"Ama e fa' ciò che vuoi".

S. Agostino

lunedì 31 ottobre 2011

Ogni promessa è un debito

Come promesso ecco il risultato dello spostamento, dei pittori e della libreria.





sabato 29 ottobre 2011

Stupidastupidastupida

Sono troppo critica nei miei confronti, rimugino troppo sui miei errori. Un'interrogazione andata male non è la fine del mondo. La cavolata detta fa parte del passato. Domani è un altro giorno. Ma più mi ripeto tutte queste cose più nel mio cervello risuona incessante "stupidastupidastupida".

venerdì 28 ottobre 2011

Bella Donna


Bella Donna,
sono davanti a questo foglio bianco con tantissime cose da dirti ma nessuna buona idea per metterle in ordine. Se sono qui, però, è perchè almeno qualche passo, con te, l'ho fatto. Non importa se quando ci muoviamo tu usi la carrozzina e io le gambe, se le tue scarpe sono nuove e le mie usurate: conta ciò che ci spinge in avanti, la direzione verso cui stiamo andando, ciò che nell'andare l'una riceve dall'altra. Sono fortunata ad averti come compagna di viaggio (e per "viaggio" intendo sia quello concreto verso un luogo segnato su una cartina, sia quello del cuore), perciò voglio che tu sappia che, nonostante a volte sia difficile e in salita, con te mi sento più sicura e non mi stanco mai: se ci sei tu io non ho paura. Ringrazio il Cielo per avermi condotta vicino alla tua carrozzina un giorno di agosto di diversi anni fa; lo ringrazio perchè ho incontrato te, che oltre al tuo dolore sai portare anche il mio carico, mi rassicuri quando ho bisogno di essere rassicurata, sorridi quando ho bisogno di sole intorno. Sei un rifugio, anche se ti senti fragile. In questi anni il tuo dolore mi ha fatta crescere molto: sei un esempio, una testimonianza del fatto che non servono delle gambe per stare nel mondo, ma una testa e un cuore ben funzionanti. Mi hai insegnato, mi insegni sempre, a non mollare mai. Tu fai tanto, per tutti: ogni volta c'è la coda per venire a salutarti! Noi ti raccontiamo i nostri problemi, le nostre preoccupazioni e tu le porti tutte con te. Eppure io mi chiedo se anche noi siamo capaci di portare nel nostro zaino almeno un po' del tuo carico... no Bella Donna, non lo sappiamo fare... scusaci per questo. Perciò ti auguro di trovare lungo la strada qualcuno che sia disposto non solo a sedersi accanto a te una sera a cena (approfittando della tua vicinanza per raccontarti le sue disgrazie), ma qualcuno che sappia ascoltarti e supportarti ogni volta che ne hai bisogno. Sì. Ti auguro una persona così. Quando penso a te la mia mente corre a Lourdes. Massabielle è il cielo sotto al quale ci siamo incontrate, il punto di partenza di questo incredibile viaggio insieme. Il treno, il Gave, il profumo di incenso, le candele, i pomeriggi all'ombra degli alberi lungo il fiume... in mezzo a tutte queste cose ti ho vista contenta, Bella Donna; ti ho vista felice nonostante la fatica di un viaggio scomodo e lungo. Ti ho vista forte pur nella debolezza della sofferenza. Tu sei una persona importantissima nella mia esperienza di volontaria: mi hai vista cambiare divisa, lavorare, diventare grande tra una tanica d'acqua e una teglia di pasta al sugo. Tu mi conosci più di quanto io stessa mi conosca. Lourdes è più bella se ci sei anche tu. Ti auguro tanti momenti Laggiù, con quella tranquillità nel cuore. Tanti momenti tra coloro a cui vuoi bene. Spero che l'affetto di coloro che ami, spero che anche il mio affetto, ti aiuti a superare i momenti di sconforto e ad alleviare il dolore, che il mondo ti sorrida veramente.
Buon compleanno, Bella Donna... e cerca di pensare a te almeno per oggi!

mercoledì 26 ottobre 2011

Buon compleanno, Domenico Scarlatti


Per Domenico Scarlatti ho un affetto particolare: il mio primo brano di musica classica che ho suonato con il coro, infatti era una sua pastorale. La sua Pastorale mi riporta al mio primo Natale in ospedale, al profumo di candele, alla mia dottoressa, a tutte le emozioni che provo ogni volta che varco la porta della chiesina... incredibile a quante cose fa pensare una musica...
Tanti auguri!

