Giorno 3: Kalampaka-Termopili-Delfi-Atene
Stamattina attraverseremo tutta la Tessaglia fino ad arrivare alle Termopili e a Delfi. La strada è lunga, Alexandròs ci racconta i miti che riguardano questa terra e sonnecchiando un po' arriviamo alle famose Termopili: qui si sono scontrati l'esercito persiano di Serse e quello delle città greche guidato, tra gli altri, dallo spartano Leonida. I greci resistono strenuamente ma una spia svela all'esercito nemico un passaggio segreto dietro le colline: i 300 di Leonida vengono attaccati alle spalle e uccisi tutti. Questa storia ci è ben nota... innumerevoli le versioni tradotte al ginnasio che avevano per tema proprio questa battaglia. Oggi c'è solo un monumento a ricordare l'accaduto, per il resto intorno c'è una vastissima pianura e qualche collina.
Quando arriviamo a Delfi il primo personaggio che mi viene in mente è ovviamente Edipo, oggetto di studi recenti. Ecco il trivio in cui ha ucciso il padre Laio, e la salita che ha certamente percorso per arrivare fino al tempio. Ma la nostra visita qui comincia dal museo archeologico: il tesoro che mi affascina e mi strega più di tutti è l'Auriga: nella sua semplicità e apparente staticità ha una posa plastica, è concentrato, gli occhi di smalto risaltano sul bronzo verde e mi seguono se gli passo davanti.
Quando usciamo dal museo e ci incamminiamo lungo la Via Sacra la prof, parlando con noi, dice una cosa che mi ammutolisce: "Siete qui per vedere chi siete diventati". Forse è una cosa che spesso si ripete soprattutto in Grecia e soprattutto a dei ragazzi che stanno per finire il liceo classico. Ma lei l'ha detto proprio qui a Delfi, la città considerata dai greci il centro geografico del mondo e sede di un importantissimo oracolo. Sulla parte superiore di uno di questi templi di cui oggi si vede solo qualche colonna c'era scritto "gnotsi seauton", conosci te stesso: per sapere chi saremo un giorno è necessario tornare indietro e ripercorrere la propria storia. Ecco perchè oggi siamo qui.
Anche la strada tra Delfi ed Atene è piuttosto lunga e quando un cartellone verde ci annuncia che siamo arrivati comincio a realizzare di essere davvero in Grecia. Atene. Solo per la vista del cartello mi dico che ne è valsa la pena di aspettare cinque anni. Atene. Anche gli altri, credo, stanno provando i miei stessi sentimenti e mi sento in armonia col mondo. Non so da quanto non mi capitava.
ll nostro hotel è situato in quello che un tempo era il demos di Colono. La prof ci tiene a precisarlo, perchè proprio prima della partenza abbiamo tradotto parte dell' Edipo a Colono: ora ci sono colate e colate di cemento grigio ma un tempo qui c'erano narcisi, ulivi, un bosco sacro in cui abitavano le Eumenidi... questo è quello che ci dice Sofocle. Per la prima volta da quando sono qui, ho la netta sensazione di toccare con mano ciò che fino ad ora era solo un nome sui libri. Per la prima volta mi rendo conto che tutte le versioni tradotte, tutta la fatica, tutti i momenti di sconforto hanno avuto senso. In questa parte di Atene che i turisti guardano distratti tutto mi è diventato improvvisamente chiaro.
Che meraviglia!!!
RispondiEliminaUn diario di viaggio scritto col cuore.
Ti sto seguendo passo dopo passo...