Due mesi fa, nel mezzo di una delle mie burrasche, vedo fare capolino dalla buchetta della posta una busta bianca indirizzata a me. Salendo le scale provo ad indivonare la scrittura dall'indirizzo, la carta sembra pregiata e importante... ma non mi viene in mente il possibile mittente. Arrivo in casa e mollo giù borse e borsette per avventurarmi nella mia busta. Scopro con incredibile sorpresa un invito. Ma non un invito qualsiasi... un invito al matrimonio della mia maestra di italiano delle elementari! Ho pianto come una bambina per una buona mezz'ora per la commozione.
Così ieri è stato il GranGiorno. Sono partita dalla mia città in corriera nel mio bel vestito nuovo di zecca di mattina presto, ho girato un pezzo alla ricerca della via della casa della mia maestra ma alla fine sono arrivata. Ho ricevuto un'accoglienza degna di una regina: baci e abbracci da gente mai vista e dalla mia maestra (che sorpresa rivderla!), infinite domande riguardo la mia identità ("Ma tu chi sei?" "Sono un'ex allieva della sposa, è stata la mia maestra di italiano in prima, seconda e terza elementare."), grandi presentazioni di me da parte della mamma della mia maestra. Ho fatto conoscenza con i nipoti e i cugini vari, mi sono divertita. Ho partecipato ad una cerimonia toccante e ho mangiato benissimo. E proprio allora, tra una portata e l'altra, ho pensato. Ho pensato a tutte le volte che l'ho chiamata per avere un consiglio, una conferma ("Maestra, che scuola scelgo?" "Maestra, come mi hai insegnato a leggere?" "Maestra come posso aiutare un bambino dislessico?"), alle cose che mi sono capitate in questi dieci anni fisicamente lontano da lei, alle cose che le sono capitate in tutto questo tempo... Mi sono guardata intorno e ho scoperto di essere l'unica ex allieva al suo matrimonio. Mi sono sentita privilegiata, ricordata, importante. E' stata una gran bella sensazione.
E mentre lei se ne andava in giro avvolta nel suo vestito bianco parlando un po' con tutti, informandosi, chiedendo, mi è sembrato di essere in un altro posto, in un altro tempo. Lontano. In una scuola con le pareti bianche e blu e le porte gialle, in una stanza colorata di allegria, dentro al mio grembiulino nero, mentre la mia maestra, esile creatura, zampettava da una parte all'altra della classe per aiutarci a scrivere in corsivo. In quei giorni ci siamo conosciute, apparteniamo al passato, noi, ma non solo a lui. Siamo anche del futuro, un futuro che, maestra, ti auguro con tutto il cuore sia ricco di gioia e di nuovi sogni da condividere con colui che ami.
Auguri, caro Davide e cara maestra.
Siate contenti.
E' meraviglioso, non ho parole....Una scrittura che è immediatamente specchio del cuore!
RispondiEliminaGrazie di questa condivisione!
Un post molto commovente. Ci hai trasmesso l'entusiasmo che ha contraddistinto il tuo rapporto con la maestra. Un bellissimo rapporto, abbastanza eccezionale.
RispondiElimina