lunedì 24 ottobre 2011

La musica della corriera


Eppure abbiamo giocato insieme, da piccole; alle elementari abbiamo piantato l'albero nel cortile della scuola, alle medie barattavamo i compiti di italiano e matematica, cominciavamo a creare i cartelloni per le prime ricerche, ci confidavamo i primi segreti... E oggi, cinque anni dopo, non ci rivolgiamo neanche più la parola. Mi fermo vicino al tuo posto sperando di vedere il mio sorriso ricambiato, ma non mi lanci neanche uno sguardo. E allora ecco che la musica si fa terapia: Einaudi suona il pianoforte mentre l'autobus che ci riporta a casa corre lungo il viale alberato che costeggia la stazione, attraversa il fiume e si immerge nei campi. Gli alberi gialli, di quel giallo autunnale, sono dello stesso colore del cuore; la sagoma azzurrina delle montagne ci insegue, non ci lascia scappare. Le voci della corriera si confondono a quelle dei ricordi, ma io ho la mia musica, e tutto, con essa, sembra ovattato. Anche il dolore. Anche il dispiacere. Anche la delusione. Anche la tristezza. Il brano che sto ascoltando si chiama "in un'altra vita" e sembra proprio adatto a questo momento strano.
In un'altra vita voglio essere ancora la tua compagna di giochi, di ricerche, della corrierina delle elementari e delle medie.
In un'altra vita.
Ancora.
Come all'inizio di questa.

domenica 23 ottobre 2011

Di tutto un po'

L'aspettativa, la gioia di una nuova conoscenza, di una nuova amicizia, l'ansia per il compito di domani, le risate dovute al messaggio di un'amica, la speranza di vedere un posto lontano, l'ira per alcuni discorsi insensati. La sensazione di non essere capace ad incastrare tutto in una domenica di fine ottobre...

sabato 22 ottobre 2011

"Affezionatevi ad un pianeta!"



"Affezionatevi ad un pianeta!", ci ha esortati la prof di scienze stamani, "...Possibilmente che non sia la Terra, perchè quella la spiego io". La sua spinta iniziale era così bella che il lavoro che dovremmo presentare è passato per un attimo in secondo piano. Sfogliando il libro di geografia e osservando le foto ho deciso che il mio pianeta è Nettuno. La sua storia mi ha incuriosita, infatti è stato il primo pianeta scoperto grazie a calcoli matematici: ci si accorse di qualcosa di strano nell'orbita del vicino Urano e tac, la sera del 23 settembre 1846, mentre l'Europa si preparava alla rivoluzione del '48 e Pio IX cominciava a dare concessioni, gli astrologi hanno osservato per la prima volta Nettuno. L'ho scelto perchè è il più freddo, il più azzurro, l'ultimo dei pianeti che si studiano in classe da quando Plutone è stato declassato; perchè è il più lento (164 anni per compiere tutta la sua orbita), quello che compie il giro più lungo intorno al Sole.
Non so perchè ma ho l'impressione che se ne vada tranquillo per osservare meglio le stelle del firmamento, con calma, perennemente spazzato da venti fortissimi, cinto da una corona di anelli molto più discreta di quella del suo compare Saturno...

Balena

Questa settimana stressante è finalmente finita, la prossima non sarà da meno, ma almeno per stasera mi dedico al mio Vasetto, un po' perchè mi siete mancati in questi giorni di studio e un po' per seguire la mia filosofia del "faccio quello che mi piace fare".

Il mio animale preferito è la balena (seconda classificata, la pulcinella di mare). Innanzitutto, nonostante Geppetto e Pinocchio ci finiscano dentro, non mangiano né delfini né uomini, anzi, mangiano Krill, tonnellate di Krill. Sono assolutamente innocue per l'uomo, migrano dalle acque gelide dei poli fino ai tropici e, incredibile, non perdono la strada. Le balene non sono animali solitari: si uniscono spesso in piccoli gruppi, guidati da un maschio adulto, nei quali hanno un comportamento sociale e cooperativo per la ricerca del cibo, la felicitazione dell’accoppiamento e del parto e la protezione degli individui giovani o malati. Mentre nella mitologia occidentale la balena è considerata un mostro (a sei teste addirittura!), in Oriente è vista come una divinità che aiuta la popolazione e guida le barche facendole scampare dai naufragi.
Le cose che mi affascinano di questi bestioni giganteschi sono diverse: innanzitutto la grazia con la quale, il più delle volte, spariscono sotto il pelo dell'acqua; il loro placido nuotare nelle profondità dell'oceano, le società basate sul mutuo aiuto (e ne avremmo da imparare, noi uomini, da questi giganti!), la potenza con cui schizzano fuori dal mare, l'espressione sempre imbronciata, il fatto che "cantino".
... E mi sembra che siano ricoperte di mistero, che a volte tornino in superficie per vedere la terra che milioni di anni fa hanno abbandonato per sempre...




