"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

sabato 7 aprile 2012

Giorno 5 - "Qui dentro c'è una parte della vostra vita"

Giorno 5: Atene-Eleusi-istmo di Corinto-Nauplia-Tolò
"Ricordatevi questo momento perchè qui dentro c'è una parte della vostra vita".
Queste le parole che il coordinatore del viaggio, con un po' di teatralità, ammettiamolo, pronuncia a 150 maturandi al liceo classico prima di entrare al Museo Archeologico Nazionale di Atene. Sul momento resto senza fiato. Qui c'è un po' di me. No, io non posso essere tra queste mura: il mio regno sono gli spazi aperti, le colline e i prati che si perdono nell'orizzonte. Ma varcata la soglia cambio idea e, sì, mi riconosco. Una statuetta di un suonatore di biflauto della collezione cicladica è la prima cosa che attira la mia attenzione. E' bianca, perfetta, piccola, discreta, composta... insomma, tutto ciò che non sono io. Non ha neanche gli occhi ma è come se mi osservasse. Tra noi ci sono 3000 anni di differenza eppure oggi la sua anima di marmo bianco si intona con la mia. In un'altra sala c'è la famosa maschera di Agamennone. Ci viene detto che in realtà non è di Agamennone e un po' mi dispiace che non sia sua però mi impressiona: è come una foto che viene da lontano. Camminiamo tra le sale fino a che veniamo portati davanti ad un Kouros, uno dei tanti, qui. Ma questo ha in sé qualcosa di speciale: rappresenta un ragazzo morto in battaglia per il quale suo padre ha fatto costruire questa statua. Sulla base si legge chiaramente "Passeggero, fermati e guarda il mio Croiso". Mi viene da sorridere e un po' mi commuovo perchè questo amore ha oltrepassato i secoli. Anche io, passeggera del 2012, mi sono fermata a guardare Croiso. Nelle altre sale ci sono reperti più famosi, quelli che abbiamo sulle nostre copertine dei libri di letteratura greca e storia dell'arte ma io resto affascinata dall'apparente anonimato del flautista e del Kouros: sono silenziosi e vivono in disparte, quasi non volessero disturbare.
Uscendo dal museo tornano forti in mente le parole con cui abbiamo cominciato questa giornata: "Qui dentro c'è una parte della vostra vita".
Con gli occhi lucidi mi trovo a considerare che, sì, qui ci sono anch'io.


Eleusi oggi si trova alla periferia di Atene e non è rimasto poi molto dell'antico santuario dedicato a Demetra. C'è vento e la camomilla profuma l'aria ma oltre a questo non riesco a stupirmi di nulla, neanche della grotta da cui è uscito Ade per rapire Proserpina. Forse sono ancora frastornata dal museo.
L'istmo di Corinto è un breve canale che collega il mar Ionio al mar Egeo. Osservarlo dal ponte pedonale è un'esperienza di vertigine che fa girare la testa. Mi fermo prima della metà, ho paura che mi cadano gli occhiali nella gola azzurra.


Quando arriviamo a Nauplia mi sembra di essere tornata indietro nel tempo. E' una piccola cittadina di mare, una di quelle in stile veneziano, in cui da bambina passavo le vacanze. Le calli, le lanterne, le case colorate e i negozietti che si accalcano uno sull'altro, tutto mi sembra familiare. Alexandròs porta un gruppetto di noi a fare una passeggiata sul lungo mare e scopro che l'Egeo ha un'infinità di sfumature alle quali neanche io, che avevo il nonno che dipingeva,so dare un nome. Mi dico che se mai avrò un giorno avrò una casa almeno una parete avrà il colore di questo mare.
Quando arriviamo a Tolò è già sera e ho solo voglia di andare a dormire. Domani sarà un'altra giornata di scarpinate.

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