"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

mercoledì 21 settembre 2011

La prima prova senza lei

Ieri sera sono finalmente ricominciate le prove del coro. Sono arrivata in chiesa con largo anticipo per studiare un po' i brani per Natale e ripassare gli ultimi argomenti di storia... la realtà è che volevo godermi il silenzio dell'attesa della partenza, la "quiete prima della tempesta" (questa volta in senso positivo), volevo stare un po' con me. Piano piano sono arrivati tutti, prima la mia dottoressa-organista, poi il maestro, poi gli altri. Grande festa e grandi abbracci, sorrisi e felicità nei volti di ognuno di noi. Eppure... eppure i nostri occhi erano sempre verso le porte, nella speranza di vedere arrivare chi non può arrivare, di correre ad abbracciare chi non possiamo abbracciare... C'è Gabriella, la sua mamma, che è nostra corista e alla quale noi non sappiamo cosa dire. Che riusciamo a malapena a guardare perchè non possiamo nascondere la tristezza dell'anima. Perchè è la prima volta che ci vediamo tutti da quel giorno. Perchè la prima volta che ci guardiamo negli occhi gli uni gli altri in questa chiesina. Non è la prima volta che cantiamo senza di lei, ma è la prima volta che cantiamo con la certezza che lei non sta lavorando, ma è Altrove. In quell'Altrove in cui tutti noi crediamo. C'è il vuoto che lascia il suo sorriso, il suo posto tra i miei contralti silenziosi. Ci sono le parole che non sappiamo usare, la voce che è il nostro strumento di espressione e che ora esce a fatica. C'è il silenzio a cui non siamo abituati. Il don vuole dire qualcosa, io non riesco a seguire il discorso: mentre il mascara mi cola sulle guance tengo stretta la mano del maestro. Parla anche il Carlo-il-direttore e lo fa con una delicatezza straordinaria. In mano tiene la cartellina bianca sulla quale lei aveva scritto il nome per identificarla. Dice che l'ha trovata tra le altre cartelline e che la terremo tra le nostre dentro all'armadio delle parti. A prove invece la tireremo fuori e così sarà ancora più vicino a noi. Poi piano piano abbiamo incominciato a risvegliarci dallo stato di malinconia e tristezza in cui eravamo finiti e abbiamo cominciato a cantare, a scherzare e a ridere come sempre. Abbiamo iniziato a studiare il Tollite Hostias di Saint-Caens, qualche nozione di teoria musicale... Ma quella cartellina bianca è rimasta lì sopra l'organo, a guardarci tutti. Immobile, eppure viva. Per ricordarci la nostra Anna Maria che dal Cielo ci ascolta e ci guarda e, chissà, ride insieme a noi.

1 commento:

  1. E' talmente vivo quello che scrivi, che anche a me sembra di essere lì, in quella chiesina. La vedo e sento le tue emozioni, tanto la tua scrittura le sa riflettere e ricreare!

    RispondiElimina