giovedì 20 ottobre 2011

Eight cats

Oggi in classe eravamo solo in otto! Abbiamo raggiunto i nostri minimi storici, praticamente. La maggior parte dei miei compagni infatti era agli incontri di "università-porte aperte", si sono presi il loro trenino, i piani di offerta formativa della facoltà, si sono sorbiti un mare di "la nostra università dispone di 432940423050432 biblioteche, è la migliore, ci sono 9947472929834876821134 docenti contenti di lavorare per voi blablabla... A parte questo, non potevano scegliere una giornata peggiore per andare in una città di mare: pioggia, vento, freddo... Noi otto invece ce ne siamo rimasti tranquillamente in classe, a farci la nostre cose: un po' di inglese, supplenza, filosofia, storia, in tutta tranquillità... magari sempre, fosse così!!!

mercoledì 19 ottobre 2011

La prima candelina di Gioire in musica



Gioire in musica oggi spegne la sua prima candelina!
E io, che già da qualche tempo cercavo una scusa per dire due paroline ad Annamaria, ho finalmente trovato l'occasione giusta.
Grazie, Annamaria, perchè in questo spazio di byte sai regalarmi la poesia delle parole unita alla poesia della musica. Le tue riflessioni sono sempre limpide e i brani che ascolto sembrano davvero appropriate ad esse, sento che nel tuo cercare la melodia perfetta ci metti davvero molto cuore: si percepisce, credimi. Ed è la cosa più importante, questa.
E questo per quanto riguarda il tuo blog.
Ma adesso vengo a te... grazie, in questo mondo virtuale, che però ti fa emozionare veramente, tu sai dirmi le cose giuste al momento giusto, leggi pazientemente (insieme agli altri che compaiono sullo spazio di destra, ovviamente, ma spero che questi non se la prendano per questo pensierino di compleanno tutto tuo...) tutto quello che mi sfiora la mente, magari anche sorridi davanti alle mie considerazioni... E' come avere una specie di sicurezza al di là del computer, come ricevere un abbraccio virtuale (ma spesso ho la sensazione che sia un abbraccio vero) ogni volta che vedo scritto qualcosa di te sotto ai miei pensieri. Io che cerco sicurezze un po'ovunque e a volte mi appoggio a cose e persone che hanno la stabilità della libreria della pubblicità di Fastweb, ho trovato un punto saldo in te, una specie di bagnafiori sempre colmo d'acqua, sempre pronto nel caso il mio Vasetto abbia sete. Per tutto questo, grazie, grazie davvero. 
Per il compleanno del tuo blog ho pensato di regalarti un brano di musica... ero piuttosto indecisa su quale scegliere... e allora ho deciso di regalarteli entrambi: questo perchè un pezzo che ho suonato con la banda al mio primo Concerto di Fine Anno e questo perchè mi commuove ogni volta che lo ascolto e so per certo che ti piacerà...
Auguri per tanti anni qui, per tanti post e tanta musica.
Nella speranza di poterlo fare davvero, un giorno, ti abbraccio... e bacini!

