra contralto, e ci siamo scoperti esseri fragili, incapaci di usare la nostra voce per ammettere il dolore. Ho visto nascere dei bambini ma ho capito che non voglio farlo per tutta la vita, ho partecipato, seppur da lontano ai matrimoni di Daniela e Simone e Bussola e Fab, ho cominciato l'ultimo anno di scuola. Sono andata a Roma ancora e ho scoperto che non esisto solo io e che il mio cortile è solo una parte di un tutto molto grande: grazie a questa specifica Roma ho conosciuto tanti ragazzi come me, che si impegnano quanto me, se non di più, per rendere questo mondo un posto migliore, un ambiente fatto di canti giovani che a casa avevo appena intuito. Tornata dalla Capitale con nuovi impegni ho combattuto contro chi crede poco in ciò che fa, mi sono scontrata e arrabbiata molto, ma questo non ha spento in me la voglia di continuare a lottare per i miei obiettivi, tutt'altro! Dalle discussioni interminabili mi sono arrivati nuovi stimoli, mi sono scoperta forte. Ho imparato a riconoscere le stelle, ho ragionato sullo studio della domenica, Giuseppina è andata in pensione, ho cominciato un nuovo progetto di vita, mi sono affezionata a Nettuno, la mia camerina ha assunto un nuovo volto.Ho detto no alla festa d'istituto, sono tornata ancora a Roma e questa volta ho attraversato più di due millenni di storia in venti minuti. Ho finalmente letto "Va'dove ti porta il cuore" di Susanna Tamaro e posso dire a gran voce che è stato il libro dell'anno, ho visto dal vivo "La Tempesta" del mio amico Giorgione durante una caccia al tesoro alle Gallerie dell'Accademia a Venezia, ho preso la patente, mi sono ricordata del fatto che tutti abbiamo avuto sette anni perchè ho trovato una vecchia foto e perchè Gigi ci ha raccontato dei suoi sette anni. Ho fatto la mia prima simulazione di seconda prova, sono andata ad Assisi con i miei nuovi amici da tutta Italia, ho incontrato persone del cuore in una Venezia sospesa e ho scoperto dove volavano gli aironi.
Un anno ricco, quindi, per il quale mi sento di dire semplicemente grazie. Sono cresciuta e ogni cosa ha aggiunto un tassello colorato alla mia memoria. 
Probabilmente la cosa più importante che ho imparato è che le sottrazioni non esistono, in matematica come nella vita: così come 5 - 3 è solo 5 + (-3), allo stesso modo nulla ci viene tolto, neanche le persone: ogni esperienza è un'aggiunta a ciò che siamo, ogni punto di arrivo un nuovo punto di partenza, ogni morte una vita, ogni cambiamento un'occasione per arricchirci. Ogni cosa lasciata indietro ce ne regala altre cento da cogliere.
Per ora buona fine... gli auguri per il nuovo anno li lascio a domani.

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