Detto questo, gente, andate subito a vedere e ad ascoltare Gioire in musica...

martedì 18 ottobre 2011

Io e l'ifinito

Infinito si può dire in molti modi: l'infinito dello spazio e del tempo, l'infinito dentro di noi. E quanti sentimenti diversi davanti ad esso: ansia, paura, ma anche curiosità e benessere.
Alle elementari, quando la maggior parte dei miei compagni di classe voleva diventare astronauta e io volevo salvare gli animali, mi chiedevo cosa sarebbe successo se il cavo tra loro e la navicella si fosse spezzato: sarebbero caduti all'infinito? Avrebbero incontrato gli alieni? Sarebbero precipitati fino alle pareti dell'universo? Queste domande mi accompagnano ancora oggi e sono felice del fatto che qualche astrofisico stia lavorando per rispondere alle mie curiosità di bambina.
Un'altra cosa che non sono mai riuscita a capire è la questione della retta e del fatto che quella che disegnavo (e disegno ancora) sul foglio, sia in realtà una parte microscopica di quella linea infinita... e dove arriva, questa linea? mi chiedo ancora oggi. Possibile che seguendola non si arrivi mai alla fine?
Io non capisco.
L'infinito è un concetto troppo grande per me, che sono abituata a misurare tempo e spazio e quando prendo una direzione arrivo di sicuro da qualche parte.
Forse è un concetto troppo grande per tutti noi, che abbiamo dato una scansione alla durata e alla distanza... forse, se il processo di civilizzazione non ci avesse portati a ciò ora siamo, saremmo riusciti a capirne il mistero... ma sono sono pensieri in disordine. ;) 

sabato 15 ottobre 2011

Oh, è domenica

Questa è stata una settimana massacrante... e da domani replica!
Oggi mi regalo lo studio della domenica (già raccontato in un post precedente), il thè alla mela, la maschera all'argilla, Vasetto di margherite e il divano.
Bacini a tutti.

venerdì 14 ottobre 2011

Decisioni da prendere

Ho deciso che farò solo ciò che mi rende felice.
...Mi sembra un buon progetto.

giovedì 13 ottobre 2011

Mai dire mai!

Io aprirò il libro di fisica e capirò tutto.
Io ascolterò un violino suonare.
Io scriverò una tesina.
Mi verrà in mente un'altra idea per la tesina.
Io mi farò sentire.
Non mi tremerà la voce quando parlerò in pubblico.
Imparerò a cucinare.
Porterò a termine i buoni propositi.
Imparerò a parlare inglese.
Imparerò a guidare.

... beh, i miracoli possono ancora accadere, no? ;)

martedì 11 ottobre 2011

eeeerttttfkjvdnozxcnoerrnvfdmsecciùùùùùù!

Sono raffreddada. In classe girava già da qualche giorno quesda specie di influenza audunnale e ovviamende l'ho presa anch'io. Per curarmi: dhè caldo, dvd di Fandasia 2000, Vaseddo di margheride. E fazzoleddi. Mondagne di fazzoleddi.


Baci (ma da londano)

lunedì 10 ottobre 2011

Ci sono cose che sapete e cose che non sapete

Voi sapete quello che mi passa per la testa ma non come mi chiamo.
Sapete le mie riflessioni davanti ad un brano di musica ma non il mio numero di scarpe.
Sapete che ho spesso bisogno di un abbraccio ma non dove trovarmi per darmelo, questo abbraccio.
Sapete che adoro quello che studio ma non dove studio.
Sapete qual è il mio fiore preferito ma non di che colore sono i miei capelli.
Sapete che sono egocentrica (molto egocentrica. Molto molto molto egocentrica) ma non sapete se porto l'apparecchio per i denti.
Sapete che ho un posto del cuore ma non come sia fatto il mio letto, la mia coperta preferita.
Sapete che Chicco e Cipolla sono i miei ricordi di bambina ma non sapete di che colore è l'astuccio che tutti i giorni tengo sopra il banco.
Sapete che in circolazione c'è gente parecchio importante (zii, amici vari...) ma non vi ho mai parlato della mia mamma.

Che posto strano, questo Vasettto di margherite...
Qui parlo di tutto quello che normalmente non dico.
Mi piace.

domenica 9 ottobre 2011

Non servono parole



Penso di aver bisogno di un abbraccio.

9 ottobre 1963: un'onda tra le Dolomiti


                                

C'erano una volta degli ingegneri, dei professoroni che volevano ricavare tra le montagne al confine tra Veneto e Friuli Venezia Giulia una riserva d'acqua per avere energia. Per farlo volevano costruire una diga grandissima, la più grande che l'uomo avesse mai potuto innalzare.

                                   

La gente del posto e alcuni studiosi avevano qualche dubbio: il monte avrebbe sopportato il muro? Tra proteste e progetti, a poco a poco, gli abitanti di Longarone, Erto e Casso videro stagliarsi all'orizzonte la diga.


Ma la natura non resse il peso e nella notte del 9 ottobre 1963 un parte del monte Toc precipitò nel bacino artificiale pieno d'acqua e un'onda altissima si riversò sui paesi vicini, Longarone, Erto, Casso, Frasegn, Le Spesse, Cristo, Pineda, Ceva, Prada, Marzana, San Martino, Rivalta, Pirago, Faè, Villanova, Cordissago, portando con sé morte e distruzione. Il Piave, diventato una massa d'acqua silenziosa, tornò nel suo letto dopo molte ore, lasciando ai suoi argini vite spezzate, paesi come un mucchio di macerie. Solo la diga, immobile, vegliava ancora sulla valle lacerata.


Ma la vita continuò, sui monti e a valle.
Quest'onda ci insegna che ricordare il passato aiuta a costruire un futuro migliore.
Questa è una storia che va ricordata. Questa è la storia che i nostri nonni ci raccontano. Questa è la storia che non solo gli abitanti di quelle montagne, ma anche noi, gente di pianura, racconteremo ai nostri figli e ai nostri nipoti.

                                                    

C'era la musica, c'erano le parole

Oggi abbiamo ricordato con una bella cerimonia la nostra Anna Maria.
C'era il coro al completo, c'erano i suoi canti preferiti... al centro dello spazio, tra i banchi, uno sgabello con una rosa e la sua cartellina.
C'erano le parole.
Quelle che il maestro mi ha chiesto di dire. Che non so come ho fatto a far uscire da me. Le parole che mi hanno bloccata mentre leggevo il discorso che avevo appena scritto. Che hanno scatenato una sinfonia di fazzoletti tra il coro.

Anna Maria,
le prove sono ricominciate e nonostante non ti vediamo tu sei con noi: il tuo sorriso illumina le nostre sere insieme, è la luce rassicurante che ci accoglie quando entriamo in chiesa. Sì, il tuo sorriso. Perchè forse è ciò che di te ricorderemo meglio. La tua cartellina è fra le nostre e ci dice che non sei andata lontano: sei con noi, sei dentro di noi. Ti chiediamo di aiutarci ad intonare le nostre voci, le nostre vite, sulla nota della felicità, di guidare il nostro canto verso l'alto. Fa' che il nostro non sia un canto di lamento perchè ci sei stata tolta, ma un inno di gioia perchè abbiamo avuto la possibilità di cantare con te, di camminare con te. Canta con noi dal cielo, Anna Maria e non dimenticarti del tempo che abbiamo trascorso insieme.
Ti vogliamo bene,
                                                       
                                          il tuo coro

sabato 8 ottobre 2011

Vita sociale ampia

Al  momento sto passando più tempo con Leopardi, Euripide e Locke che con il resto del mondo.
Rendiamoci conto.

venerdì 7 ottobre 2011

La fine di una carriera



C'è un tempo per tutto... La mia dottoressa-organista da oggi è ufficialmente in pensione.
Venuta da una terra lontana, me lo ricorda la sua cadenza, armata di stetoscopio, fidanzato e musica, ha sempre lavorato nell'ospedale della città, si è innamorata della nostra terra e non l'ha lasciata più. Nonostante la conosca solo da qualche anno mi sento di farle i miei complimenti per una carriera difficile ed impegnativa ma, ne sono certa, umanamente arricchente ed emozionante. Donna di poche parole e molti fatti, personalmente non l'ho mai vista commuoversi (invece a prove io sono sempre con il fazzolettino in tasca perchè ci sono delle musiche che mi fanno venire su il magone); lei è una creatura forte, forse la più energica tra le mie donne del cuore.
A lei, oggi, il mio abbraccio più forte perchè ha concluso un percorso, perchè ha totalmente realizzato un sogno del quale, forse, avrà dovuto ricalibrare la mira. Chissà, magari una lacrima le sarà scivolata dalla guancia quando ha riconsegnato i suoi camici bianchi... ma nel cuore, camici o non camici, lo so, sarà sempre una dottoressa.
Auguri Giuseppina per tutto ciò che ora vorrai fare, per tutta la musica che suonerai, per tutti i cuori che, con il tuo abbraccio, continuerai a curare.
Con grande affetto e stima,
LaFlautista

mercoledì 5 ottobre 2011

LaFlautista e Giacomo Leopardi: discorsi sulla felicità

                                                               

Caro Giacomo Leopardi,
a scuola sto studiando le tue opere e mi sembra di capire che tu, alla felicità, non ci credevi molto. Ce lo fai capire in infiniti modi, inchiostro su inchiostro, metafore su metafore per dirci che non diciamo mai "sono felice" ma "sono stato felice" oppure "sarò felice". Forse per te è stato così, dal momento che per molto tempo hai guardato il mondo dai balconi di casa tua senza goderti la possibilità di stare insieme agli altri e di passare del tempo insieme a loro.
Però io, ieri sera, "sono felice" me lo sono detta eccome! Ieri sera sono tornati finalmente a prove anche Carlo e Nella, bloccati nel Salento per cause di forza maggiore. Rivederli è stata una festa.
Perchè quando sei tra coloro che hai a cuore, quando fai quello che ti piace fare, quando raggiungi un risultato per cui hai combattuto allora sei felice. Anche se dura come un battito di ciglia e poi devi ricominciare da capo. Però non importa, caro Giacomo. Ciò che conta è saper riconoscere questa felicità tra le pieghe della quotidianità. Essere in grado di fare questo, secondo me, significa vivere con consapevolezza. 
Con questo non voglio dire che tu hai vissuto a caso, ci mancherebbe. Semplicemente non hai scoperto la chiave di questo modo di vivere... 
Perdona il mio ubris di giovane studentessa, ma questa cosa proprio te la dovevo dire. 
Ciao, 
LaFlautista  

domenica 2 ottobre 2011

Nonni e nonne


Nonni soli, nella freddezza di una casa di riposo.
Nonne che odiano ricamare
Nonni tra l'allgria della famiglia.
Nonne in macchina.
Nonni aggiornati sui coputer.
Nonne che parlano al cellulare.
Nonni che studiano le tabelline coi nipoti.
Nonne che disegnano.
Nonni che si fanno belli per la messa della domenica.
Nonne che odiano le gonne.
Nonni che cucinano.
Nonne che regalano una collana preziona
Nonni che hanno visto la guerra.
Nonne ansiose.
Nonni che la guerra l'hanno fatta.
Nonne che coccolano il cane.
Nonni che accendono le stelle del firmamento.
Nonne, regine del mercato paesano.

Buona festa a tutti i nonni e alle nonne del mondo!

Lo studio della domenica

Lo studio della domenica è un po' assonnato ma rilassante. Puoi permetterti una canzone di Elisa o una sonata di Scarlatti. La maschera all'argilla mentre ripassi Leopardi e la crema alle olive sulle mani tra un esercizio di fisica e uno di matematica.
Lo studio della domenica è sempre sottovoce e mai ansioso. Ha sempre qualcosa di speciale, qualcosa di indefinito, che ti mette il sorriso anche se sei davanti ad una versione impossibile.
Lo studio della domenica è volontario, un atto di coraggio ma nello stesso tempo una coccola per il cuore.
Lo studio della domenica ha in sé il "santificare le feste" di giudaico-cristiana memoria, perchè fare qualcosa per sé stessi è una cosa santa.
Lo studio della domenica ha il sapore della crostata della nonna, della carne alla griglia del nonno, del vino buono sulla tavola.
Lo studio della domenica è la lentezza della penna sulla carta del quaderno.
Perchè oggi è domenica e domani non è ancora domani.

sabato 1 ottobre 2011

Oggi sposi: Bussola e Fab


Cari Bussola e Fab,
vi scrivo da lontano, da un condominio giallo immerso tra i campi di soia, con le pantofole ai piedi e un bicchierone di succo all'ananas vicino al mouse. Starete festeggiando, immagino...
Fab, sei emozionato? E chi fotografa oggi? Di certo, per questa volta, non puoi farlo tu! E tu, Bussola? Come stai? Ti trema un po' la voce? Immagino l'avessi messo in conto...
Siete marito e moglie! E ciò che voglio augurarvi è felicità, in qualsiasi forma essa si presenti davanti alla porta della vostra casa. Soprattutto vi auguro la capacità di riuscirla a vedere anche nei momenti di buio e di ritrovarla l'una negli occhi dell'altro.
Auguri di cuore, per oggi, per domani e per tutti i giorni che verranno. 
Così, semplicemente, col mio succo all'ananas, brindo a voi.
Bacini!